E io non pago: su Sky il vergognoso film che giustifica l’evasione fiscale

Jerri Calà e Maurizio Mattioli

In questi giorni gira su Sky un filmetto di serie c, diretto senza troppo impegno da Alessandro Capone, che ci aveva già deliziati con “I Segreti di Borgo Larici“, ed interpretato da Jerry Calà, addirittura autore del soggetto, Maurizio Mattioli, Maurizio Casagrande, Enzo Salvi e, udite udite, Valeria Marini, dal titolo “E io non pago-L’Italia dei furbetti“.
La trama è presto spiegata: due ufficiali della finanza si recano in Sardegna sotto copertura per studiare la situazione in attesa di un blitz, e il maresciallo Signorelli (Mattioli) ritrova il vecchio amico Fulvio (Calà) che gli spiega come fa a truffare ed evadere il fisco, introducendolo così in un mondo in cui al ristorante si ordinano cozze ma ti portano ostriche, il tutto per non dare nell’occhio, e si pagano 30 euro di conto e 300 di mancia, così va tutto in nero.

Cosetta Turco, Enzo Salvi e Maurizio Casagrande

Cosetta Turco, Enzo Salvi e Maurizio Casagrande

Salvi, ovviamente, interpreta (si fa per dire) l’unico personaggio che conosce, il burino che urla, mentre la Marini riesce ad essere più agghiacciante di quel che si possa immaginare, nel ruolo di una fattucchiera che sfrutta i pastori sardi in un laboratorio di pozioni magiche. Non solo il personaggio è insulso e fastidioso, ma la recitazione di questa miracolata dello spettacolo è tale che chiamarla cagna sarebbe un complimento. Ma d’altra parte la Marini non ha mai avuto il compito di recitare, tutto quello che deve fare è mettere in mostra le bocce, tra l’altro, ormai, da signora di mezza età.

Valeria Marini e gli schiavi

Valeria Marini e gli schiavi

Signorelli, convinto che Fulvio avesse avuto una relazione con la moglie, quando viene a scoprire che non è vero, si commuove. E, dopo la confisca del locale dell’amico, lo ricompra e lo prende come socio
Mattioli, in realtà, riesce anche ad essere bravo, nonostante l’inconsistenza assoluta dei dialoghi e della sceneggiatura, ma per il resto non c’è nulla da prendere da questa specie di cinepanettone da ferragosto, come, d’altra parte, da tanta insulsa commedia all’italiana.

Maurizio Casagrande e Jerry Calà

Maurizio Casagrande e Jerry Calà

Il problema, semmai, è un altro: il tema di fondo, probabilmente caro a Calà e alla sua cultura da italiano medio, è un inno alla purezza d’animo del medio evasore.
Non solo, a due terzi dl film si rovescia la medaglia e il personaggio negativo diventa Signorelli, a cui Fulvio fa la morale.
Insomma, il messaggio che lancia alla fine, è che sì, chi evade milioni è un criminale, ma chi evade qualche centinaio di migliaia di euro, si può perdonare. Insomma il mantra berlusconiano che evadere le tasse sia una legittima difesa.
C’è un lungo pistolotto di Calà che, dopo aver mangiato caviale e bevuto vini pregiati, dopo aver ballato tra le gnocche e speso migliaia di euro in divertimenti, ci spiega che la vita è dura e se vuoi sopravvivere devi evadere.

Maurizio Mattioli e Maurizio Casagrande

Maurizio Mattioli e Maurizio Casagrande

Ora, questo è un discorso inaccettabile da parte di chiunque, ma se avessero proposto un personaggio che fa il pizzicagnolo e si trova in grave crisi conomica con una famiglia a carico, forse avrebbe anche potuto muovere un minimo di empatia.
Ma la morale vergognosa di questo film è che il lusso sia un’esigenza e che quindi evadere, in fondo, sia un peccato veniale
Insomma, un film su un tema attuale, che però diventa  un insulto alle persone oneste, ai lavoratori , a chi crede che fare il proprio dovere sia un contributo importante per creare una società migliore.
Un film penoso, inutile, offensivo e mai divertente. Se io fossi il responsabile dei palinsesti di Sky lo metterei al bando, senza pensarci due volte.

Otello Piccoli

9 pensieri su “E io non pago: su Sky il vergognoso film che giustifica l’evasione fiscale

  1. Non ho visto il film e quindi non posso fare alcun commento sulla qualità dello stesso (non sono abbonato a nessuna pay-tv, la ritengo una spesa inutile) In ogni modo concordo sul fatto che non bisogna giustificare in nessun modo l’evasione fiscale, ed è effettivamente molto pericoloso dire che “se si evade solo un po’ non è la stessa cosa”. E dico ciò nonostante la farraginosità ed avidità del fisco italico, che di certo non aiuta. =[>

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