COMMENTO EPISODIO 4×10 DE IL TRONO DI SPADE: I FIGLI DELLA FORESTA
Evviva, evviva! Tyrion Lannister è salvo, non ci ho creduto fino alla fine! Quel fantastico nano è assolutamente indispensabile alla storia e al successo del Trono, in assoluto uno dei più bei personaggi mai apparsi in una serie televisiva, per di più interpretato da un attore straordinario! Ype ype!
Ma cosa c’è da festeggiare e da dire ype??!! La stagione è terminata, dovrò aspettare un anno prima di poter vedere altri dieci episodi, nel frattempo sarò invecchiato, avrò i capelli bianchi, le cataratte, la dentiera, l’arteriosclerosi e il morbillo! Che tristezza infinita!
Comunque sia, è un finale di stagione straordinario che risolve tutte le questioni lasciate in sospeso
Dopo la puntata sull’attacco dei Bruti, il finale di stagione non poteva che ripartire dalla missione di Jon Snow.
Eccolo, infatti, faccia a faccia con Mance, in un incontro che si rivela ben diverso da come l’avevo immaginato.
Mance sembra comprensivo e generoso, brinda ad Ygritte e agli altri caduti (da ambo le parti) e poi dice che il suo popolo ha versato troppo sangue e che si vogliono riparare dall’inverno (e forse anche dagli estranei) al di qua della barriera, anche senza combattere.
Ora, saranno i lineamenti di Mance, sarà che gli offre una strana bevanda, sarà che discutono in una tenda, sarà l’arrivo della cavalleria, ma a me sembra una trattativa tra cowboy ed indiani, dove gli indiani, ovviamente, avranno la peggio.
Infatti, mentre i due continuano a bere come fossero vecchi amici (mancano solo le pacche sulle spalle da ubriaconi!), arriva l’esercito di Stannis Baratheon che stermina gli uomini di Mance (i centomila continuano a non vedersi manco all’orizzonte) e ne cattura i capi.
Forse qualcuno di voi aveva dimenticato che Mastro Aemon aveva inviato messaggi di aiuto a tutti i cinque re, ed ecco la risposta: un’imponente armata che risolve in cinque minuti il problema Bruti.
Che poi uno pensa: e la barriera, e il Castello Nero e i corvi, e la falce e il giuramento e i libri con le storie sui bruti…e poi bastava così poco a fermarli? Per la prossima volta: preparate un esercito come quello e buonanotte.
E così, alla presenza del legittimo re (se si esclude Daenerys) si celebrano i riti funebri dei Guardiani della Notte.
Poco dopo c’è un simpatico dialogo tra Tormund e Jon sull’amore tra lui e Ygritte:
Tormund: lei ti amava
Jon: te l’ha detto lei?
Tormund: No no, parlava solo di ucciderti, per questo l’ho capito
Che culo! Per la serie “chi disprezza compra se prima non ti accoppa”.
Così Jon, in un momento di romanticismo, va a bruciare il corpo dell’amata oltre la barriera perché lei “appartiene al vero nord”.
A sud, intanto, “dotti medici e sapienti (si riuniscono) tutti intorno al capezzale di un malato molto grave, anzi già qualcuno ha detto (Pycelle) che il malato è quasi morto!”.
No, non si tratta di Pinocchio, come cantava Bennato, ma della Montagna che, a quanto pare, non è morto.
Così l’amico di Jaime (quello che gli ha sistemato il moncherino) inventa le trasfusioni di sangue, anche se, dice a Cersei, “potrebbe non essere più quello di prima”. Dove l’ho già sentita questa? Ah già, Khal Drogo! Auguri Montagna!
Intanto, la Regina Madre litiga per l’ennesima volta con papino.
Ma stavolta fa sul serio e si sputtana: “è vero io e Jaime giochiamo a dottore e infermiera da sempre, e abbiamo pure figliato! Solo che tu non te ne accorgevi perché invece di stare in corsia ti occupavi solo del pagamento ticket”.
Tywin sembra colpito da un coccolone, ma la dolce Bloody Cersei ha altro a cui pensare e si fionda dal fratello.
Il quale, dapprima la insulta e la denigra per la condanna di Tyrion (sei davvero così folle?), poi capisce che lei ha voglia di scopare e allora cambia subito atteggiamento. Anche perché da quando lei lo ha mollato e non ha più nemmeno la mano destra la vita s’è fatta dura. E poi fondo si sa: da che Westeros è Westeros, tira più un pelo di Cersei che mille pariglie di Tyrion.
Così lo Sterminatore di Re (all’occorrenza Sperminatore di Regine) e la dolce sorellina si ritrovano catapultati direttamente in una scena di Viaggi di Nozze: “famolo strano! ” “e si ariva quarcuno?” “po’ esse’ pure mejo!”.
