Dario Fo (e Mika) su Raiuno: la cultura in prima serata nel Paese di Zelig e Checco Zalone

Dario Fo racconta San Francesco

Dario Fo racconta San Francesco

Ieri sera Raiuno ha fatto una cosa che non faceva dalla prima lettura della Divina Commedia da parte di Benigni: cultura in prima serata.Dario Fo, infatti, è stato chiamato a portare in scena una versione ridotta, ma anche riveduta, de Lu Santo Jullare Francesco, lo spettacolo che narra le gesta censurate del santo di Assisi, che si unisce ai ribelli, abbatte le torri, finisce in prigione, si scaglia contro il papato, si comporta da giullare per attirare il popolo.
Ad 88 anni suonati il Premio Nobel per la Letteratura regge il palco come un leone, ridicolizzando, anzi disintegrando, questa comicità moderna fatta di tormentoni fasulli, di sketch ridotti nei tempi televisivi, e di assoluta innocuità.
Se un comico non dà fastidio al potere, dice sempre Fo, vuol dire che non vale niente.

Dario Fo entra in scena

Dario Fo entra in scena

Qui si impongono due riflessioni.
La prima è: ma un Paese abituato a ridere con Zelig e con Checco Zalone (che, a mio parere, è anche simpatico, ma da qui a fare il record assoluto di incassi al cinema in Italia ce ne passa) è in grado di ridere con Dario Fo? O meglio, la nostra idea di divertimento è ormai solo uno svuotamento della mente da pensieri e preoccupazioni o la risata può ancora mettere in moto il cervello, farci riflettere, farci capire, lasciarci anche un po’ di amaro in bocca?
Dice bene Giorgio Montanini, uno dei pochi innovatori della comicità che abbiamo oggi in Italia (per leggere clicca qui), quando afferma che il comico deve raccontare sé stesso e che è inutile e triste raccontare sul palco di quando facevi l’idraulico se l’idraulico non l’hai mai fatto.

Il pubblico in estasi per il Premio Nobel

Il pubblico in estasi per il Premio Nobel

La seconda è: la Rai può ancora essere un servizio pubblico? Ed essere servizio pubblico, non vuol dire anche regalare al pubblico qualcosa di diverso, di interessante, di importante, magari di sperimentale, fregandosene, ogni tanto, dello share?
No, perché da quando la Rai fa a gara con Mediaset per vendere spazi pubblicitari, ha solo abbassato la qualità dei prodotti, adagiandosi su una mediocrità che dà sicurezza, che aggancia il telespettatore medio senza mai scuoterlo dalla sua poltrona, senza mai provare a scandalizzarlo, a stuzzicarlo, a farlo pensare.
Eppure di tv commerciale ne abbiamo fin troppa! E’ possibile che in Italia gli unici che provano a sperimentare siano Sky e La7? Possibile che la Rai debba sempre stare al palo?

San Francesco parla agli uccelli (scenografia dipinta dallo stesso Fo)

San Francesco parla agli uccelli (scenografia dipinta dallo stesso Fo)

Se la mettiamo così, quel 10,8% di share su Raiuno (il secondo canale più visto), con un vecchio attore che parla di San Francesco in dialetto umbro, è comunque una specie di miracolo televisivo! Ma è anche il segnale che si può provare a dare ai telespettatori qualcosa di diverso, e che quelli rispondono.
Così come ha risposto il pubblico in sala, che non ha mai smesso di ridere e di applaudire uno dei più grandi geni del ‘900 italiano, un monumento vivente che in qualunque Paese sarebbe chiamato a svolgere incarichi pubblici nei settori della cultura o dell’arte, mentre in Italia ci tocca ancora leggere le banalità di chi non ha nemmeno un cervello attrezzato per capirlo.

A 88 anni Fo, ogni tanto, si siede mentre recita

A 88 anni Fo, ogni tanto, si siede mentre recita

Fo è un intellettuale unico nel suo genere, per un motivo semplicissimo: ha elevato al rango di letteratura la poesia del popolo, ha usato la cultura, i linguaggi, i dialetti popolari, li ha mescolati, ha studiato e approfondito, ed ogni suo spettacolo è intriso della storia e della terra, del sudore e delle lotte dei popoli, degli ultimi, degli oppressi.

Dario Fo e MIka

Dario Fo e Mika

Lo spettacolo si apre con una chiacchierata tra Fo e Mika, ospite d’onore della serata, di cui Dario è grande fan. Da quando si sono incontrati a “Le Invasioni Barbariche” (pr leggere clicca qui) di Daria Bignardi, si è creato questo strano sodalizio. Perché, a differenza dei suoi coetanei (e anche mia!), Fo è sempre attratto dalla novità, dalle culture giovanili, dalle tendenze. E non le derubrica a mode passeggere, anzi, cerca di capirle ed interpretarle.
Anche Mika adora Fo, e, alle Invasioni Barbariche, ha ammesso di averlo studiato per ben 13 anni, ma in inglese, ovviamente.

Tipico degli spettacoli di Fo, e quindi anche di quello di ieri, è il pubblico sul palco: Dario Fo impazzisce per i giovani, e li vuole sempre vicino.
Ecco l’entusiasmo di Fo per i giovani, per tutto quello che è nuovo, nonostante l’attenzione per il passato, è l’altra caratteristica di questo genio del palcoscenico. E’ una gioia genuina, quella del vecchio leone che cerca negli occhi dei giovani felini l’eccitazione e la freschezza che ancora albergano in lui.

La storia che Fo racconta è straordinaria, ed impossibile riassumerla, quindi vale la pena di ascoltarla dalla sua viva voce (per rivederla clicca qui), ma una cosa è sicura: non sentirete mai una banalità uscire da quella bocca.
Certo, c’è chi dice che Fo sua diventato papista (ha una particolare ammirazione per Papa Francesco) mentre io sono convinto che, invece, lui, da grande intellettuale, sappia leggere la realtà meglio di molti di noi. E sappia meravigliarsi come un bambino. Anche di un Papa che prova a cambiare il volto della Chiesa.

Mika ospite d'onore di Fo

Mika ospite d’onore di Fo

E allora la riflessione conclusiva è sì, la Rai può e deve fare cultura in prima serata. Anche riducendo un po’ gli ascolti.
Perché un pubblico abituato alla spazzatura si nutrirà solo di spazzatura, mentre un pubblico a cui inizi a servire bocconi prelibati, pian piano, inizierà a capirli e ad apprezzarli, e presto ti chiederà solo quello.
Come chicca finale, vi regalo questo articolo di Jacopo Fo che introduce la serata di ieri.

Otello Piccoli

Un pensiero su “Dario Fo (e Mika) su Raiuno: la cultura in prima serata nel Paese di Zelig e Checco Zalone

  1. Condivido pienamente sul fatto che un pubblico abituato alla spazzatura si nutrirà sempre e soltanto di spazzatura: che altra scelta ha? Bisogna assolutamente che la Rai torni a fare cultura in prima serata e ad essere servizio pubblico.

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