Benigni cambia idea sui 10 comandamenti e sui vizi di Dio

Benigni- Mosè

Benigni- Mosè

“I dieci comandamenti? Dio li ha fatti per i ricchi! I sette vizi capitali? Dio li ha tutti e sette insieme! Ira, nessuno s’incazza più di lui, superbia, nessuno è più superbo di lui”
Così scherzava Roberto Benigni negli anni ’80, nel suo primissimo TuttoBenigni, col quale sono cresciuto e di cui, ancora oggi, ricordo quasi ogni battuta a memoria.
Qualche anno prima, invece, aveva stabilito il record di sempre (tutt’oggi imbattuto) di imprecazioni contenute in una sola sequenza cinematografica, nel film “Berlinguer Ti Voglio Bene“. Continua a leggere

Sei Braccialetti Rossi in cerca (disperatamente) d’autore

I protagonisti di Braccialetti Rossi

I protagonisti di Braccialetti Rossi

L’ennesima fiction capolavoro targata Rai chiude i battenti (per fortuna) domenica prossima alle 21:20 sui Raiuno, ma è pronta a tornare, con una seconda stagione per i milioni di fan (più di cinque a puntata), il prossimo anno.
Tratta da una fiction spagnola, “Polseres Vermelles“, “Braccialetti Rossi” narra, in sei puntate, la storia di sei insopportabili ragazzini ricoverati in ospedale, legati da un simbolico braccialetto ad un “patto per la vita”: Leo, Tony, Davide, Cris (l’unica ragazza, che praticamente mette in subbuglio gli ormoni di tutti), Vale, e Rocco che, dal letto del coma (che culo!), fa da voce narrante. Il tutto con contorno di padri indifferenti, madri piangenti, sorelle urlanti, tutti coinvolti nel dramma.
I soprannomi dei protagonisti, poi, sono davvero geniali. Vi dico solo che Tony viene chiamato “il furbo”  e Rocco “l’imprescindibile”! L’imprescindibile?! Ma come gli viene in mente l’imprescindibile?! Continua a leggere

Sanremo, tra mummie e noia un dubbio: ma la Carrà sniffa coca?


Io ve lo devo dire subito, così fughiamo ogni dubbio: Il Festival di Sanremo è una noia mortale!
Ovviamente lo sapevo già, ma poi ho avuto l’orrenda visione del suicidio di massa di tutti voi, miei deliranti fan, alla notizia che non ci sarebbe stato il post di Sanremo su Se Telecomando.
Così, come Gesù Cristo, ho caricato la croce sulle mie spalle e mi sono sparato sette ore di Festival, una roba che al confronto le due ore e mezza passate sulla sedia del dentista la scorsa settimana sono state un orgasmo.
Tra l’altro, bisogna aggiungere che, per un’intera settimana, sono stati sospesi quasi tutti i programmi di punta in prime time della tv generalista italiana,pubblica e privata, per timore del flop degli ascolti. Cioè se non ti piace il Festival t’attacchi.

Sanremo è, da sempre, lo specchio più limpido di un Paese che non ha mai voglia di guardare avanti, e cerca solo rassicuranti sguardi sul passato.
Per dire, mentre Jimi Hendrix bruciava la chitarra sul palco suonando l’inno americano, da noi si esibivano Little Tony e I Ricchi  e Poveri. Continua a leggere

Servizio Pubblico Più: Santoro reinventa il Talk Show

Se c’è qualcuno in Italia capace di sperimentare ed innovare nel campo del talk show e della tv di servizio, quello è Michele Santoro.
Già il suo Servizio Pubblico, senza editore, senza una rete telvisiva, sovvenzionato dai telespettatori, e trasmesso su internet e sulle tv locali è stato un piccolo grande miracolo a livello planetario.
La scorsa domenica Servizio Pubblico va oltre, inventando un nuovo format.
Il titolo della puntata, Inferno Atomico, si riferisce all’incredibile situazione della Terra dei Fuochi, ma anche al fatto che tanti, troppi documenti compromettenti su quanto accaduto tra Napoli e Caserta in questi 20 anni, sono stati resi pubblici solo ora, e che tantissimi altri sono ancora sotto segreto.

