Boris, il capolavoro che ha denunciato la tv “a cazzo di cane” (III Parte)

Alessandro e Mariano (Alessandro Tiberi e Corrado Guzzanti)

Alessandro e Mariano (Alessandro Tiberi e Corrado Guzzanti)

Nella prima e nella seconda parte (cliccate sui link per leggerle) vi ho dato un assaggio di tutti i protagonisti più significativi di Boris.
Ma non si può chiudere il discorso senza la vera guest star della serie.
Per gran parte degli episodi della seconda stagione, infatti, partecipa alle riprese anche Corrado Guzzanti, con ben due ruoli.
Il primo è quello di Mariano Giusti interprete del perfido Conte ne Gli Occhi Del Cuore2.
Borderline, violento, piromane, Mariano è folgorato sulla via dell’Abruzzo dall’apparizione di Gesù Cristo che gli chiede uno strappo sulla Roma-L’Aquila, e lo convince che deve molare il ruolo del cattivo per interpretare il Beato Frediani nel nuovo prodotto della rete.
Ma viene subito stoppato con una motivazione inappellabile: il Beato Frediani è un ruolo da serie A e dev’essere interpretato da un attore da serie A: Fabrizio Frizzi.
Mariano è frustrato e se la prende perlopiù con Alessandro, minacciandolo costantemente con la mazza da baseball, distruggendo tutti i suoi effetti personali, costringendolo a pregare con lui.  Continua a leggere

Boris, il capolavoro che ha denunciato la tv “a cazzo di cane” (II Parte)

Boris – Gli scenggiatori (Valerio Aprea, Massimo De Lorenzo, Andrea Sartoretti)

Il secondo capitolo (il primo lo trovate cliccando qui) dell’analisi su Boris non può che aprirsi con gli sceneggiatori.
Torre, Ciarrapico e Vendruscolo, con un’autoironia di livello veramente raro, inseriscono tre personaggi anonimi (nel vero senso della parola, non vengono mai chiamati per nome), nel ruolo degli sceneggiatori, interpretati da Valerio ApreaMassimo De Lorenzo e Andrea Sartoretti.
Tre allegri fancazzisti strapagati, raccomandati, iscritti a “Sceneggiatura Democratica”, la correnti di sinistra della lobby degli sceneggiatori.
I tre passano il tempo a cazzeggiare, e riducono il proprio lavoro al minimo indispensabile, anzi spesso anche a molto meno.
Chiudono tutte le scene su personaggi basiti, preparano la “sotto-trama comica” scrivendo “qui gli attori improvvisano una scena comica”, e, nella terza stagione, saccheggiano a mani basse serie tv americane spacciandole per loro.
Da malore la sequenza della “festa del grazie”: i tre delinquenti hanno italianizzato la festa del ringraziamento, sostituendo il tacchino con le quaglie e quando arriva il giorno delle Continua a leggere

Boris, il capolavoro che ha denunciato la tv “a cazzo di cane” (I Parte)

Il cast della prima stagione di Boris

Il cast della prima stagione di Boris

Vorrei dedicare alcune riflessioni alla fiction italiana e questo mi obbliga a iniziare con il più bel prodotto che la tv di casa nostra abbia mai visto: Boris( di cui, tra l’altro, ci stanno facendo annusare la possibile uscita di una quarta stagione). Ma per affrontare un fenomeno televisivo come questo serve più di un post, quindi oggi vi beccate solo la prima parte.
Diviso in tre serie da 14 episodi, intelligente, brillante, sarcastico, cinico e, soprattutto, divertente, Boris è un’amara satira sullo stato della televisione italiana: metatelevisione ai massimi livelli.
In Boris non si salva nessuno, e anche i personaggi che possono apparire positivi in un primo momento, vengono disintegrati, a volte anche con una sola battuta.
C’è corruzione, raccomandazioni, politica. Ci sono le pubblicità occulte, il nonnismo, lo sfruttamento del lavoro, la mancanza di sicurezza. Tutti hanno protezioni sempre più in alto, e tutto il lavoro è fatto pensando che il prodotto dev’essere di scarsa qualità, la parola d’ordine è pressapochismo. Continua a leggere

