Tale e Quale show: quell’irrefrenabile voglia di uccidere Fabrizio Frizzi

Christian De Sica, Loretta Goggi, Flavio Insinna, Claudio Lippi

Christian De Sica, Loretta Goggi, Flavio Insinna, Claudio Lippi

La chiamata alle armi significa che dei bianchi di pelle mandano dei neri di pelle a fare la guerra contro dei gialli di pelle, per difendere la terra che loro hanno rubato a dei rossi di pelle!

M’è venuta in mente questa citazione da Hair, il film di Milos Forman tratto dal musical di Galt MacDermot, guardando “Tale e Quale Show“, un programma in cui un vip presenta dei vip che imitano dei vip per una giuria di vip.
Solo che a guardarli, invece dei vip, ci sono sei milioni di italiani che amano vedere questi tizi chiacchierare e scherzare tra di loro con un umorismo che, in terza media, li avrebbe trasformati, in un attimo, nel pungiball della classe.
Ma siccome questi hanno più milioni in tasca che globuli rossi nel sangue, gli si può perdonare di tutto.

Questo meraviglioso format innovativo e sperimentale , come solo Raiuno saprebbe regalarci (ovviamente by Endemol), consiste nel chiamare gente dal grandissimo valore artistico come Roberta Lanfranchi e chiedergli di cantare nei panni di Raffaella Carrà.
Insomma, una novità assoluta, una proposta shock per avvicinare i giovani alla rete ammiraglia della tv di Stato.
Tant’è vero che annovera tra gli autori gente come Andrea Lo Vecchio che, a parte il cognome, scriveva, appunto, canzoni per la Carrà appena 40 anni fa.
Insomma uno che sa cosa vuole il pubblico di oggi.
Infatti tra un Tony Dallara e un Mal ce n’è per tutti i gusti

E meno male che si buttano su queste cose, perché non appena provano a fare poco di più sfiorano il sacrilegio.
Ma procediamo con ordine.
La conduzione della trasmissione è affidata a Carlo Conti, uno che riuscirebbe ad essere abbronzato anche se vivesse in un bunker sotterraneo in Finlandia.
Ma soprattutto è uno che ride di gusto a qualunque battuta: “un uomo entra in un caffè. Splash”. E lui felice come un bambino. D’altra parte c’è da capirlo: probabilmente pensa continuamente al suo conto in banca, e l’umore schizza alle stelle.

Carlo Conti

Carlo Conti

Ma c’è uno che in quanto a umorismo infantile non ha paragoni: Fabrizio Frizzi.
Ora non è che io odi Frizzi. E’ lui che stimola in me strani istinti, tipo quello di prenderlo a badilate finché non smette di muoversi.
Sono pochi i personaggi televisivi che hanno raggiunto una tale notorietà essendo privi di qualunque talento artistico, personale, umano.
Immaginatevi che rivincita per lui, che da bambino sarà stato certamente un emarginato, riuscire ad essere il re del vuoto.
Con quella risata sincera come Riina quando si proclama innocente, con quell’aria gigionesca, quei movimenti talmente grotteschi da ridurlo all’imitazione di sé stesso, Frizzi è già insopportabile quando fa Frizzi, figuriamoci quando tenta di imitare Tony Dallara (che, detto tra noi, gli spettatori under 35 probabilmente non sanno nemmeno chi sia).

Fabrizio Frizzi/TonY Dallara

Fabrizio Frizzi/TonY Dallara

La giuria, invece, è composta da alcune delle menti più illuminate del nostro secolo:
Christian De Sica, scopritore del moto perpetuo, dato che costringe suo padre a rivoltarsi nella tomba da decenni, Loretta Goggi, che per ogni puntata viene riesumata, poi la sera le rimettono le bende e la mummificano di nuovo, e Claudio Lippi, che ha anche avuto dei momenti piuttosto positivi in tv, soprattutto la parentesi con la Gialappa’s Band, e poi un crollo verticale (forse il punto più basso l’ha toccato con il cammeo in “Paparazzi” di Neri Parenti).

Per l’occasione, a cotanto parterre, s’è unito il premio nobel per la letteratura Flavio Insinna, che non riesce ad aprire bocca senza leccare il culo a qualcuno, o senza fare discorsi talmente melensi da provocare attacchi di diabete. Riesce a dare, senza scoppiare a ridere, del grande artista a Frizzi, a Cirillo, e a Conti con lo stesso pathos che avrebbe se parlasse di Gassman, Tognazzi e Mastroianni.

I quattro si elogiano tra loro, ridono contentissimi l’uno alle battute dell’altro, insomma se la cantano e se la suonano da soli, mentre per loro cantano, ma senza suonare (obbligatorie le orrende basi musicali) Giorgio Conticini nei panni di Antonello Venditti, i già citati Frizzi/Dallara e Lanfranchi /Carrà, Serena Autieri nei panni di Lara Fabian, che nessuno sa chi sia, nemmeno i giurati, Fiordaliso (dico Fiordaliso!) vestita da Aretha Franklin.

