
Carlo Conti e Massimo Giletti a L’Arena
L’Arena è un succulento antipasto di Domenica In che va in onda alle 14 su Raiuno, condotto da un vero genio della tv: Massimo Giletti.
Io ho sempre diffidato delle persone monoespressive. Se poi aggiungiamo quello sguardo a fessura, che non sai mai se dorme o se ti sta ascoltando, devo dire che Giletti mi ha sempre fatto un po’ impressione.
Però quando si tratta di televisione, come fare a meno di lui?
Così ieri il nostro eroe, in questo format all’insegna della banalità, ci ha proposto un primo pomeriggio da leccarsi i baffi.
Durante L’arena, nello spazio “protagonisti”, ci sono state tre interviste ficcanti e piene di scoop imperdibili.
La prima è quella a Carlo Conti. Come perdersela?
Solo solo gli interventi filmati di Pieraccioni e Panariello che vorrebbero farci ridere ma non ci riuscirebbero nemmeno lanciandosi dalla finestra, mentre fanno ridere moltissimo Carlo Conti,che sembra il geometra Calboni quando parla il megadirettore galattico in persona.
Panariello, che evidentemente si droga di brutto, arriva a definirlo “il vero eroe della Rai”!
L’intervista si compone di 40 minuti di domande inutili e di complimenti.
Ma che bravo Carlo Conti, ma che bello Carlo Conti, ma che simpatia Carlo Conti, mentre lui sorride. Sorride sempre. Come se avesse una paresi. E devo dire che lo capisco, perché quando la butti in quel posto a milioni di persone, riempiendoti le tasche, e ti invitano perfino nelle altre trasmissioni per dirti bravo, c’è da sorridere eccome!
Naturalmente, tra una marchetta e l’altra non possono mancare le vallette del suo programma che gli fanno i complimenti e quando Giletti chiede loro di dirgli almeno un difetto di Carlo Conti, loro rispondono che è troppo perfezionista. Praticamente l’uomo ideale.
Ma, visto che stiamo parlando del nulla, perché non impiegare pure un quarto d’ora a discutere della moglie e del figlio in arrivo?
Non pago, Giletti butta lì anche un penosissimo gioco di parole, reso ancora più squallido dal fatto che, preoccupato per il target di pubblico che lo segue (diciamo che la maggior parte è almeno cliente amplifon), decide di spigarlo anche: ” tra poco ti nasce l’erede… a proposito di eredità!”.
Poi, rivolto alle ragazze “voi farete il regalino?” e loro, pronte, “sì certo!”.
Meno male, temevo non glielo facessero, mi sento decisamente più sollevato!
Ma quando si parla di Conti c’è un argomento che non può passare sotto silenzio.: l’abbronzatura!
Infatti la domanda successiva verte sul fatto che il conduttore de L’Eredità quest’anno è meno abbronzato del solito. Giletti si lascia scappare un “di solito caricavi di più”, ma Conti ci tiene moltissimo a fingere che si tratti di colore naturale e si difende: “di solito faccio il capodanno al mare, quest’anno, purtroppo, a Courmayeur”.
Ma povero!! Sapendolo lo avrei invitato a Palermo, almeno il mare c’è…

Carlo Conti con la sua abbronzatura naturale
L’intervista si conclude con gli oscar della banalità.
Giletti: Cosa ti auguri per il nuovo anno?
Conti: Primo la salute, senza la salute non si va da nessun parte (ma neanche senza le mezze stagioni).
Secondo, che i giovani trovino lavoro e corrano, che l’energia che si ha a venti anni non si ha mai più ( Insomma, si potrebbe diventare tutti maratoneti).
E che chi ci gestisce ( io ho subito pensato alla sua agenzia, poi ho capito che parlava della politica) si ricordi che una parola fondamentale è l’onesta e che ci siano meno litigi e più concretezza.
Che bellezza!
Il secondo ospite è Placido Domnigo, e la cosa potrebbe farsi anche interessante, ma per fortuna interviene Giletti e la rovina.
Innanzitutto annuncia, testualmente, “Placido Domingo: la sua voce come direttore d’orchestra, numero uno assoluto, è una star mondiale!”, e io sto lì a sperare che non lo facciano bere più.
Ora uno potrebbe sperare che si parli un po’ di buona musica, ma quando Domingo prova ad argomentare un po’, Giletti interviene per banalizzare.
D) Pavarotti aveva un registro che…
G) Una voce unica, diciamo!
Poi si passa alle cose più interessanti. Cosa vorreste sapere da Domingo? Il suo rapporto con la musica? I suoi inizi? Quali arie preferisce? Con quali interpreti ha avuto migliore intesa?
No, con Domingo si parla della zia Augustina, con cui lui ha vissuto per ben due anni!
Poi Giletti cade in crisi mistica.
Inizia con le domande sull’aldilà a Domingo, e poi presenta una tale Catena Fiorello con un libro dal titolo “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”.

Massimo Giletti
Catena Fiorello è, nientepopodimenochè, la sorella di Fiorello 1 e Fiorello 2, ma anche di Fiorella 3 che nessuno si caga!
Giletti, felice per il successo di prima, chiama la standing ovation anche per lei, ma la cosa si rivela un terribile flop.
D’altra parte, nonostante lei sostenga che non è assolutamente vero che riesce a pubblicare solo grazie al cognome, dall’altro lato dello schermo io mi chiedo: ma chi cavolo è? Ma che ha scritto?! Boh!
Ovviamente anche qui le domande sono interessanti e coinvolgenti. Infatti, tra un intervento dei fratelli Fiorelli e l’altro, Catena Fiorello ci parla di com’erano mamma e papà!
Poi non possono mancare l’intervista allo zio Pippo e la storia di Nonna Catena.
Io sto per suicidarmi, ma ecco arrivare due chicche inaspettate.
La prima è che dopo averci frantumato gli zebedei con decine di noiosissimi aneddoti sulla sua famiglia per dimostrare che le donne Fiorelle sono sempre state grandi progressiste, termina il racconto dicendo che sua madre dava le cosce di pollo ai figli maschi e le ali alle femmine perché ” a casa Fiorello c’era rispetto per i maschi!”…ma roba da matti!

Catena Fiorello
La seconda è una notiziona da leccarsi i baffi: dal prossimo libro si firmerà “Catena Galeano Fiorello“, assumendo anche il cognome della madre, anche perché, come dice lei,” ho scoperto che c’è un grandissimo scrittore sudamericano, Eduardo Galeano (congratulazioni, tu si che sei una lettrice d’avanguardia, Galeano scrive solo dagli anni sessanta!), e l’ho preso come un segno del destino. Quindi da questo momento troverete la scrittrice che ha questi cognomi, e dimenticatevi della Fiorello.”
Tranquilla, già fatto.
Otello Piccoli
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