Forum: rave, droga e il moralismo ipocrita di Barbara Palombelli

Barbara Palombelli

Barbara Palombelli

Barbara Palombelli sta al giornalismo come il Gabibbo sta all’astrofisica.
Ma nessuno gliel’ha mai detto, quindi lei, con quella cadenza da personaggio di Carlo Verdone, continua a spacciasi per opinionista, di quelli che non sanno nulla di nulla e quindi dicono la loro su tutto.
Per la sua edizione di Forum ha preteso, quindi, che le “cause” fossero incentrate sull’attualità

La puntata di ieri, infatti si apre con lei che, tutta fiera e tradendo un sorriso soddisfatto, dice testualmente: “grazie di averci seguito, questi giorni sono giorni in cui noi ci cimentiamo con temi molto forti e molto duri, ci avete continuato a seguire e questo ci riempie d’orgoglio, ve lo voglio dire, perché non abbiamo preso le scorciatoie – e qui ci mette una certa enfasi- dei temi facili, e anche oggi affrontiamo un tema durissimo, un tema, pensate, io per due anni alla radio dove lavoravo, ho fatto una campagna per sensibilizzare le autorità, le persone, e il mio pubblico (che lei, quindi, distingue dalle autorità e dalle persone. Che saranno? Pesci rossi?) sulla questione della droga. Purtroppo ho riscontrato una grande ignoranza, nel senso Continua a leggere

Dinner Date: come ti cucino la tipa a cena

Veronica

Se non sapete cantare e vi siete disperati scoprendo “Sing Date“, non temete perché su SkyUno non si fanno mancare niente.
Capita infatti di imbattersi anche in Dinner Date, il programma tv per rimorchiare cucinando.
Se non sapete né cantare né cucinare, ma siete campioni condominiali di tiro alla pantegana, avete solo da aspettare e sperare che qualcuno inventi Hunting Date. Oppure potreste anche fare all’antica e imparare ad approcciare una persona conosciuta in modo normale.
Dinner Date è un programma televisivo britannico andato in onda su ITV STV e UTV per tre stagioni, dal 2010 al 2012, e poi, giustamente, abortito.

Veronica, 29 anni, americana trapiantata a Londra, cerca l’uomo giusto sfogliando cinque menu, e scegliendone tre. Poi scroccherà tre cene a casa dei rispettivi autori, e ne sceglierà uno per una “cena romantica” al ristorante. Continua a leggere

Tale e Quale show: quell’irrefrenabile voglia di uccidere Fabrizio Frizzi

Christian De Sica, Loretta Goggi, Flavio Insinna, Claudio Lippi

Christian De Sica, Loretta Goggi, Flavio Insinna, Claudio Lippi

La chiamata alle armi significa che dei bianchi di pelle mandano dei neri di pelle a fare la guerra contro dei gialli di pelle, per difendere la terra che loro hanno rubato a dei rossi di pelle!

M’è venuta in mente questa citazione da Hair, il film di Milos Forman tratto dal musical di Galt MacDermot, guardando “Tale e Quale Show“, un programma in cui un vip presenta dei vip che imitano dei vip per una giuria di vip.
Solo che a guardarli, invece dei vip, ci sono sei milioni di italiani che amano vedere questi tizi chiacchierare e scherzare tra di loro con un umorismo che, in terza media, li avrebbe trasformati, in un attimo, nel pungiball della classe.
Ma siccome questi hanno più milioni in tasca che globuli rossi nel sangue, gli si può perdonare di tutto. Continua a leggere

Alice, lo spin off di C’era Una Volta


Se vi siete lasciati trasportare da Once Upon A Time (C’era Una Volta) e aspettate con ansia la terza stagione, che dovrebbe andare in onda come ogni anno da gennaio, sarete felici di sapere che negli Usa, da settembre, ha grande successo uno spin off della serie dal titolo Once Upon A Time in Wonderland.

