Fargo: ironia, violenza e genialità per la serie tv più bella del momento

Lorne Malvo

Lorne Malvo

Si possono toccare i mostri sacri? Dopo questa esperienza la risposta è semplice: se sei capace, certo che sì!
E’ arrivato, da qualche settimana, su Sky Atlantic (il martedì alle 21:10) Fargo, la serie prodotta da Fx, e premiatissima agli Emmy 2014.
Dice la storia che quando i Coen lessero la sceneggiatura della serie ne rimasero affascinati decidendo di produrla.
Chi non avesse mai visto Fargo di Joel ed Ethan Coen è pregato di farlo. Ma non per seguire la serie, che, da ottimo prodotto, cammina tranquillamente con le sue gambe. Piuttosto, per godere appieno dell’ispirazione da cui parte il racconto. Ma, soprattutto, perché è uno dei film più rivoluzionari degli anni ’90, forse paragonabile solo, come impatto sul cinema del tempo, a Pulp Fiction e Matrix.

I fratelli Coen

I fratelli Coen

La serie, come il film del ’96, parte da una bugia colossale: l’idea che la storia raccontata sia un fatto di cronaca realmente accaduto. Ovviamente si tratta di un espediente per mettere in difficoltà lo spettatore che si trova davanti ad un racconto tanto grottesco quanto tragico.
Partiamo subito, quindi, dalle somiglianze con il lavoro originale.
Innanzitutto l’ambientazione: le distese innevate del Minnesota, quel bianco candido che contrasta col rosso violento del sangue. Quella sensazione di spazi infiniti, che però poi si riducono alla dimensione minuscola di una cittadina in cui tutti si conoscono.

Martin Freeman èLster

Martin Freeman è Lester

Il personaggio principale, Lester Nygaard (un bravissimo Martin Freeman, protagonista de Lo Hobbit) è incredibilmente simile all’originale Jerry Lundegaard, mentre c’è una buona differenza tra la Molly Solverson di Allison Tolman (che prova a scoprire la verità, sempre ostacolata dal suo superiore)  e l’indimenticabile personaggio che valse l’Oscar a Frances McDormand.

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Molly Solverson

E di simile, ancora, c’è il lato surreale, ironico, che sfocia in una violenza nera improvvisa, con un climax sempre imprevedibile che spiazza lo spettatore. Insomma, non sai mai se ridere o sconvolgerti. Di sicuro ti ritrovi ad applaudire.
Nonostante una regia attenta, movimenti di camera sempre interessanti una fotografia meravigliosa, una minuziosa attenzione ai dettagli e una colonna sonora fantastica, la scrittura è senza dubbio il punto di forza della serie, che, a parte per un piccolo collegamento che viene fuori nel quarto episodio, presenta una storia completamente indipendente da quella del film.

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Lester con la moglie

Ma la parte migliore è che noi sappiamo tutto dall’inizio. Dalla prima puntata conosciamo i colpevoli, i moventi, gli esecutori e i “mandanti” degli omicidi.
Quindi la suspense in Fargo non è data dalla ricerca della verità, ma dalla totale imprevedibilità degli eventi, mentre seguiamo i colpevoli che provano a farla franca.
Fin dal primo episodio, come dicevo, i colpi di scena a non mancano.
Per essere precisi, Fargo ha dei movimenti spesso molto lenti, che portano a guizzi improvvisi rispetto ai quali lo spettatore salta sulla sedia, inorridito e  divertito, colpito e incredulo.
Insomma l’anima di chi guarda si ritrova quasi divisa in due, in bilico tra il bene ed il male.

I prsnaggi principali di Fargo sono compltamente antittici

I personaggi principali di Fargo sono completamente antitetici

Lester è un agente assicurativo, un uomo fallito, debole, vigliacco, vittima degli eventi e della moglie, di un fratello “riuscito” e di un vecchio compagno di classe (Sam Hess) che ancora fa il bullo con lui.
Il casuale incontro con il killer Lorne Malvo lo farà finire al centro di un vortice di omicidi, truffe, ricatti, vendette e depistaggi.

