Ora io lo so che qualcun penserà che ce l’ho coi bambini, coi malati, con la gente che non riesce a curarsi, con le onlus, o, peggio con Al Bano.
Ma vi giuro che non è così!
Cioè, Al Bano mi sta un po’ sugli zebedei. No, a dirla tutta, mi sta molto sugli zebedei. In effetti non l’ho trattato molto bene nemmeno quando ho recensito quell’agghiacciante Così Vicini Così Lontani
La verità è che Al Bano, al secolo Albano Carrisi, è uno di quegli artisti (si fa per dire) che non riescono ad accettare di aver fatto il proprio tempo. Continua a leggere
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Remail, Mastrota e le vasche da bagno killer
Allora, parliamoci chiaro: non avrete mica voglia di tenervi la vostra vasca da bagno, vecchia, obsoleta e pericolosa?
Ma sapete quante persone ogni anno muoiono nella vasca da bagno? O, peggio, sapete quanti vecchi non riescono più ad entrarci? Per questo puzzano, e ne sa qualcosa Mr.B. a Cesano Boscone!
Comunque le alternative sono due: o cambiate immediatamente la vostra vasca killer con una doccia o Mastrota viene a casa vostra con la polizia e vi denuncia per maltrattamento di anziani aggravato da futili motivi! Continua a leggere
Mediaset presenta Centoventi. Peccato che le immagini siano rubate ad Announo
A Mediaset sono completamente impazziti. E non parlo della guerra dei diritti tv appena conclusa, con la gelosia nei confronti degli incontri tra l’ amministratore delegato di Sky ed il Governo, né delle dichiarazioni di Pier Silvio Berlusconi su Renzi.
Presentando due giorni fa il nuovo palinsesto, l’azienda di Cologno Monzese ha mandato in onda un video di promozione, che comprendeva tutte le principali novità e le conferme per la stagione televisiva che verrà.
Tra le nuove (agghiaccianti) proposte, come Rising Star, ennesimo talent canoro stavolta copiato da Israele, o Tu Sì Que Vales (talent anche questo, che sarà condotto da Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi e Geppi Cucciari), arriva anche un format che loro stessi definiscono “di avanguardia”, chiamato Centoventi. Continua a leggere
Ford Fiesta con SYNC: perdonali, è solo uno spot
La prima cosa che ho notato, rivedendo lo spot della Fiesta con “SYNC”, è che hanno ridoppiato la voce del sistema operativo. Non è assurdo?
In ogni caso devo dire che lo spot, per quanto stupido, mi piace.
Gli autori hanno puntato su una situazione comune, un litigio di coppia per futili motivi, che però termina in una risata. La tecnologia dell’auto, quindi, più che servire a portarli a destinazione, serve a mantenere l’equilibrio familiare. Ti permette di divertirti, e quando ci si diverte insieme, si superano i piccoli ostacoli della vita quotidiana. Continua a leggere
Aragosta? Scampi? Branzino? No, Kevin Costner mangia solo tonno in scatola Rio Mare
Kevin Costner deve studiare la parte per il suo nuovo film. E quale luogo migliore e più rilassante della costiera amalfitana? Il mare, la spiaggia, il silenzio rotto solo dai gabbiani, e l’ispirazione può prendere il volo.
Tutto andrebbe bene se non ci fossero quei provincialotti degli italiani che quando vedono una star si precipitano in massa ad adorarla nemmeno fosse la Madonna di Fatima.
Solo che a Costner va da schifo, perché invece di trattarlo come si deve, gli preparano solo roba in scatola.
Infatti, mentre lui è lì beato, ecco apparire una coppia di dementi (lei decisamente più entusiasta di lui) che si preoccupano del suo appetito. Continua a leggere
Vagisil, e tra le cosce non ci sarà più il Sahara
Vi ho già parlato di spot sui prodotti contro il prurito intimo, ma qui si fa un grande passo in avanti verso il futuro.
Già, perché non si tratta più delle amiche che ti aspettano annoiate pensando a te che intanto ti gratti. No, qui si fa sul serio, qui si parla di sesso!
Ovviamente sesso non si può dire, perché siamo nel 2014, i ragazzini di 12 anni fanno le orge sotto alla cattedra dell’insegnante di italiano, ma noi ci sentiamo meglio se certe parole non le usiamo proprio.
Quindi una sana scopata va chiamata “momento intimo”, un po’ come il prurito. Roba da distruggere la virilità di qualsiasi maschio.
Ma andiamo con ordine. Continua a leggere
Amica Chips: Rocco Siffredi, Ornella Muti e l’elogio della patata
Lo scopo finale di uno spot, ovviamente, è la vendita di un prodotto. Ma i pubblicitari sanno bene che il prodotto da vendere non è tanto quello che il consumatore acquisterà al dettaglio, quanto il brand, la marca. Riuscire ad associare il proprio brand ad un simbolo, ad un concetto, ad una musicalità, ad un gioco di parole, è la chiave per il successo.
Se io chiedessi di completare la frase “dove c’è Barilla…” chiunque saprebbe rispondermi senza esitare: “c’è casa”. Se io canticchiassi “se ti piace la frutta…” seguirebbe immediatamente il coro “mangiatela tutta”. Ma pensate anche a quante volte, davanti a qualcuno che si vanta di un facile successo, avete detto scherzando: “ti piace vincere facile?”. Continua a leggere
Conto Yellow, i lupi delle banche si travestono da agnelli
Dopo i politici quello che gli italiani odiano di più in assoluto sono le banche. Sono viste, non a torto, come corresponsabili della crisi economica in atto ormai da anni e mal si sopporta ogni mossa dello Stato in loro soccorso.
Ma, a differenza dei politici, le banche ci sanno fare, e già da qualche anno, hanno completamente trasformato il loro stile comunicativo, rendendolo più trendy, smart, funny, e se conoscete altri aggettivi inglesi alla moda aggiungeteli pure.
Il punto, però, è che a volte esagerano leggermente, e i primatisti assoluti confondere le cose sono quelli di CheBanca!. Continua a leggere
Spot da incubo per Cannavacciuolo
Gordon Ramsay si sdoppia e assume le fattezze, tutte italiane, di Carlo Cracco e di Antonino Cannavacciuolo.
Giovedì, infatti, su Skyuno partirà la prima edizione italiana di Hell’s Kitchen, condotta dal pluristellato giudice di Masterchef Italia, mentre il 7 maggio, su Foxlife arriverà la seconda stagione di Cucine da Incubo.
Ovviamente scriverò al momento giusto i relativi post, ma per ora voglio soffermarmi sullo spot.
Sì, perché da qualche giorno, sulla piattaforma satellitare, gira un doppio spot per i due programmi. Continua a leggere
Star Gran Ragù, ‘sta schifezza mangiala tu.
Alla Star i dipendenti, oltre ad essere tutti molto fotogenici e a tenerci a far sapere da quanti anni lavorano in azienda, vengono costretti a parlare come Qui Qui Qua, cioè uno inizia a parlare e l’altro conclude il discorso.
La prima è Alessandra Ventrella che ci dice: “in Star facciamo il ragù di casa per tutte le famiglie italiane (che culo che hanno le famiglie italiane!)”, poi si aggiunge Rosangela Agostini che ci comunica: “invece di due carote ne usiamo 130 kg!”, arriva anche Giuseppe Tresoldi con una voce che sembra quella di Borghezio: “invece di tre etti di carne ce ne mettiamo 600 kg!”,e conclude Annalisa Zambito “e invece di una pentola da due litri, ne usiamo una da duemila”. Continua a leggere