Come parlare di mafia usando proprio tutti gli stereotipi possibili? Facile, basta farlo fare a Canale 5!
In queste settimane, infatti, vanno in onda, sulla rete ammiraglia Mediaset, le repliche del grande successo dello scorso autunno  “Baciamo Le Mani- Palermo New York 1958” con l’inossidabile coppia Sabrina Ferilli-Virna Lisi, che ci aveva già deliziati con l’agghiacciante “Madre Aiutami“. Anzi, ormai possiamo dire che Virna Lisi è il villain ufficiale di Sabrina Ferilli.
Ida, scesa in Sicilia dal nord, scopre che il marito è un killer di mafia e decide di collaborare con la giustizia. Ovviamente la mafia reagisce e suo marito fa una brutta fine. Anche lei dovrebbe farla, perché Don Cesare manda un prete-sicario a fare esplodere il vagone sul quale viaggia col figlio.
Sul vagone, però, c’è un’altra donna, Gabriella, anch’essa col bambino, diretta in America. E’ lei a saltare in aria, mentre Ida prende la sua identità e si reca in America spacciandosi per lei.
Qui trova Agnese, futura suocera di Gabriella, che subito la guarda con sospetto.
Ora, a parte la pessima recitazione (la Ferilli dà sicuramente il meglio di sé con la pubblicità dei divani, per il resto i suoi limiti sono più che evidenti, ma fa tanto nazional popolare), Mediaset ci regala l’ennesima fiction penosa ed insulsa.
I luoghi comuni non si contano, le banalità nemmeno. La sceneggiatura è piena di falle, e gli escamotage narrativi sono abbastanza ridicoli.
Ora, io non so bene come proteggessero i testimoni alla fine degli anni 50, ma che la polizia si faccia pedinare dai mafiosi ed accompagni una testimone a rischio con un solo agente e su un treno in cui può entrare ed uscire chiunque è una cosa che fa ridere i polli.
Ogni sequenza ne annuncia la successiva in modo talmente didascalico che i colpi di scena sono impossibili: tutto è scontato e facilmente prevedibile.
Insomma, Baciamo le Mani si presenta come fiction impegnata, ma l’impegno è abortito fin dalla sceneggiatura.
Si ricerca il consenso facile e ci si rivolge ad un pubblico che non ama le novità ma vuole, invece, essere rassicurato da un mondo che già conosce: coi buoni di qua e i cattivi di là .
E, ovviamente, col teleromanzo, perché la mafia fa solo da sfondo, e la narrazione insiste sui rapporti umani tra Ida/Gabriella e Agnese, tra Ida/Gabriella e il bambino, ma anche il cognato, con cui si configura una quasi certa scappatella.
Sui dialoghi stendiamo un velo pietoso, perché sono al limite del sopportabile, così come la colonna sonora eccessivamente drammatica.
Insomma, sembra che certa fiction italiana non riesca proprio a liberarsi dei suoi stereotipi, non abbia nessuna voglia di rischiare per conquistare pubblico nuovo.
Così, mentre Sky fa il botto con Gomorra, Canale 5 ci ripropone questo polpettone inaccettabile, che, se l’avessero girato 50 anni fa, nessuno avrebbe notato la differenza.
Un’ultima nota per il povero Luigi Burruano, che da quando ha interpretato il padre di Impastato ne I Cento Passi, lo chiamano solo a fare il mafioso.
E’ un bravo interprete, ed è più che doloroso vederlo costretto in un ruolo banale e stereotipato come quello di don Cesare.
La seconda puntata di Baciamo le Mani va in onda stasera alle 21:10 su Canale 5.
Otello Piccoli
Ma la Ferilli quanti anni ha?!!
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