Lo so, lo so, sto facendo il latitante, ma vi assicuro che, dai primi giorni di settembre, riprenderà la consueta pubblicazione di 5-6 articoli a settimana. Per adesso fatemi godere questi ultimi scampoli d’estate.
Godere è un eufemismo, perché io sono a lutto. Ho passato la notte sveglio per veder premiati Peter Dinklage e Kevin Spacey, o almeno uno degli autori delle mie serie preferite ma, almeno per quanto riguarda i premi principali, né Il Trono di Spade, né House of Cards o Masters of Sex hanno avuto alcun riconoscimento.
La mia unica consolazione è stata la straordinaria Julia Louis-Dreyfus che, con VEEP, si è aggiudicata l’Emmy come migliore attrice protagonista per una serie comedy.
Il Trono di Spade, la serie superfavorita con 19 candidature, si è dovuta accontentare dei 4 premi “tecnici” assegnati la scorsa settimana:
Direzione Artistica per una Serie Contemporanea o Fantasy (Camera Singola)
Trucco Prostetico per una Serie, Miniserie, Film Tv o Speciale
Costumi per una Serie
Effetti Speciali e Visivi
Premi minori anche per House of Cards, Masters of Sex e The Blacklist.

Tyrion Lannister c’è rimasto male: “ma nemmeno un Emmy piccolo piccolo, dopo tutto quello che ho passato?”
A trionfare, invece, è stata Sherlock, con ben 7 Emmy, seguita da Breaking Bad, che se ne è aggiudicata 6.
Ecco i premi principali consegnati ieri per quanto riguarda le serie tv:
Jim Parsons migliore attore protagonista serie comedy
Julia Louis-Dreyfus migliore attrice protagonista serie comedy
Aaron Paul migliore attore non protagonista serie drammatica
Anna Gunn migliore attrice non protagonista serie drammatica
Julianna Margulies migliore attrice protagonista serie drammatica
Bryan Branston migliore attore protagonista serie drammatica
Modern Family miglior serie comedy
Breaking Bad miglior serie drammatica
La serata è andata avanti più o meno come una cerimonia degli Oscar in tono minore (ma vedremo quanto durerà questa subalternità, visto il successo sempre più crescente dei prodotti seriali e la crisi del cinema), con una comicità non troppo brillante ed, ovviamente, il tributo a Robin Williams, affidato all’amico Billy Crystal.
Ora questo, in breve, è quello a cui hanno assistito gli spettatori di tutto il mondo. Ma loro sono sfortunati, perché non hanno la Rai.
Noi, invece, fortunati, la Rai ce l’abbiamo e, visto che ne ha conquistato l’esclusiva, ci siamo sintonizzati su Rai4 che ci ha regalato una perla dopo l’altra.
Innanzitutto, ad ogni break pubblicitario (e nella tv americana ne fanno davvero tanti) ripassava sempre il medesimo spottone sulle serie tv “prossimamente su Rai4” quasi sempre con il tema musicale di un’altra serie in sottofondo.
Ma la cosa davvero incredibile è stata la coppia di conduttori: Joe Violanti, che non capiva nemmeno quali premi stessero assegnando (“è la sceneggiatura? sì è la sceneggiatura! Ah, no, scusate, ero distratto, è la migliore attrice”. Eri distratto?? Ti preparavi i pop corn??), e Gene Gnocchi, spacciato per esperto, che non solo non sapeva nulla sulle serie tv che venivano premiate, ma che ha vomitato per quasi 4 ore battute penose, improvvisazioni scadenti, commenti da latte alle ginocchia. Per lo più sempre fuori tema. Come se si fosse portato le battute già pronte da casa, estrapolate dal testo di uno spettacolo che nulla c’entrava con la premiazione degli Emmy.
Ma io dico: sarà costata qualcosa l’esclusiva di questo show? Ma non l’abbiamo qualcuno competente, e magari anche divertente visto che s’è puntato sul comico, per evitare che questa lunga maratona nel cuore della notte diventasse il deserto della noia?
Ma la Rai è un po’ come la Banda Bassotti: si prepara e si organizza per scassinare il deposito di Paperon de Paperoni, ma quando arriva alla cassaforte, si accorge di aver dimenticato il piede di porco a casa.
Col piccolo dettaglio che, almeno, la Banda Bassotti non lavora coi soldi pubblici.
Otello Piccoli
Ti lascio un “bacio”.
Domani saprai il perchè 🙂
Sally
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