Miracolo di Beppe Grillo a Porta a Porta: Vespa fa delle domande

Beppe Grillo a Porta a Porta

Beppe Grillo a Porta a Porta

A Beppe Grillo bastano pochi secondi per disintegrare la sacra istituzionalità di Bruno Vespa e del suo Porta a Porta.
Già nell’anteprima aveva stigmatizzato la redazione di Porta a Porta: “ah allora l’avevate una mia foto normale, quasi non mi riconoscevo”.
Ma non appena la trasmissione ha inizio un Grillo assolutamente geniale rimane in piedi, passeggia per lo studio, si rivolge al pubblico e dice: “voi siete la metafora dell’Italia, un pubblico che non può parlare ma solo sorridere, pagato da una società che io conosco, quanto vi danno, 80 euro anche a voi? Sono venuto qua, è una mossa politica…non mi nascondo. Voglio rivolgermi a delle persone che hanno un pregiudizio”.

Grillo arringa il pubblico di Porta a Porta

Grillo arringa il pubblico di Porta a Porta

Vespa, spiazzato, glissa sul pubblico pagato e prova a farlo sedere. Ma mentre il conduttore si accomoda, lui continua a parlare in piedi per quasi due minuti.
Grillo è un fiume in piena, trattiene ogni volgarità ma mena fendenti a destra e a manca senza risparmiare nessuno, nemmeno il suo intervistatore che si sente più volte accusare di aver fatto un’informazione colpevole e complice del potere (e come dargli torto?!), e poi si becca del “fossile” quando gli contesta la rivoluzione delle energie rinnovabili.
Gli dà anche del “pacchetto” (“tu non sei un giornalista, sei un consulente che vende alla Rai un pacchetto per 5 milioni di euro, sei un pacchetto”), ma la più bella è quando, replicando ancora una volta alle accuse di fascismo, dice a Vespa: “il fascismo l’ha inventato tuo papà”, riprendendo quella vecchia voce che vorrebbe il conduttore di Porta a Porta figlio illegittimo di Benito Mussolini (col quale ha, in effetti, una certa somiglianza).

Bruno Vespa reagisce a Grillo

Bruno Vespa reagisce a Grillo

Grillo non guarda quasi mai Vespa, ma sta sempre rivolto verso il pubblico in sala contorcendosi su quella sedia come per dire: è faticoso ma io sono qui per voi.
Dice più volte che anche lui sbaglia e probabilmente avrà detto anche troppe parolacce, ma “la mia onestà intellettuale non me la toglie nessuno”.
Il leader dl M5S alterna momenti di puro spettacolo a proclami forti e decisi, soprattutto contro le grandi opere, l’Expo e le classi dirigenti, definite “associazione per delinquere di stampo legale”

Ma qui succede qualcosa. Al dilagare di Grillo, che ha in mano il pallino del gioco, Vespa (che, probabilmente, ha paura di essere messo sotto davanti al proprio pubblico) decide di reagire in modo del tutto inaspettato: gli rivolge addirittura delle domande! E se lui è evasivo, gliele rivolge di nuovo. Io sono sconvolto, un Vespa così tutte le sere e avremmo vissuto in un altro Paese.
Prova perfino a ridimensionarlo: “perché fa credere alla gente meno informata che con un referendum si  può uscire dall’euro?”, ma Grillo non si impressiona e va avanti come un tank. Ad un certo punto Vespa sbotta: “questo non è un comizio”, e Grillo, senza fare una piega “certo che è un comizio, che venivo qui a farmi intervistare da te?”, poi si zittisce e se la ride.

Grillo ed il mega-assegno

Grillo ed il mega-assegno

La comunicazione del comico genovese è quasi perfetta. Lo sono alcuni temi, lo sono le argomentazioni. Perfetti sono anche i tempi, le battute, l’impostazione complessiva, l’alternanza di rabbia e simpatia, sdegno ed ottimismo. E anche il mega assegno di soldi restituiti dal M5S. D’altra parte Grillo è un purosangue da tv, su questo non si discute.
Qualche volta, bisogna dirlo, è evasivo, ma il più delle volte lo è per abitudine: chiunque abbia visto uno spettacolo di Grillo sa che, andando sempre a tremila, e prendendola sempre alla lontana, spesso non conclude i discorsi. Il che a teatro va bene, in politica un po’ meno.

Beppe Grillo e Bruno Vespa

Beppe Grillo e Bruno Vespa

Sul finale, poi si perde un po’: rispondere alla domanda di Vespa su cosa fare andando al Governo con un “non mi interessa”, anche se poi ha precisato, è un errore comunicativo gigantesco, soprattutto ai tempi di twitter.
A proposito di twitter, gli hashtag dedicati alla puntata sono stati ovviamente trending topic come mai prima d’ora, e gli ascolti premiano la trasmissione di Raiuno che sbanca tutta la concorrenza: la prima parte di Porta a Porta con la sola intervista a Beppe Grillo ha fatto il 26.88% di share con 4 milioni 276mila spettatori (la seconda parte con Lucia Annibali ha fatto il 14.24% con 1 mulione 271mila spettatori) mentre Renzi aveva fatto il 25,1% di share con 2,2 milioni spettatori. Praticamente la metà.

In conclusione il match va a Grillo che, nonostante qualche svarione, è stato un fenomeno (per evitare polemiche inutili, preciso che parlo esclusivamente dell’aspetto comunicativo) e probabilmente ha raggiunto l’obbiettivo che si era prefissato.
Una forza politica così polarizzata non può puntare a convincere un pubblico che la osteggia (Ballarò, per dire, non è una tribuna utile per Grillo), mentre può farlo con un pubblico diffidente ma non apertamente contrario. Io credo che Grillo, in questo, si sia giocato la carta alla perfezione, anche perché da una settimana non si parla praticamente d’altro.

Vespa vuole il selfie con Grillo

Vespa vuole il selfie con Grillo

Vespa, invece, che non ha mai faticato tanto in vita sua, termina l’incontro decisamente provato, anche se si rifarà domani leggendo i dati. E dire che aveva iniziato, tutto contento, con il selfie.

Otello Piccoli

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