Avendo già detto la mia su Giovanni Floris, sulle sue sopravvalutate capacità di conduttore, sullo stile, sulla sua assoluta incapacità innovativa, non pensavo di dover tornare a sparare sulla croce rossa. Ma come tacere di fronte all’esordio su La7 con un capolavoro come “Diciannovequaranta“?
Il ragazzo lo aveva anche detto: “sarà un omaggio a Enzo Biagi!”.
Infatti ha posizionato in studio una scrivania. E qui termina l’omaggio a Biagi. Tutto il resto è un omaggio a Ballarò.
Cartellina alla mano con gli occhi sempre fissi per leggere ogni parola, l’aria seria e grave, le solite noiosissime e didascaliche schede per presentare la “notizia del giorno”, il solito, noiosissimo, Nando Pagnoncelli per l’inutile sondaggio di fine puntata: cosa pensano gli italiani del gelato al ginseng?
In mezzo interventi brevi e vaghi sul nulla, con collegamenti che, tra stile ed inutilità, ricordano molto quelli dei Broncoviz per i TgRiuniti.
Prendiamo la puntata di ieri. Il tema è la guerra di Obama all’IS (o ISIS, se vi piace di più), e gli interventi del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e di John McCain (sfidante di Obama ben sei anni fa, come dire “intervisto il primo che passa”) non aggiungono niente alla discussione. La Pinotti, fondamentalmente, fa solo un breve discorsetto retorico sulle donne schiavizzate e torturate (cosa assolutamente orribile, ma che accade in gran parte del mondo senza che nessuno faccia una piega. E quindi serve solo come giustificazione per preparare il pubblico all’eventuale guerra).
La guest star della serata è Gianni Riotta, che non solo è convinto di essere un giornalista, è perfino convinto di essere americano. Non essendo né l’uno né l’altro, parla a vanvera di Nato e dei nostri obblighi internazionali.
Ma la vera chicca è il collegamento telefonico di Alfano. Già intervistare il Ministro dell’Interno su questioni internazionali è un ossimoro in sé. Se poi aggiungiamo che il ministro è Alfano, il risultato sono 5 minuti di “non lo so, non posso rispondere, non abbiamo dati”, oltre che il solito pistolotto sulla cristianità, Roma, il Vaticano, per cui potremmo essere annessi al califfato islamico senza nemmeno accorgercene.
A Pagnoncelli, stavolta, “gli italiani” devono rispondere se “temono attacchi sul nostro territorio”. Cioè la stessa domanda fatta ad Alfano, sperando che gli intervistati abbiano risposte più interessanti. Purtroppo, come sarebbe evidente anche ad un adolescente alle prese con una ricerca scolastica, quindi non a Floris, quando un sondaggio è inutile, altrettanto inutile ne è la risposta.
Innanzitutto “gli italiani” (si badi bene, non gli intervistati, ma l’intero popolo) sanno sull’IS quello che leggono (pochi) o che ascoltano in tv, quindi se gli dici che devono temere, temono, se gli dici il contrario non temono. Sei tu che glielo devi spiegare, altrimenti stai solo raccogliendo chiacchiere da bar dello sport!
Ma, soprattutto, chi se ne frega! Essere costretti a fare uno o più sondaggi al giorno ti porta per forza a chiedere cose su cui l’opinione degli intervistati è inutile e non sposta niente. Ma vaglielo a spiegare.
Insomma, in un quarto d’ora circa “Diciannovequaranta” ci regala gli schemini, 4 diverse opinioni (a caso) sul fatto in questione, e un paio di sondaggi. Decisamente troppo, senza approfondire nulla. E Floris in tutto questo? Il vuoto, il nulla. Roba che, se ci metti un termosifone al posto suo, nessuno nota la differenza.
Ora, senza infierire sui dati dello share che non raggiungono il 2% ci sarebbe da rivolgere una domanda al conduttore: Floris, ma sarebbe questa la grande innovazione che ti impedivano in Rai? Cioè, hai lottato e te ne sei andato, per condurre ‘sta roba? Secondo te bastano quattro luci e un effetto tablet per spacciare il format come una novità? Ma un’idea, che sia una, ce l’hai? Hai condotto per 12 anni lo stesso identico programma, e ora ce lo riproponi in pillole?
E cosa ci dobbiamo aspettare da “DiMartedì“? No perché Crozza e Pagnoncelli sembrano ormai confermati. Se ci sono anche la Polverini e la Brambilla, tanto valeva che continuassi in Rai!
Anche perché, dall’altra parte, Massimo Giannini sembra intenzionato (giustamente) a modificare il format per evitare il pollaio al quale Floris è, invece, affezionatissimo.
Dovremo aspettare ancora pochi giorni per scoprire chi vincerà tra i format primetime del martedì. Anche se una battaglia l’hanno persa entrambi: Crozza è un genio, Benigni (che aprirà la prima puntata del nuovo Ballarò), ovviamente, non si discute, ma…se la battaglia sull’approfondimento politico la si deve combattere a suon di comici, seppur bravissimi, il funerale dell’informazione è sempre più vicino
Ps: dato che nei commenti del post precedente su Floris qualcuno se ne è uscito parlando di invidia (wow, che argomentazioni!), tagliamo subito la testa al toro: sono invidioso di Floris. Moltissimo. E’ proprio il mio modello di giornalista.
Ora posso dire, in santa pace, che conduce un programma assolutamente inutile?
Otello Piccoli
Nel caso in cui avessi bisogno di conferme……
http://espresso.repubblica.it/visioni/2014/09/10/news/l-insostenibile-inutilita-di-giovanni-floris-1.179608?fb_action_ids=10152388573532404&fb_action_types=og.recommends&fb_ref=s%3DshowShareBarUI%3Ap%3Dfacebook-like
Eheh, da notare i commenti dei lettori.