Daenerys invece, almeno finché non le verranno le emorroidi, non pare voglia scollarsi dal trono in cima a Machu Picchu, dove, a turno, riceve gente che si lamenta o della fine dei padroni o delle gitarelle dei draghi. Della serie: ok ci hai liberati, ma ora siamo senza lavoro e ogni tanto le tue bestioline ci fanno alla brace.
Dapprima arriva il vecchio schiavo liberato che vuole essere schiavo di nuovo perché si fa due palle a rigirarsi i pollici.
Daenerys prova a spiegarli che sta facendo costruire gli ospizi, ma lui non vuole sentire ragioni, e così la Khaleesi, convinta del diritto di ognuno di costruirsi la propria sorte, inventa i primi contratti a tempo determinato della storia con la famosa legge Daeny, permettendo al vecchio di accordarsi col padrone per la sola durata di un anno.
Sir Barristan, noto dirigente CGIL dice la sua: “i padroni approfitteranno di questo, non si chiameranno più schiavi ma lo saranno di fatto”.
Daenerys vorrebbe anche prendersi il tempo per riflettere su questa cosa, come sulle parole del vecchio “i giovani saranno felici nel mondo che stai preparando, ma a noi vecchi i cambiamenti fanno paura”, ma non può.
Infatti, davanti ai suoi occhi ci sono i resti carbonizzati di una bambina che ha avuto un incontro ravvicinato con uno dei suoi cuccioli.
Vengo così a scoprire che il drago più grande si chiama Drogon, e vai con la fantasia!
Danerys, per tutta risposta, chiude gli altri due (quelli innocenti) in cantina. La scena è comunque bellissima. Soprattutto quando i due draghi realizzano l’abbandono.
Oltre la Barriera il gruppo di Bran è ormai praticamente alla meta, ma all’improvviso la puntata diventa un videogame. Dalla neve escono fuori degli scheletri armati che attaccano i Fantastici 4 (per leggere clicca qui).
Jojen Reed e Meera si lanciano subito in combattimento, mentre Hodor arranca. Allora ci pensa Bran a guidarlo. Insomma Hodor diventa una specie di Mazinga (ha la mente di Tetsuya ma tutto il resto fa da sé) e fa fuori un po’ di scheletri, ma quando Bran sta per esser colpito, ecco arrivare una bambina che per hobby lancia palle di fuoco. Jojen non sopravvive ma gli altri corrono al riparo.
Ecco, l’episodio, in inglese, era intitolato “The Children“, e infatti avevo pensato che si riferisse a Bran e ad Arya, invece si riferisce a quelli che, nella traduzione, chiamano “I Figli della Foresta“,probabilmente un popolo di bambini che vivono tra i ghiacci e che servono a ricordarci che questa è, comunque, una storia fantasy.
Infatti appare Gandalf che fa una bella proposta a Bran: di camminare non se ne parla, ma di volare sì. Aspetteremo la prossima stagione per capire se lo trasformerà in un corvo a tre occhi, oppure gli darà solo un po’ di LSD.
Parentesi: qualcuno, con aria saccente, mi ha detto: “ma dai, i figli della foresta! Erano nei racconti della vecchia Nan“. Io, per un attimo, ho anche cercato di capire come facesse a ricordarsi di un dettaglio così piccolo appartenente a un personaggio quasi insignificante. Poi ho realizzato che sta leggendo i libri! Ti piace vincere facile eh? Tzè!
E veniamo alla mia coppia preferita: Arya e il Mastino!
Innanzitutto è evidente che, dopo le grasse risate, non sono nemmeno entrati a fare le condoglianze al cuginetto, e così non hanno trovato Sansa (ché gli Stark sono bravissimi a stare in 2 metri quadri senza vedersi, come dimostrano Le Nozze Rosse o l’attacco al castello di Craster).
I loro dialoghi sono sempre stupendi, niente da dire. Quando Brienne, a cui sono stati rubati i cavalli, le chiede informazioni per Nido dell’Aquila, lei si rivolge così al suo gentile accompagnatore: “arriva gente, puoi cacare anche dopo!”.
Ma quando Il Mastino realizza che la spada di Brienne è quella di Jaime, preoccupato della solita taglia, la aggredisce.
Il combattimento è assolutamente epico, cose così si vedono solo nel Trono.
A un certo punto puoi pure credere che i due si innamoreranno, soprattutto quando si mettono quasi a fare sesso a modo loro: lei gli tira un pugno sulle palle, lui le assesta un bel calcio sulla fregna.
Ma quando lei, invece di leccargli l’orecchio, decide di staccarglielo, nemmeno fosse Mike Tyson, capisci che ciò non accadrà.
Infatti lei lo scaraventa giù dalla montagna (destino beffardo per Il Mastino, non trovate?) e vince la sfida. Ma Arya è scomparsa. Riappare poco dopo, giusto in tempo per decidere di non aiutare Il Mastino a morire senza soffrire.
