Si può trasformare un format un decisamente banale in un format veramente indecente? Ovvio che sì. basta volerlo, e alla Rai lo vogliono
Quando il programma della Endemol fece la sua apparizione su Raiuno, nel 2003, fu del tutto evidente che lo show non si basava tanto sul format, che tra l’altro nella sua versione base è di una banalità sconcertante, quanto sul conduttore: Paolo Bonolis.
Da grande istrione qual è, quando non pretende di fare il filosofo e si dedica all’intrattenimento puro, Bonolis fu un fulmine a ciel sereno nel cosiddetto “access prime time”, mettendo per la prima volta in crisi la leadership decennale di Striscia la Notizia.
Ma quando nel 2005 Bonolis lasciò, si vide che il contenitore non era in grado, da solo, di tenere.
Da allora, con alti e bassi, si sono alternati conduttori di ogni tipo, tra cui perfino Pupo (Pupo!), ma soprattutto s’è cercato di rendere meno elementare il gioco, inserendo una serie di, peraltro ignobili, varianti.
Affari Tuoi,in fondo, è un gioco che si basa essenzialmente su due elementi:
- un gran colpo di culo.
- la totale ignoranza in materia di statistica dei telespettatori
Ma, per non farvi inutili pistolotti sulla statistica, vi regalo un estratto del film “21”, con Kevin Spacey, che fa incredibilmente al caso nostro.
Dal settembre di quest’anno la conduzione è tornata in mano a Flavio Insinna.
Tanto Bonolis era brillante, quanto Insinna è deludente. Melenso, vorrebbe essere spiritoso, ma ride solo lui.
Innanzitutto va detto che Insinna ha preso la bizzarra abitudine di aprire le puntate indossando una serie di improbabili occhiali che possono essere oggi a forma di specchietto retrovisore, domani a forma di pterodattilo. Così, tanto per farti sentire subito un deficiente per aver deciso di guardare Raiuno.
Poi la puntata comincia.
Decido, per pietà nei vostri confronti, di sorvolare sull’inutilissimo gioco “da casa”, e passo a raccontarvi la gara
Il giocatore estratto è quello del Veneto.
La prima cosa che si nota è che adesso tutti i giocatori hanno una specie di lavagnetta con nome, cognome e perfino soprannome!
C’è il boscaiolo, la roccia, sampei, la matta, e tutta un’altra serie di nomignoli più o meno sopportabili.
In sottofondo ci sono le musichette stile zecchino d’oro.
C’è perfino un tipo, detto Mr Pacco, con una scatola sulla testa. Roba da chiedersi come faccia,a casa, a raccontare ai figli che mestiere fa senza vergognarsi nemmeno un po’.
Per tutta la puntata la scelta dei pacchi viene accompagnato da un forzatissimo battimani da parte dei concorrenti e del pubblico, costretto da appositi addetti.
Mentre i concorrente dilapida la sua fortuna, Insinna tenta di divertire il pubblico con battute come questa: “ah tu vieni da Monfumo. Ma lì dite mai “scusi ha da accendere? No grazie mon fumo”?
Ora, a parte che, in caso, si risponde “mi dispiace” e non certo “no grazie”, ma si può pagare coi soldi pubblici un tipo simile?
La risposta è sempre la stessa: ovvio che sì.
A un certo punto chiama “la dottoressa” (quello che per Bonolis era l’infame), che fa la sua classica offerta di soldi. Il concorrente fa una bella riflessione filosofica, della serie “i soldi non sono tutto nella vita, speriamo di vincerne di più”, rifiuta e si applaude da solo, tutto fiero.
Insinna, nel frattempo, insiste con le sue perle e, rivolto alla sala, afferma: “siete il miglior pubblico che ho avuto stasera” e torna in postazione ridendo tutto contento.
Intanto, chissà perché, “la dottoressa” vuole sapere come andava a scuola il concorrente, così lui ci racconta un po’ di affari suoi (il che, onestamente, è coerente col nome del programma).
Insinna domanda se la moglie sia monfunese, lui risponde che viene da un paese vicino, Il conduttore allora esclama: “ah straniera!” Ecco ha appena fatto la sua battuta migliore quando, con un impeto di xenofobia, il concorrente trasale: “no no, non è straniera!”. Non sia mai.
Si ricomincia coi pacchi ma a un certo punto la “testa di pacco” si alza e tutti i concorrenti vengono costretti a indossare delle orecchie rosa da coniglio e a ballare il “gioca jouer”!
Io sto quasi per chiamare amnesty international, ma decido di trattenermi. Anche se ancora adesso dubito che sia consentito dalla convenzione di Ginevra una simile umiliazione per i prigionieri.
Insomma si scivola verso la fine, al concorrente viene offerto un cambio, lui accetta e perde 250000 euro. Ma invece di disperarsi lui, si dispera Insinna.
Attacca una filippica pseudofilosofica sul destino e sulla cabala, dice che nella vita c’è sempre un motivo per cui le cose accadono e lascia gli spettatori lì in attesa di capire se riuscirà a superare il momento o ci lascerà le penne, morendo in diretta tv di crepacuore. Ma Insinna è forte, si ricompone, termina la lezione di vita agli spettatori, e ricomincia il gioco.
Io sto lì che quasi prego e mi chiedo: Flavio Insinna non ha nemmeno 50 anni. Non potrebbe tentare, almeno per un attimo, di smetterla di rendersi ridicolo, e magari provare ad essere un presentatore moderno, adatto alla tv del 2000? E’ così difficile superare questo stile buonista anni ’80? Potrebbero, lui e gli autori, provare a pensare che il pubblico non è fatto solo da bambini o arteriosclerotici?
Ma mentre gli uso questa premura, per dirla alla De Andrè, il nostro amico non mi ricambia la cortesia, regala 20000 euro al monfunese, e mi dà appuntamento ad oggi alle 20:30 su Raiuno.
Purtroppo per lui, non ci sarò.
Otello Piccoli
Ciao.
In quanto laureato in scienze statistiche, suggerisco che potresti scrivere una seconda parte su questo orribile programma, soffermandoti sull’aspetto statistico delle offerte, spesso rifiutate.
Insomma, se ho (fingiamo) 4 pacchi da
1 ciabatta
0 Euro
5000 Euro
15000 Euro
E me ne vengono offerti 8000…. rifiutare non è logico.
O è la mia forma mentis troppo… matematica?
Kikkakonekka
Ma tu hai presente le facce dei concorrenti?
Non lo guardo mai, se non quando vado a trovare i miei genitori un po’ anziani. Io tento di cambiare canale, senza riuscirci mai.
Le facce: beh, le donne sono anche carine, ma non spicca mai (né uomini, né donne) quella scintilla di intelligenza media che invece anche un gioco scemo necessiterebbe.
Kikkakonekka
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Sono d’accordo completamente e su tutto quello che ha detto Otello, mi chiedo solo perchè la gente guarda ancora questo schifo di programma che solo bonolis ha saputo divertire i telespettatori, senza mai fare filosofia nè lezioni di vita come hanno fatto giusti e insinna.