All’angolo rosso Di Maio, Brescia, Buccarella e Toninelli, mentre all’angolo blu Renzi, Serracchiani, Speranza e Moretti.
Si aspetta solo il suono del gong e l’incontro può iniziare.
Lo streaming, andato in diretta su Sky Tg24Eventi, dell’Incontro tra il M5S e il PD, ha visto due squadre contrapposte, di cui, però, solo in tre, Renzi, Di Maio e Toninelli, hanno preso la parola.
Gli altri, invece, hanno fatto da oggetti di arredamento, a parte la Moretti che aveva una dinamo collegata al mento e, annuendo di continuo ad ogni parola del suo leader, alimentava l’impianto che dava l’energia necessaria allo streaming.
L’apertura è per Di Maio ma, ad essere sinceri, nei primi minuti la sensazione è stata che i grillini fossero degli studenti e i piddini la commissione d’esami. Soprattutto mentre Toninelli illustrava il “Democratellum“.
Non solo. Date le dinamiche che hanno portato all’incontro è evidente che Di Maio & C. devono passar sotto le forche caudine, come i romani con i sanniti.Renzi ne approfitta e prima sottolinea che era stato lui il primo a tentare il dialogo con loro, a pochi giorni dalla vittoria alle primarie (chissà perché si ostinano a chiamarle primarie, visto che sono elezioni di organismi di partito?), poi li sfida sul ballottaggio.
E’ sempre bravo Renzi, quando si tratta di comunicare, anche se Di Maio sa comportarsi molto bene, non perdendo le staffe e cercando di tenere il punto.
Non sempre, però, ci riesce, così cade nelle provocazioni e attacca ricordando Genovese, Mastella e il bilancio del Pd.
Renzi a volte ne esce bene, a volte gira sulle sue ormai proverbiali supercazzole, che al confronto le metafore del vecchio Bersani (ricordate il tacchino sul tetto?) sembrano improvvisamente chiarissime.
Fa qualche battuta delle sue (è una delle cose che più lo avvicina, nella comunicazione, a Berlusconi) che dimostrano il livello del background culturale del Premier, tipo “mi si sono ristrette le intese”, che però funzionano, proprio perché sono capite dallo spettatore medio.
Anche lui non ha risparmiato frecciatine agli interlocutori (azzeccatissima quella su Farage), ma poi ha avuto fretta di chiudere il discorso, mostrandosi un po’ come quello che si concede ma detta i tempi, e un po’ come uno che non ha voluto approfondire troppo.
Di sicuro gli spettatori non hanno avuto ben chiaro come andrà a finire, ma entrambe le parti si dichiarano soddisfatte.
Probabilmente l’assenza di Grillo ha tolto spazio allo spettacolo ma ha reso meno tesa l’atmosfera.
Però bisogna riflettere su una cosa: la trasparenza e lo streaming, elementi innovatori portati proprio dalla forza politica più giovane del panorama italiano, non sempre sono utili ai fini dell’incontro.
Mi spiego: incontrarsi “pubblicamente” per decidere o meno l’appoggio a un governo è una cosa che ci può stare.
Ma se devi aprire una trattativa, quindi fare passi in avanti e indietro, rinunciare a qualcosa ed ingoiare rospi, e decidi di farla, praticamente, al centro di un’arena coi tifosi intorno, è difficilissimo che tu possa deciderti a fare quei passi necessari. Anzi, tenderai sempre a volerti mostrare come quello più forte, che obbliga gli altri al passo indietro. Insomma, dovrai tener conto dello spettacolo, perché quando sei osservato non puoi non esserne condizionato.
Per avere la vera trasparenza (sarebbe questo il senso dello streaming), bisognerebbe riprenderli con telecamera nascosta. Solo allora, chi segue, potrebbe farsi un’idea veritiera di quali sono gli accordi e quali sono i termini di un compromesso. Ma questo, oltre che impossibile, è vagamente illegale. Quindi lo streaming usiamolo, ma nei contesti e per fini utili. Non trasformiamolo in un rito inutile, che riduca una trattativa ad una puntata di Porta a Porta.
L’incontro andrà in onda sul canale 504 di Sky fino a mezzanotte.
Otello Piccoli