In studio c’è Sandro Ruotolo, con il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone (il cugino del famigerato Sandokan). Continua a leggere

Boris, il capolavoro che ha denunciato la tv “a cazzo di cane” (III Parte)

Alessandro e Mariano (Alessandro Tiberi e Corrado Guzzanti)

Alessandro e Mariano (Alessandro Tiberi e Corrado Guzzanti)

Nella prima e nella seconda parte (cliccate sui link per leggerle) vi ho dato un assaggio di tutti i protagonisti più significativi di Boris.
Ma non si può chiudere il discorso senza la vera guest star della serie.
Per gran parte degli episodi della seconda stagione, infatti, partecipa alle riprese anche Corrado Guzzanti, con ben due ruoli.
Il primo è quello di Mariano Giusti interprete del perfido Conte ne Gli Occhi Del Cuore2.
Borderline, violento, piromane, Mariano è folgorato sulla via dell’Abruzzo dall’apparizione di Gesù Cristo che gli chiede uno strappo sulla Roma-L’Aquila, e lo convince che deve molare il ruolo del cattivo per interpretare il Beato Frediani nel nuovo prodotto della rete.
Ma viene subito stoppato con una motivazione inappellabile: il Beato Frediani è un ruolo da serie A e dev’essere interpretato da un attore da serie A: Fabrizio Frizzi.
Mariano è frustrato e se la prende perlopiù con Alessandro, minacciandolo costantemente con la mazza da baseball, distruggendo tutti i suoi effetti personali, costringendolo a pregare con lui.  Continua a leggere

Con Lol:) Raidue tocca il fondo e comincia a scavare

Se non avete mai capito perché gli americani sfottono continuamente i canadesi, Raidue ha la risposta per voi.
Va infatti in onda, sulla seconda rete della tv di Stato, “Lol:)” , col sorrisetto già nel titolo, perché se sperano che sorridano i telespettatori stanno freschi.
Lol:) è , per l’appunto, una sitcom canadese, o meglio una striscia di circa 7 minuti, che va in onda su Raidue alle 21, e bastano pochi attimi di visione per chiederti che faccia possa avere il dirigente che ne ha approvato l’acquisto coi soldi dei contribuenti.

Per chi non lo sapesse, Lol è l’acronimo di “laughing out loud”, e si usa soprattutto nelle conversazioni via chat, per indicare un fare scherzoso, o grasse risate. Proprio quelle che promette la presentazione: “Cinque attori comici, nei panni di personaggi sempre diversi, creano situazioni esilaranti e garantiscono risate e divertimento”.

I nuovi campioni della commedia, Réal BosséMartin DrainvilleAntoine VézinaSylvie Moreau e Julie Ménard, praticamente i fratelli Marx del terzo millennio, magistralmente diretti da  Pierre Paquin, ci regalano momenti di inarrivabile comicità.

Una coppia è seduta al tavolo di un ristorante e lui fissa morbosamente le gambe della ragazza al tavolo di fronte. Arriva il sommelier con la bottiglia, ma lui non lo degna di uno sguardo. Quindi il sommelier si rivolge a lei che, prima approva, poi prende la bottiglia e la rompe in testa al compagno. Risate (registrate).

In astronave lei sta ai comandi, lui si finge sonnambulo per palparle i seni. Lei gli mette le mani a posto e se ne va. Lui apre gli occhi per far capire che fingeva e schiocca le dita dispiaciuto. Risate, come sopra. Continua a leggere

Porta A Porta e il lutto di Bruno Vespa

Un caro amico con cui  un tempo mi divertivo ad analizzare le puntate di Porta a Porta, una volta trovò la soluzione ad uno dei tanti misteri legati al giornalista abruzzese.
Il fatto che sia davvero figlio illegittimo di Mussolini? Il fatto che conduca da 18 anni una trasmissione in cui si può parlare nello stesso identico modo di guerra o di fonduta al cioccolato? Il fatto che sia pensionato ma di nuovo sotto contratto (ovviamente milionario) con la Rai come se questa non avesse giovani conduttori da far crescere e nuovi programmi da sperimentare?

