
Alessandro Borghese per Activia
Se c’è una cosa nella vita che non ho mai potuto sopportare è il Bifidus!
Ora lo so, posso passare per pazzo, ma seguitemi e capirete che non è così! Spero.
Alessandro Borghese, chef noto più per le sue presenze televisive che per i ristoranti in cui ha lavorato, sta palleggiando con una mela verde, forse convinto che si tratti di una pubblicità della Mentadent, quando, alla domanda curiosa della sua amica, le confessa che ha un trucco per mantenere quel bel sorriso così intelligente e così amichevole, che ti verrebbe voglia di vederlo recitare la parte della vittima nella trilogia completa di Hostel: va tantissimo al cesso. Come? Mangiando Activia, ovviamente!
Per lui la regolarità intestinale è tutto! Se si è alzato soddisfatto dalla tazza può succedere qualunque cosa: gli muore il gatto, gli affettano la nonna, lo chiudono in uno sgabuzzino con Aldo Biscardi. Lui non fa una piega.
Quindi, con fare che vorrebbe essere spiritoso, bussa sul frigorifero, chiede permesso (che Activia si sa, è permalosa, se uno apre il frigo con maleducazione gliela fa pagare cara, una volta nell’intestino) e gliela presenta.
Lei lo guarda dice: “ma è Activia! E quello per…” lei vorrebbe dire “è quello per cagare!”, ma è in tv e non può dirlo. Quindi si indica la pancia e poi aggiunge: “non ne ho bisogno”. Però lo spettatore sa cosa le passa per la mente, e solidarizza con lei.
Alessandro non si arrende mica, insiste, e col cucchiaino le disegna una freccia lievemente ambigua, che dovrebbe indicare l’intestino, ma in effetti indica un punto ben più in basso, e ben più interessante per il pubblico maschile dello spot.
Poi le disegna un sorriso sulla pancia, perché il nuovo concetto che la Danone vuole regalarci è quello delle pance che sorridono.
Il pay off dello spot, infatti, è “i sorrisi veri vengono da dentro”. Il che lascia un po’ perplessi sui rumori che quei sorrisi potrebbero provocare. Ma vaglielo a spiegare.
Infine lui, credendosi simpatico, muove gli occhiali sul viso a mo’ di sopracciglia.

La freccia sospetta. Siamo sicuri che indichi l’intestino?
Naturalmente la formula magica di Activia per liberarci lo stomaco è il mitico Bifidus Actiregularis. E veniamo quindi alla mia idiosincrasia. Immagino sia chiaro a tutti che il Bifidus non esiste.
Tant’è vero che, se ci fate caso, accanto al nome “Bifidus Actiregularis” c’è il simbolo del marchio registrato. Ora vi pare mai possibile che un batterio abbia un marchio registrato? E’ come se una ditta di condimenti per pasta dicesse: nel nostro ragù c’è il manzo, e la parola manzo fosse un marchio registrato. Non si può, non esiste!
Ma la prova migliore è che, nel tempo, ha cambiato nome.
Infatti prima lo stesso batterio contenuto nel prodotto veniva chiamato “Bifidus Essensis“.
Ma poi gli esperti di comunicazione della Danone devono aver capito che il nome non tirava abbastanza. Forse i clienti non erano sufficientemente “essensinzialisti”.
Così inventarono un nome che rendesse molto meglio l’idea.
Ed in effetti è vero. “Acti” richiama il nome del prodotto e rimanda a quel concetto di attività dell’intestino, ma anche di attività fisica, lavorativa, insomma tutto quello che puoi fare al meglio con la “pancia sgonfia”. “Regularis“, ovviamente, ci parla di regolarità, e anche questa può essere interpretata nella doppia lettura di regolarità intestinale e di regolarità della vita, delle abitudini, dell’esistenza.
Ecco, la sensazione di essere actiregularizzati, funziona decisamente meglio!
Ma la verità è un’altra, ed è del tutto personale, lo ammetto. E qui, mi perdonino le signore che ho difeso più volte in atri post, so che mi potranno capire soprattutto i maschi.
La pubblicità di Activia ha commesso un vero e proprio crimine contro l’umanità: senza mai mostrarla, ha insinuato come un virus, nella mente di milioni d’italiani, l’immagine indelebile di Alessia Marcuzzi seduta sulla tazza del cesso, gli occhi chiusi, il viso rosso per lo sforzo. Ecco, la Marcuzzi stitica no, non dovevate farlo.

Alessia Marcuzzi combatte la stitichezza con Activia
La ragazza non è particolarmente dotata, possiamo dircelo, però è un gran bel pezzo di figliola. A quale maledetto pubblicitario è venuto in mente di associarla ad un prodotto che fa andare di corpo? E, a lei, come è passato per la mente di accettare? Ma che abbiamo fatto di male per meritarci questo?
Otello Piccoli
Mi fa venire in mente Homer Simpson che recita in uno spot per l’impotenza e immagina che tanto poi nessuno se lo ricorderà. Flash forward: tomba di Homer Simpson, con l’epigrafe “Portavoce dell’impotenza” o una cosa simile.
Ecco, immaginavo la Marcuzzi “eroina della stitichezza”
Ahahahah sì lo ricordo anche io!
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e se la Marcuzzi accettasse di essere testimonial anche di vasigil? (riferendomi al post precedente) 😉