Diciamo subito come stanno le cose: ieri sera Announo ha pagato il prezzo della puntata d’esordio facendo emergere alcuni limiti, e probabilmente si potrà esprimere un giudizio completo dopo questa prima fase di rodaggio.
Giulia Innocenzi, visibilmente emozionata, ha optato per uno stile di conduzione minimal, scelta che ha pesato soprattutto alla presenza di un ospite straripante come Matteo Renzi.
I ragazzi da soli non sono stati in grado di fare da contraltare al politico con l’ego più smisurato dopo quello di Mr B, e se non fosse stato per un Travaglio in forma smagliante, nessuno gli avrebbe tenuto testa.
Mi sarei aspettato più piglio e più insistenza nelle domande da parte della conduttrice, anche perché Renzi è riuscito ad eluderle quasi tutte e a farsi, infine, un mega spot di tre ore.
I 24 ragazzi in sala forse sono un po’ troppi da gestire, tanto che solo alcuni riescono ad intervenire. In questo caso o giochi bene su tempi o diminuisci il numero dei partecipanti, altrimenti il rischio è di non riuscire ad approfondire. Inoltre c’è da dire che la domanda iniziale “dobbiamo avere paura?” riferita all’immigrazione ,ha facilmente lasciato il posto ad altri argomenti, anche se lo spirito del nuovo talk è quello di restare per lo più su un tema solo.
Detto questo, però, dobbiamo anche registrare tutti i lati positivi.
I ragazzi son interessati, disciplinati e abbastanza seri, nonostante qualcuno di loro parli troppo per slogan (ma cosa pretendiamo se li abbiamo cresciuti a pane e frasi fatte per 20 anni?), la scenografia è semanticamente stimolante, i servizi sono sempre da serie A della tv, e la discussione è stata dinamica e mai noiosa.
La puntata si è aperta con il prologo di Michele Santoro per poi passare ai servizi sui leghisti e all’intervista all’ultrà del Napoli (la versione integrale la trovate sul sito del programma).
Poi la parola passa ai ragazzi, e nonostante qualche luogo comune si assiste ad una discussione fresca, sincera, sicuramente migliore che se al posto loro ci fossero stati la Boschi e la Santanché.
Il problema semmai è un altro, cioè che l’ospite della serata in un clima così ci sguazza come un bimbo nella piscina di gomma: gioca e si diverte senza mai correre il rischio di annegare.
Renzi, infatti, che politicamente non mi piace per nulla, è però bravissimo muoversi in queste situazioni.
Chiede ai ragazzi di dargli del tu, scherza, gioca, sembra quasi uno di loro, anzi sembra quasi estraneo ai problemi dl Paese, come se non fosse lui il Presidente del Consiglio.
Col suo solito stile risponde sul vago, ma sempre con l’aria di colui che possiede il buonsenso, quasi un fratello maggiore che ti dà ragione finché tu non ti fidi e ti rilassi, ma poi ti dà la mazzata.
L’apice della trasmissione è stato probabilmente lo strepitoso editoriale di Marco Travaglio (Renzi si morde le labbra per non ridere sulla storia dl dito medio di Fassino), e quando tocca a lui la replica, Travaglio è tutto intento a prendere appunti, cosa che terrorizzerebbe chiunque, tranne il turbopremier.
Arriva il momento del dibattito finale: sono gli spettatori, tramite l’hashtag #stocon a scegliere chi, tra i ragazzi, si confronterà in un breve faccia a faccia con Renzi.
Devo ammettere che fin qui la parte interattiva mi sembrava parecchio interessante, ma il “twittervoto” finale tra i due più gettonati mi pare un po’ troppo e se fossi negli autori lo eliminerei.
In ogni caso, ironia della sorte dato il tema della puntata, vine scelto un ragazzo migrante, Yassir che dibatte con Renzi sul tema dello Ius Soli.
In ogni caso, con tutti i limiti che ho citato, vanno apprezzati l’idea e l’impegno e sono certo che il format maturerà perché ne ha tutte le potenzialità.
E’ un esperimento mai provato prima in questi termini, ed è ovvio che i meccanismi vanno oliati per bene. Ma la novità ed il coraggio sono stati apprezzati dal pubblico.
Il programma si è attestato al 10,4% di share con oltre due milioni di telespettatori e twitter, com’era prevedibile, ha premiato la scelta dell’interattività con migliaia di tweet.
Insomma un format giovane, come i suoi partecipanti ed i suoi autori Marisol Roesler Franz ,Francesca Di Stefano e Viviana Morreale, da cui ci si può aspettare ancora parecchio.
Il finale con Vauro, Dragoni e Santoro fa tanto ritorno a Servizio Pubblico, ma ci sta bene.
Otello Piccoli
Pingback: Hell’s Kitchen: Cracco campione olimpico di lancio della capasanta | Se Telecomando
Pingback: Augias, Visionari: Martin Luther King e il razzismo in Italia | Se Telecomando