Band of Brothers: la storia della compagnia Easy

La Compagnia Easy

La Compagnia Easy

Non amo molto Steven Spielberg, e nemmeno Tom Hanks. Ancora meno mi piacciono quei film di guerra in cui gli americani esaltano sé stessi come eroi e salvatori del mondo.
Quindi ho approcciato la loro produzione “Band of Brothers“, miniserie del 2001 in una sola stagione, riproposta da Sky Atlantic durante l’estate, con questo stato d’animo.
Anche perché si presenta come spin off di “Salvate il Soldato Ryan” che io mi sono ufficialmente rifiutato di vedere.
Eppure, dopo poco, mi sono lasciato prendere, più che dalla storia, dal ritmo e dalle inquadrature, dai lunghi piani sequenza dentro le trincee, dalla telecamera a spalla che rende perfettamente l’idea del caos in battaglia.

L'assedio di Bastogne

L’assedio di Bastogne

E poi i carrelli, gli schizzi di sangue sulla macchina da presa, gli arti che saltano in aria con una resa realistica eccezionale, di una crudezza autentica e angosciante, che ti getta addosso la dura realtà della guerra.
Su tutto, quella spettacolare inquadratura della flotta aerea che lancia i paracadutisti all’assalto della Francia.
Molto buona anche la cura dei vari personaggi, delle loro reazioni davanti all’orrore, alla perdita degli amici, alle ferite, ma anche, poco alla volta, una umanizzazione del nemico.

David

David Schwimmer è il capitano Sobel

La storia è quella della Compagnia Easy, ovvero la celebre compagnia E del 2º battaglione del 506º Reggimento di Fanteria Paracadutista della 101ª Divisione Aviotrasportata dell’Esercito degli Stati Uniti d’America, che ebbe il compito di lanciarsi nei cieli di Francia per preparare lo sbarco in Normandia delle truppe alleate.
Successivamente, la compagnia affrontò importanti battagli in Olanda e in Germania, fino ad arrivare a Dachau, dove i soldati videro per la prima volta un campo di concentramento nazista.

L'arrivo a Dachau

L’arrivo a Dachau

Certo, la prima cosa che colpisce è il tentativo di affidare un ruolo da duro (meglio ancora, da fanatico) a David Schwimmer, il Ross di Friends, che però esce subito di scena per riapparire solo a fine serie. Interpreta, infatti, il capitano Sobel, primo comandante della compagnia, presto sostituito da Richard Winters.

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Damian Lewis è Richard Winters

Tutte le puntate della miniserie si aprono con le interviste originali ai reduci della compagnia e si chiudono con didascalie che offrono ulteriori informazioni sugli eventi. L’ultima puntata ha le interviste nel finale.

Una foto originale di Richard Wintres

Una foto originale di Richard Winters

Com’era ovvio, c’è una certa dose di retorica autocelebrativa tipicamente americana, ma è superata, nella godibilità della visione, dal ritmo e dalla tensione dati da una regia così attenta e coraggiosa (si sono alternati 5 registi, tra cui, per un episodio, lo stesso Tom Hanks).
Gli episodi li trovate in replica su Sky Atlantic o nel servizio on demand di Sky. In queste settimane, invece, va in onda “The Pacific“, la seconda parte della storia, che racconta la guerra tra gli Usa ed il Giappone. Naturalmente, parliamo di una produzione HBO.

Otello Piccoli

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