Niente di tutto questo. Quella sera il mio amico mi guardò e mi disse: “secondo me Vespa ha due magneti sotto le ascelle. Solo questo gli può consentire di muovere esclusivamente gli avambracci, senza mai staccare le braccia dal busto. Poi gli mettono un magnete più grosso dietro la lavagna o il monitor che deve indicare, e lui, con movimento lento e uniforme, allunga l’intero arto e lo tiene fermo, rigido. Quando disattivano il magnete grande, il braccio torna nella posizione originale”.
Io mi illuminai: non poteva che essere così. Continua a leggere

Niente Crozza e un Gazebo mesto: la Sardegna e l’ipocrisia autoassolutoria

mori makkox

Passi per Crozza, ma ieri pure Zoro ci è caduto.
È l’emergenza autoassolutoria che pervade la tv quando una strage commuove il Paese: stop all’infotainment, stop al frizzo e al lazzo inserito nell’approfondimento, spazio a un finto, purché esibito, dolore. Per dire “ehi, pure noi siamo sensibili”. Eppure, in realtà, con questa sospensione la tv mostra il suo lato peggiore. Il suo lato peloso. Quello ipocrita.

È una storia lunga, quella della sospensione dei palinsesti. Affonda le radici nel 1978, nella strage di via Fani: il Paese, quel giorno, si era fermato, si era commosso da Trieste in giù, eppure in prima serata andò in scena comme d’habitude Raffaella Carrà, a cantare in una clip registrata prima del rapimento di Aldo Moro su come fosse bello far l’amore in quell’Italia colpita al cuore dalle Br. Seguirono naturali polemiche, qualche presa di posizione e una rivelazione tardiva della stessa Carrà: “Quel giorno – disse la bionda showgirl a ‘L’Espresso‘ vent’anni più tardi – telefonai alla Rai e dissi ‘vi prego, non mandate in onda il mio varietà’. Continua a leggere

Masterpiece: “non faccio sesso, però mi masturbo”. Ottanta angoscianti minuti tra gli aspiranti scrittori italiani

Giancarlo De Cataldo, Taiye Selasi, Andrea De Carlo

Giancarlo De Cataldo,
Taiye Selasi, Andrea De Carlo

Prendete un maniaco sessuale, un’ex anoressica, un segaiolo, un ex detenuto e un bel po’ d’umanità varia.
Aggiungete un pizzico di Andrea De Carlo (uno che intitola i libri Due DI Due, Di Noi Tre, Sei Per Otto Quarantotto, e meno male che non è un matematico se no eravamo rovinati) Giancarlo De Cataldo (autore di Romanzo Criminale), e Taiye Selasi, (una che ha scritto un solo romanzo, il cui titolo originale è Ghana Must Go, ma in Italia l’hanno tradotto “La Bellezza Delle Cose Fragili” altrimenti non se lo comprava nessuno).
Portate tutto in ebollizione ed ecco a voi la nuova ricetta: l’ultimo disperato tentativo di Rai Tre per fare un po’ di ascolti.
“La nostra scommessa è dimostrare che la letteratura non è roba per sfigati”, ha affermato De Cataldo.
Ma allora come ve li siete andati a scartare i concorrenti? Continua a leggere

Sostiene Bollani, e ha ragione

bollani 1

Ci sono persone capaci di rendere semplici anche le cose più complesse. In fondo non è difficile. Basta essere intelligenti, istrionici, allegri, colti, capaci, raffinati, versatili, brillanti, leggeri, geniali, sinceri, talentuosi, profondi, ispirati.
Io mi sto impegnando in questa direzione, ma per adesso mi limiterò a parlarvi di Stefano Bollani.

Ieri, con una puntata strepitosa, ha chiuso i battenti la seconda edizione di Sostiene Bollani: un’oasi nel deserto culturale della tv generalista italiana.
Una trasmissione ideata e realizzata con il folle scopo di provare, tra il serio ed il faceto, a portare un po’ di cultura musicale sugli schermi televisivi. Ovviamente in seconda serata, e ovviamente su Rai3. Diciamo che la Rai non vuole esagerare con la divulgazione culturale, preferisce relegarla a prodotto di nicchia, ma in queste condizioni, e considerato l’argomento, la media di circa 585000 spettatori a puntata è di tutto rispetto. Continua a leggere