Una rivisitazione delle avventure di Alice narrate da Lewis Carroll, in pieno stile C’era Una Volta.
La commistione, insomma, tra il mondo degli umani e quello delle fiabe, prendendo spunto dal personaggio che, forse, primo fra tutti aveva legato le due realtà: Alice. Continua a leggere

Sing Date: incontri clandestini per sfigati canterini

Sophy è una ragazza molto carina, 21 anni, bionda, bel viso, bella voce, ma ha un problema: non se la fila nessuno.
Mi chiedo il perché, ma appena apre bocca le nubi si diradano e tutto si fa più chiaro.
Diciamo che non è proprio la nipote di Einstein, al massimo è la cugina di Flavia Vento, e in effetti l’automobile rosa shocking ed il boa in pendant avrebbero dovuto insospettirmi.
In ogni caso lei è molto contenta, e considera questa la sua occasione d’oro perché potrà approcciare degli uomini senza dover parlare (sic).

Infatti, Sophy è una concorrente di Sing Date, il reality show in cui un mucchietto di sfigati cercano di farsi scegliere da una ragazza in base alle loro prestazioni canore via webcam.
Funziona così: lei guarda i filmati, seleziona tre aspiranti partner, improvvisa con loro un duetto, sempre via web, e poi ne sceglie uno per vedere se scoccherà la scintilla. Anzi, come dice la voce fuori campo, se “sarà amore a prima nota”. Continua a leggere

Niente Crozza e un Gazebo mesto: la Sardegna e l’ipocrisia autoassolutoria

mori makkox

Passi per Crozza, ma ieri pure Zoro ci è caduto.
È l’emergenza autoassolutoria che pervade la tv quando una strage commuove il Paese: stop all’infotainment, stop al frizzo e al lazzo inserito nell’approfondimento, spazio a un finto, purché esibito, dolore. Per dire “ehi, pure noi siamo sensibili”. Eppure, in realtà, con questa sospensione la tv mostra il suo lato peggiore. Il suo lato peloso. Quello ipocrita.

È una storia lunga, quella della sospensione dei palinsesti. Affonda le radici nel 1978, nella strage di via Fani: il Paese, quel giorno, si era fermato, si era commosso da Trieste in giù, eppure in prima serata andò in scena comme d’habitude Raffaella Carrà, a cantare in una clip registrata prima del rapimento di Aldo Moro su come fosse bello far l’amore in quell’Italia colpita al cuore dalle Br. Seguirono naturali polemiche, qualche presa di posizione e una rivelazione tardiva della stessa Carrà: “Quel giorno – disse la bionda showgirl a ‘L’Espresso‘ vent’anni più tardi – telefonai alla Rai e dissi ‘vi prego, non mandate in onda il mio varietà’. Continua a leggere

Tacco 12: Cristina Chiabotto e quello strano masochismo femminile

Cristina Chiabotto

Cristina Chiabotto

Alla faccia di decenni di sacrosante lotte femministe, le donne non riescono ad affrancarsi dall’istinto di piacere all’uomo. E questo, direte voi, è naturale, succede anche in senso inverso.
Vero, solo che per le donne questo istinto è legato ad una maledizione.

Pur di piacere agli uomini (se lo dici ad alta voce ti risponderanno che lo fanno per piacere a sé stesse, ma mentono alla propria anima), queste strane creature sono costrette, da un’oscura forza, ad infliggersi punizioni medievali mutuate direttamente dai manuali di tortura dell’inquisizione.
Si strappano via i peli con la cera, ma anche con le pinze. Si costringono a girare in pieno inverno con abiti succinti che lasciano la schiena seminuda, e minigonne che giustificano con l’affermazione “ma con le calze non fa freddo” (false come Giuda!). Poi passano a dipingersi la faccia come fosse un Caravaggio, riempiendola di colori, creme, polveri, che se si avvicinano a salutarti sembra di baciare un barattolo di cipria.
Ma, soprattutto, le donne amano costringere i propri piedi dentro scarpe che non potrebbero contenere nemmeno il loro alluce e, grazie ad esse, restare sollevate come durante il supplizio della corda. Continua a leggere