Innanzitutto si scambiano le ultime parole affettuose. Lui prima le dice “ti scuoierei viva per un po’ di vino”, poi, per convincerla a trafiggerlo, cerca di farla infuriare ricordandole i suoi crimini e facendo una serie di apprezzamenti su Sansa.
Ma ottiene l’effetto opposto: Arya gli ruba i soldi e lo lascia lì. Anzi, per l’esattezza, scappa col cavallo rubato a Brienne.
La fine di questa accoppiata lascia molto amaro in bocca: è stata la migliore che si ricordi, dopo Jerry Lewis e Dean Martin!
Nonostante tutto, lui fa una gran pena e Arya risulta decisamente bastarda. Anche perché, se ricordate, lui Sansa l’ha protetta, anche se ora afferma il contrario solo per non restare lì a marcire vivo
C’è da dire che Rory McCann si conferma un bravo attore: questo Mastino che fa il duro, poi provoca, poi piagnucola e infine implora, è strepitoso.
Ed eccoci al momento clou dell’episodio (tra l’altro leggermente più lungo del solito, e di questo siamo grati): la fuga di Tyrion.
Innanzitutto il saluto tra i due fratelli (è Jaime che lo aiuta, col supporto di Varys) è davvero commovente, e colloca definitivamente Jaime nell’olimpo di buoni.
Sì, ok, si tromba la sorella e ne ha combinate di tutti i colori, ma quell’abbraccio e quel bacio affettuoso sulla guancia di Tyrion non sono solo inaspettati, sono commoventi! Se non fossi un cinico bastardo avrei versato una lacrima.
Ora, Tyrion dovrebbe seguire le indicazioni di Jaime e raggiungere l’eunuco. Invece si dirige verso al stanza da letto dl padre. E chi ci trova? Shae.
Ora ditelo che lo odiate quel nanetto! Che bisogno c’era? Non gliene va bene una da anni, ora pure questa?
Fatto sta che, tra le lacrime, la strangola. Poi trova la balestra di Joffrey e la trascina con se.
Il passo deciso con questa balestra più pesante di lui mostra tutta l’angoscia ed il peso nel cuore del personaggio: i passi lungo un percorso stretto, buio e silenzioso lo portano verso il suo destino.
Sono pochi secondi di sequenza che dicono tutto. Il resto è quasi superfluo.
Tyrion trova suo padre seduto sul cesso, presumo colpito da dissenteria nervosa dopo il simpatico annuncio di Cersei.
Dopo un breve dialogo Tywin non trova di meglio che dare della puttana alla donna che Tyrion amava e che è stato costretto ad uccidere. Così due frecce partono dalla balestra e lo trafiggono. Il vecchio Lannister subisce forse la sua umiliazione più grande: dopo aver vinto su tutti i campi di battaglia morirà seduto su una latrina. Con un’immagine che ricorda un po’ la morte di Vincent Vega in Pulp Fiction, un po’ la fine di Palla di Lardo in Full Metal Jacket.
Almeno per il pubblico, questa è una fine più soddisfacente di quella di Joffrey.
Però c’è una cosa da dire: la vendetta di Tyrion è più amara che mai. Amava Shae, la amava davvero e da lei ha subito il peggiore dei tradimenti. Eppure piangeva mentre la strangolava. E suo padre che voleva metterlo a morte? Quante volte ne aveva cercato il rispetto e l’amore? O quantomeno di essergli utile con la sua intelligenza sopraffina? Invece si ritrova a liberarsi di lui senza avere mai ottenuto un piccolo segno di affetto.
Insomma non c’è risata in questa vendetta, solo dolore.
Sul finale ci sono due navi: la prima è quella in cui Tyrion viene caricato, nascosto in una cassa, stile Madagascar. Varys, dopo essersi occupato di tutto, guarda il castello, guarda la nave e prende una decisione incredibile: abbandona anche lui Approdo del Re.
La seconda è quella su cui sale Arya. La piccola Stark incontra alcuni abitanti di Bravos a cui mostra la moneta ricevuta da Jaqen H’ghar nell’episodio 2×10 pronunciando la formula “Valar Morghulis” (tutti gli uomini devono morire) a cui viene risposto “Valar Dohaeris (tutti gli uomini devono servire) prima di accoglierla a bordo della nave.
E’ così che si chiude questa splendida quarta stagione de Il Trono di Spade, con Arya che prima si guarda indietro, poi, con passo sempre più veloce, corre verso la prua per lanciare uno sguardo in avanti, per abbracciare il suo destino
Molti capitoli si sono chiusi, tanti se ne apriranno, ma vi rimando ad un prossimo post per le considerazioni finali sulla stagione.
Otello Piccoli