Avendo già detto la mia su Giovanni Floris, sulle sue sopravvalutate capacità di conduttore, sullo stile, sulla sua assoluta incapacità innovativa, non pensavo di dover tornare a sparare sulla croce rossa. Ma come tacere di fronte all’esordio su La7 con un capolavoro come “Diciannovequaranta“?
Il ragazzo lo aveva anche detto: “sarà un omaggio a Enzo Biagi!”.
Infatti ha posizionato in studio una scrivania. E qui termina l’omaggio a Biagi. Tutto il resto è un omaggio a Ballarò.
Cartellina alla mano con gli occhi sempre fissi per leggere ogni parola, l’aria seria e grave, le solite noiosissime e didascaliche schede per presentare la “notizia del giorno”, il solito, noiosissimo, Nando Pagnoncelli per l’inutile sondaggio di fine puntata: cosa pensano gli italiani del gelato al ginseng? Continua a leggere
Diciannovequaranta: Floris è il solito Floris, ma ora è perfino senza pubblico
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