Lo scopo finale di uno spot, ovviamente, è la vendita di un prodotto. Ma i pubblicitari sanno bene che il prodotto da vendere non è tanto quello che il consumatore acquisterà al dettaglio, quanto il brand, la marca. Riuscire ad associare il proprio brand ad un simbolo, ad un concetto, ad una musicalità, ad un gioco di parole, è la chiave per il successo.
Se io chiedessi di completare la frase “dove c’è Barilla…” chiunque saprebbe rispondermi senza esitare: “c’è casa”. Se io canticchiassi “se ti piace la frutta…” seguirebbe immediatamente il coro “mangiatela tutta”. Ma pensate anche a quante volte, davanti a qualcuno che si vanta di un facile successo, avete detto scherzando: “ti piace vincere facile?”.
Lo stesso discorso, ad esempio, vale per il logo della Nike. Ci basta vederlo, e, anche senza la scritta “Nike“, immaginiamo subito un paio di scarpe da ginnastica.
Queste operazioni, tese non solo a farci ricordare la marca, ma ad introdurla direttamente nella nostra vita comune, nel nostro immaginario, nel nostro vocabolario, sono alla base di una campagna ben studiata. Se hai venduto il marchio, puoi vendere tutto il resto.
Così la “Amica Chips” ha da tempo deciso di affidare questo delicato compito ad un testimonial davvero originale: l’ex pornodivo (ha appeso il preservativo al chiodo) Rocco Siffredi, che da qualche tempo tra spot, reality (per leggere clicca qui) e comparsate cinematografiche (clicca qui) sta vivendo una nuova giovinezza, trasformato in un gentleman esperto di seduzione (che è un po’ come se una prostituta venisse presentata come insegnante di educazione sessuale). Il Rocco nazionale, nonostante le censure di qualche anno fa, torna alla carica col suo gioco di parole sulla patatina.
Lo spot, realizzato dalla M&C Saatchi è in giro solo da pochi giorni, ma, ovviamente, fa già parlare di sé. Il che è proprio quello che volevano i committenti. Nessuno resiste a commentare o a raccontare, e sui social è già un cult. Non c’è niente da dire, il colpo è assestato benissimo. Il resto un po’ meno.
Girato con una fotografia molto anni ’80, all’interno di una villa antica, e recitato in modo indescrivibile da entrambi i protagonisti, lo spot ci propone l’arrivo alla festa di una Ornella Muta (nel senso che non spiccica una parola per tutti e 30 i secondi) d’annata, a bordo di un’auto d’epoca,
Rocco la accoglie con quella sua aria da marpione, esclamando: “ah le patatine di una volta…indimenticabili”, solleticando il doppio senso tra le patatine “all’antica” tanto desiderate e l’altrettanto agognata fregna di Ornella Muti, sogno erotico di due generazioni di italiani.
Rocco è circondato da vari bellezze ma vuol solo lei. Purtroppo, però, il ragazzo delude un po’ i suoi fan. La vecchiaia incombe, e lui sembra proprio accontentarsi delle patatine fritte.
Ma un motivo c’era: Ornella Muti, senza una logica spiegazione, era andata a cambiarsi d’abito, ché indossare lo stesso vestito per più di 15 secondi fa tanto plebeo.
Ora, volendo, lo spot lo si può smontare in pochi minuti. Rocco Siffredi non ha mai fatto della recitazione vocale il fulcro della sua carriera di attore, mentre Ornella Muti con le immagini tarocche di quando era giovane, sembra l’imitazione di sé stessa. E la battuta sulla patata è decisamente da osteria.
Eppure lo spot fa pienamente il suo dovere, e alla fine conta solo questo.
Il claim “Eldorada Amica Chips. Indimenticabile” fa tanto amarcord,e con la Muti,che 30 anni fa spopolava,si sposa alla perfezione. Il payoff “Eldorada la Tradizionale” completa il racconto.
Ma c’è un dettaglio: mentre la macchina coi due piccioncini si allontana, sulle patatine appare un cartellino: “-20% di grassi rispetto alla patatina fritta classica“. Una di quelle cose che odio. Ma -20% rispetto a quale? Con quali misurazioni? Rilevato da chi? Eppure numeri e percentuali, in pubblicità come in politica (e oggi trovare le differenza è sempre più arduo) danno sicurezza e forza al discorso. Sono una buona via di fuga, e difficilmente sono confutabili. Peccato, stavo quasi per promuoverlo.
Ps: non ci crederete ma esiste anche uno making of dello spot. Non potevo non proporvelo.
Otello Piccoli
Fossi Ornella Muti, o il suo chirurgo, sarei un po’ offesa. Utilizzare vecchie immagini, ritagliate e appiccicate, quando il volto di oggi fa di tutto per sembrare quello degli anni ’80 è una vera sconfitta. 😛
Potrebbe anche essere l’ammissione di una resa.
Un tipico esempio di pubblicita spazzatura che vorrebbe far sorridere ma che in verità nella sua pochezza di significati trasmette solamente un sacco di tristezza.
Un’unica correzione…..Rocco non ha mai usato il profilattico 🙂
Ahahah! Ne sono sicuro, ma “le palle al chiodo” mi sembrava un’immagine troppo cruenta!
in realtà c’è scritto “20% in meno rispetto le patatine fritte classiche”, almeno così mi è parso di leggere =)
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