Doveva essere la notte di Paolo Sorrentino e così è stato. La Grande Bellezza vince l’Academy Award for Best Foreign Language Film, altrimenti detto “Oscar per il Miglior Film Straniero“, battendo anche lo stupendo “Il Sospetto“, di Thomas Vinterberg.
Non ho nessuna voglia di fare il campanilista, per cui non blatererò sull’orgoglio italiano e roba varia, certo è che con questo successo Sorrentino riporta il nostro cinema all’attenzione del pubblico internazionale, e dimostra che c’è ancora una certa fibrillazione culturale in un Paese ormai in angosciante declino.
Il premio, a mio parere, è meritatissimo. Certo gli Oscar non sono Cannes o Berlino, eppure l’impatto che hanno sul pubblico è tale da renderli il premio più importante del cinema mondiale.
Strepitosa la dichiarazione che il regista italiano va a fare sul palco: “Talking Heads, Federico Fellini, Martin Scorsese e Maradona sono le mie fonti d’ispirazione”.
Sulla pagina Fb di Se Telecomando (che potete raggiungere cliccando qui) trovate tutte le foto della “Notte degli Oscar“, e il video con le prime dichiarazioni di Paolo Sorrentino.
La serata televisiva si apre con il solito intrattenimento stile “aspetta che intervisto quello del servizio catering” tanto per prendere tempo e attendere di poter spettegolare sui vestiti delle dive che passano sul Red Carpet. Nel frattempo si fanno anche un ripassino sugli anni passati, e su chi aveva la schiena scoperta e chi no. Succulento!
Intanto, dagli studi di Sky, si leva impetuosa la voce di Canova che dichiara: “in fondo il vero regista di Wolf of Wall Street è Di Caprio“. Con tutto il rispetto…
Nel frattempo leggono i tweet che arrivano dai telespettatori italiani che, come sempre, si dimostrano grandi intenditori di cinema, e se ne escono con apprezzamenti raffinatissimi, tipo “Leo sei sempre più figo”. E noi ringraziamo Sky perché non avremmo saputo come fare senza queste importanti informazioni.
Finalmente si inizia con la premiazione.
L’Oscar al migliore attore non protagonista va a Jared Leto per Dallas per Buyer’s Club.
Lui sale sul palco e fa il più bel discorso della serata dedicando il premio “a tutti i sognatori” che lottano per la libertà e “ai 36.000.000 di persone che hanno perso la battaglia contro L’Aids, a tutte le persone che si sentono e si sono sentite discriminate, perché sono discriminate dalla società”.
L’Oscar ai migliori costumi va, com’era prevedibile, a Catherine Martin per Il Grande Gatsby, che conquista la statuetta anche per la scenografia.
L’Oscar al miglior trucco e acconciatura, invece, va ad Adruitha Lee e Robin Mathews per Dallas Byuers Club che, sommato a quello al migliore attore protagonista, Mattew McConaughey, va a chiudere i tre oscar per la pellicola di Jean-Marc Vallée.
L’Oscar al miglior cortometraggio d’animazione va a Laurent Witz e Alexandre Espigares per Mr. Hublot, mentre quello al miglior film d’animazione va a Frozen-Il Regno di Ghiaccio.
Frozen si aggiudica anche il premio per la migliore canzone originale con Let It Go
Con l’Oscar a Tim Webber, Chris Lawrence, Dave Shirk e Neil Corbould per i migliori effetti speciali inizia la scalata trionfale di Gravity che inanella anche gli Oscar alla migliore colonna sonora, al montaggio, alla fotografia, al montaggio sonoro, al sonoro e, dulcis in fundo, l’Oscar alla migliore regia per Alfonso Cuarón.
Il miglior documentario è Helium, di Anders Walter e Kim Magnusson, mentre il miglior cortometraggio documentario è The Lady in Number 6, di Malcolm Clarke e Nicholas Reed.
L’Oscar al miglior documentario va a 20 Feet from Stardom di Morgan Neville
Arriva così il momento di Paolo Sorrentino, che sale sul palco insieme a Toni Servillo per la consegna dell’Oscar al miglior film straniero a La Grande Bellezza.
L’Oscar alla migliore attrice non protagonista va a Lupita Nyong’o per 12 Anni Schiavo.
Lei è, comprensibilmente, emozionata, e per i commentatori di Sky tiene il discorso più emozionante di tutti perché “ha parlato dei bambini”, così anche il nostro lato buonista ha avuto la sua parte. 12 Anni Schiavo vince anche l’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale con John Ridley
La migliore sceneggiatura originale, invece, è quella di Her e l’Oscar va a Spike Jonze
L’Oscar alla migliore attrice protagonista va Cate Blanchett per il delicatissimo Blue Jasmine di Woody Allen.
Sul palco fa un discorso molto bello: “grazie a tutti quelli, in questo settore, che ancora credono che i film con al centro una donna siano dei film di nicchia. Non lo sono! Gli spettatori vanno a vederli e fanno guadagnare”.
Il finale riserva una sorpresa. Dopo tutti i premi consegnati a Gravity, l’Oscar per il miglior film va a 12 Anni Schiavo, di Steve McQueen, prodotto con Brad Pitt.
Chi è rimasto davvero a bocca asciutta, stasera, sono Martin Scorsese e Leonardo Di Caprio con il loro monumentale Wolf of Wall Street. E davvero non capisco il perché.
Due note finali:
1) Durante il momento “In Memory“, sono stati ricordati, tra gli altri, Peter O’Toole e Shirley Temple. L’ultima immagine era quella di Philip Seymour Hoffman.
2) il selfie scattato dalla conduttrice Ellen Degeneres è diventato, in poche ore, il tweet più “rettweettato” della storia del social network.
Otello Piccoli
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