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Lester incontra Malvo

Malvo, che ricorda vagamente il terribile Anton Chigurh (Javier Bardem) di “Non è un Paese per Vecchi“, è interpretato da un magnifico Billy Bob Thornton, vecchia fiamma dei Coen.
Divertente, psicopatico, geniale, crudele all’inverosimile, la creatura di Thornton è senza dubbio il vero grande protagonista della serie.

Malvosi spaccia pr pastore protstante

Malvo si spaccia per un innocente pastore protestante

Curatissimi anche i personaggi minori, tra cui i due (meravigliosi!) killer, uno psicopatico e l’altro sordomuto, arrivati da Fargo per indagare e vendicare la morte di Hess

I due killer inviati da Fargo per vendicare Hess

I due killer di Fargo

Insomma, la violenza surreale, le atmosfere cupe, uno stile impeccabile, degli interpreti eccezionali, inaspettate e profonde riflessioni e la capacità di non prendersi mai troppo sul serio fanno di questa serie l’evento televisivo dell’anno.

Fargo, la serie

Fargo, la serie

Fargo è una serie antologica. La storia si concluderà, quindi, con il decimo episodio. Nella prossima stagione tutto ricomincerà da capo. Con nuovi attori, nuovi protagonisti e, ovviamente, una nuova storia. Solo la neve,pare, non si sciolga mai.

Otello Piccoli

 

6 pensieri su “Fargo: ironia, violenza e genialità per la serie tv più bella del momento

  1. Magari appena finiamo il trono proviamo a seguirla. Proveró a vedere il film che non so come mai non lo abbiamo mai visto, ma una domanda: ancora violenza. Tanta. Perchè? Prima c’erano beverly hills, merloce place, poi avvocati, medici, intrighi di ogni… Poi di botto sangue a fiotti gratuito… Non mi piace un granchè. Ma ti chiedo se c’è una ragione precisa.. Non so, sociologica… Booh ciao!

    • Beh, senza farti un trattato sociologico (che, per inciso, non sono in grado di fare) diciamo che da un po’ di tempo, e secondo me per fortuna, i personaggi principali cominciano a non essere più, per forza, i buoni.
      Abbandonata la retorica del bene che batte il male, arriva una narrazione che non è “più vera”, ma forse più verosimile.
      Ci sono, a mio parere, due spiegazioni. Una “politica”,il mondo cambia e raccontare questi cambiamenti significa anche raccontare violenza.
      L’altro è un espediente narrativo. L’eroe negativo ti permette di entrare subito nel vivo della storia,mentre il vecchio eroe positivo doveva prima narrare la sua tranquillità,per poi arrivare al punto di rottura che permetteva lo sviluppo della storia.

      In ogni caso, se il prodotto è ben fatto, anche la violenza diventa gradevole.
      Ps: spero per te che ad ogni episodio della quarta stagione del Trono tu stia spulciando la mia rubrica! Ahah!

      • Ah scusa, grazie, sei stato abbastanza esaustivo! Ho capito il discorso dell’impatto di buoni e cattivi. Funziona in effetti. Il resto sono gusti personali, immagino. Caporai che per una che ama le commedie romantiche natalizie…. Vabè..! Ciao!

  2. Adoro Fargo, non ho perso una sola puntata! Bella recensione! Il Film lo vedrò a breve (tempo libero permettendo) non sapevo finisse in soli dieci episodi! Condivido tutto quello che hai detto : il punto di vista dei cattivi in realtà piace sempre perchè è molto più “accattivante” nel caso di Fargo privo di razionalità, ma la Follia è comunque parte della realtà quotidiana! A me il lieto fine e gli eroi non sono mai piaciuti!

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