Fiordaliso/Aretha Franklin

Fiordaliso/Aretha Franklin

Poi arriva il momento di un sedicente cantante (un disco nel 1994 un altro nel 2008, tanto per sottolineare il grande successo di pubblico) che a quanto pare è il recordbreaker del programma. Uno che ha il nome di uno snack per ragazzini obesi americani: Giò Di Tonno.
Immaginate lo spot: una mamma tenta di tenere a bada due bambini pestiferi mentre attraversa il supermarket con il carrello. Ad un certo punto trova la soluzione: se fate i bravi vi compro GiòDiTonno spalmabile!
Ecco, lo snack si lancia in una imitazione di Pierangelo Bertoli, che io lascerei riposare in pace

Eppure mai mi sarei permesso di protestare per questa interpretazione di Bertoli se solo avessi saputo che sarebbe stata seguita dalla performance di un altro grandissimo genio.
Tale e Quale Show, infatti, osa l’inosabile e consegna Giorgio Gaber nelle mani di Amadeus. Cioè, io non lo prenderei come animatore ad un festa nemmeno se mi pagasse, e loro gli fanno imitare Giorgio Gaber. E quando finisce sono pure tutti entusiasti.

Roba che se non avessi già concentrato tutta la mia rabbia su Frizzi ci sarebbe una bella badilata anche per lui.
Poi, il fatto che Carlo Conti lo chiami confidenzialmente “Ama“, lo rende ancora meno sopportabile.

Amadeus/Gaber

Amadeus/Gaber

Per fortuna, e per la mia salute mentale, la gara volge al termine con l’esibizione della semisconosciuta Clizia  Fornasier (un ruolo marginale nel peggior film di Carlo Verdone, Grande Grosso e Verdone) nei panni dell’idolo delle teenager del 1962 (gente che oggi ha più o meno 70 anni) Mal, e con Silvia Salemi che interpreta Shakira.

Clizia Fornasier/Mal

Clizia Fornasier/Mal

La vittoria  arride a Fiordaliso. La puntata è dedicata, anche troppo ostentatamente, alle vittime del ciclone Cleopatra, come ci viene detto circa 400 volte durante la trasmissione.
Fuori concorso, un penoso Gabriele Cirilli interpreta gli Abba.

Ma la cosa migliore di tutto il programma sono le bellissime battute che ospiti, conduttore e giuria sparano a raffica, incuranti di ogni senso del ridicolo. Cogliamo fior da fiore:

Giò Di Tonno su sé stesso: “a volte ritonnano”,
Cristian De Sica sulla Lanfranchi: “ha il passo della Carrà. Il passo Carràbile”.
Flavio Insinna su Clizia  Fornasier: “non tutto il Mal vien per nuocere”.
Carlo Conti insiste: “nel personaggio non c’è entrata Mal, c’è entrata ben!”
E giù tutti a ridere!
Gabriele Cirilli scatena il suo umorismo da bar sugli Abba: “il più bello degli Abba? Abbatantuono (e poi la spiega pure: è un gioco di parole…Abba…Abbatantuono!!!) Cosa fa il cane degli Abba? Abbaia. Gli Abba hanno guadagnato talmente tanti soldi che ora si chiamano “Abbarcadesordi”, e a merenda mangiano Abbanana” (la cosa peggiore è che si trova talmente divertente da ridere da solo mentre fa le battute).

Ora lasciatemelo dire: la comicità italiana già non navigava in buon acque, ma Zelig, nonostante qualche buona scoperta, l’ha definitivamente affossata, portando alla ribalta fin troppi sedicenti comici che non hanno nulla da dire, e quel poco che dicono lo dicono male.
E, a  proposito degli Abba, durante la trasmissione Conti viene a sapere che in alcuni dialetti sardi “abba” significa acqua.Tutto proccupato parte con le scuse ai sardi che si fossero eventualmente offesi. Una roba da neuro, per lui, e per i sardi eventualmente offesi.

Alla fine io ho passato due ore cercando solo di pensare che oggi andrò dal dentista, e la cosa mi ha consolato.
Ma se siete abbastanza coraggiosi, Tale e Quale Show va in onda il venerdì alle 21:10 su Raiuno.

Ps: l’esibizione di Frizzi ve la devo.

Otello Piccoli

9 pensieri su “Tale e Quale show: quell’irrefrenabile voglia di uccidere Fabrizio Frizzi

  1. Questa mi ha steso, bellissima….: “Christian De Sica, scopritore del moto perpetuo, dato che costringe suo padre a rivoltarsi nella tomba da decenni”. Grazie per la sana risata quotidiana e per continuare a sacrificarti per noi guardando certe oscenità!!!

  2. No, scusa, non sono d’accordo: prendere la gente a badilate è ESTREMAMENTE volgare. Io uso esclusivamente forchetta e coltello; sì, c’è il fastidio di doverli prima legare, ma vuoi mettere la signorilità?

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