L‘isola dei Famosi è l’apoteosi della noia, ma anche il simbolo di cosa è diventata la tv italiana nell’ultimo decennio.
Se dovessi riassumerla in due sole righe, direi così: “L’isola è un programma tv in cui, sedicenti vip, vivono una finzione, spacciata per realtà, mentre dallo studio altri vip cercano di farli litigare per stuzzicare i basi istinti del pubblico”.
Un pubblico pronto a tifare, a maledire, ma soprattutto a sperare di vedere gente per loro inarrivabile, costretta ad affrontare una difficoltà. Quasi come se fosse un mantra per esorcizzare le proprie miserie. Continua a leggere
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Amica Chips: Rocco Siffredi, Ornella Muti e l’elogio della patata
Lo scopo finale di uno spot, ovviamente, è la vendita di un prodotto. Ma i pubblicitari sanno bene che il prodotto da vendere non è tanto quello che il consumatore acquisterà al dettaglio, quanto il brand, la marca. Riuscire ad associare il proprio brand ad un simbolo, ad un concetto, ad una musicalità, ad un gioco di parole, è la chiave per il successo.
Se io chiedessi di completare la frase “dove c’è Barilla…” chiunque saprebbe rispondermi senza esitare: “c’è casa”. Se io canticchiassi “se ti piace la frutta…” seguirebbe immediatamente il coro “mangiatela tutta”. Ma pensate anche a quante volte, davanti a qualcuno che si vanta di un facile successo, avete detto scherzando: “ti piace vincere facile?”. Continua a leggere
Amore Oggi: Sky punta sui giovani e vince

Caterina Guzzanti e Giancarlo Fontana
Cosa ci fanno Caterina Guzzanti, Alessandro Tiberi, Rocco Siffredi, Neri Marcorè ed Enrico Bertolino nel film di due registi esordienti?
E’ la domanda che sorge spontanea davanti all’ultimo film tv prodotto da Sky.
E’ ormai evidente che la sperimentazione, almeno nel campo della fiction, del cinema per la tv, in Itala la fa solo la tv satellitare.
Solo per pochi giorni, su Sky on demand (e il 14 febbraio su Sky Cinema Passion alle 22:55) potrete gustarvi un prodotto televisivo nettamente diverso: Amore Oggi.
Certo, a leggere il titolo non gli daresti un centesimo, e invece si tratta dei due geniali autori “Inception Berlusconi” (il video che ha superato il milione di visite su youtube e che potete vedere cliccando qui), Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi, due esordienti assoluti che, dopo il successo sul web, hanno avuto la loro occasione.
Il gruppo di Murdoch gli ha infatti finanziato questo film, e loro, con un budget di appena 400.000 euro, hanno portato a casa un prodotto notevole. Anche con l’aiuto di queste guest star che hanno creduto nel loro lavoro, valorizzandolo con la loro presenza. Continua a leggere
Non scopi più? Ci pensa Rocco Siffredi
Cari lettori, perdonate il titolo un po’ diretto, ma qui siamo all’ultima frontiera del reality made in Italy.
Tua moglie non ti vuole più? Hai battuto il record olimpionico di eiaculazione precoce e ti hanno eletto presidente del club dei 9 secondi? Tuo marito viene a letto coi calzini bucati, usati per tre giorni di fila? La tua compagna ha avuto una crisi mistica, ha indossato la cintura di castità e ha gettato la chiave nel pastone del pitbull del vicino?
Non c’è problema, chiama il vecchio mandrillo e ci pensa lui!
Rocco Siffredi gira l’Italia per “CieloTv” a caccia di coppie che hanno perso la passione, per provare a ridestarla.
Ci ritroviamo così in pizzeria, dove il John Holmes all’amatriciana incontra la prima coppia che ha chiesto il suo aiuto.
Giancarlo e Alda stanno insieme da trent’anni, lavorano insieme, ma lei non gliela dà più. Continua a leggere
Ballarò: Floris e le olimpiadi della noia
Quando a fine puntata Giovanni Floris dice “alè” mi viene voglia di stenderlo con un cazzotto.
Con quella faccia da secchione del primo banco che non ti passerebbe il compito nemmeno se da questo dipendessero i destini del mondo, il presentatore di Ballarò è un uomo per tutte le stagioni.
Non che sia viscido e mellifluo come Bruno Vespa (di cui a breve prometto di parlarvi, perché questa novità della clessidra gigante mi ha provocato un dolce brivido d’eccitazione lungo la schiena), e nemmeno pienamente lecchino come Emilio Fede.
Ma si muove agilmente, nonostante la postura da scopa infilata nei reconditi abissi, nelle acque della politica italiana. Infatti piace alla sinistra, soprattutto ai dirigenti del Pd, perché “è uno di noi” e non rompe troppo le scatole. E, nonostante le sceneggiate, piace alla destra i cui esponenti fanno a gara per essere presenti nel suo studio.
Se poi piace o non piace al pubblico, chi se ne frega. Continua a leggere