Sanremo: Conti, Al Bano e Romina, Siani, e la Banalità del Male

Il logo di Sanremo 2015

Il logo di Sanremo 2015

Cosa penso di Sanremo l’ho già spiegato nella recensione all’edizione 2014, mentre il mio parere su Carlo Conti l’ho espresso nei post su L’arena, Tale e Quale Show, L’eredità.
Mi ero anche ripromesso che quella dello scorso anno sarebbe stata la prima e ultima volta che io avrei visto il Festival nella mia vita, ma ho dovuto rifarlo.
Ci tengo a precisare che qualcuno di cui non faccio il nome (vero Simona?), mi ha scritto testualmente “Sai qual è la cosa che mi rende più felice in questi giorni? Che ti tocca vedere SANREMO! (risata malefica)”.
E così eccomi qua, davanti alla tv, per la prima puntata.
Si inizia con una presentazione dei cantanti che vorrebbe essere simpatica e giovanile
e invece sono due palle di 30 di minuti compresa la pubblicità. Continua a leggere

Sanremo, tra mummie e noia un dubbio: ma la Carrà sniffa coca?


Io ve lo devo dire subito, così fughiamo ogni dubbio: Il Festival di Sanremo è una noia mortale!
Ovviamente lo sapevo già, ma poi ho avuto l’orrenda visione del suicidio di massa di tutti voi, miei deliranti fan, alla notizia che non ci sarebbe stato il post di Sanremo su Se Telecomando.
Così, come Gesù Cristo, ho caricato la croce sulle mie spalle e mi sono sparato sette ore di Festival, una roba che al confronto le due ore e mezza passate sulla sedia del dentista la scorsa settimana sono state un orgasmo.
Tra l’altro, bisogna aggiungere che, per un’intera settimana, sono stati sospesi quasi tutti i programmi di punta in prime time della tv generalista italiana,pubblica e privata, per timore del flop degli ascolti. Cioè se non ti piace il Festival t’attacchi.

Sanremo è, da sempre, lo specchio più limpido di un Paese che non ha mai voglia di guardare avanti, e cerca solo rassicuranti sguardi sul passato.
Per dire, mentre Jimi Hendrix bruciava la chitarra sul palco suonando l’inno americano, da noi si esibivano Little Tony e I Ricchi  e Poveri. Continua a leggere