
Crozza imita Matteo Renzie
Il ritorno di “Crozza nel Paese delle Meraviglie” non poteva essere più scoppiettante, e non tanto per i personaggi, quasi tutti gli stessi, quanto per trovate e le ambientazioni che sottolineano le grandi intuizioni dl tam di autori
Accompagnato sempre dal suo gruppo di giovani attori e ballerini, dalla Silvano Belfiore Band e dalla spalla e coautore Andrea Zalone, ci ha regalato alcune chicche davvero imperdibili (e io, infatti, non ve le faccio perdere!) con una performance quasi perfetta, leggermente rovinata, purtroppo, da un paio decisamente meno irresistibili.
L’attacco è trionfale, con Renzi che entra come Gesù nell’opera rock di Andrew Lloyd Webber e Tim Rice “Jesus Christ Superstar“, attorniato da una folla che lo acclama e canta osanna.
Renzi continua ad essere il nientalista di sempre, ma adesso non è più in campagna elettorale, Ora è il Presidente dl Consiglio e le masse lo seguono festanti verso un mondo nuovo, ma fatto di nulla.
Renzi ha un linguaggio moderno, riceve email, risolve i problemi con un tweet e scatta i selfie.
Tutto molto divertente ed azzeccato fino alla canzone, fratelli di Eataly, un po’ scontata e deludente.
Tornato in sé Crozza se ne esce con una battuta stupenda: “il Pd ha fatto fuori un Presidente del Consiglio del Pd che governava con Alfano, per mettere al suo posto un Presidente dl Consiglio dl Pd che governa con Alfano. Questa è la prima crisi di Governo palindroma. Cioè da qualunque parte la leggi è uguale. E’ come se uno vuole vendere l’auto, mette l’annuncio sul giornale e poi si telefona per ricomprarsela”.
Ce n’è anche per l’italicum, la legge elettorale che, in attesa che venga abolito il Senato “c’è ma non si può usare, come il divano col cellophane di mia nonna”
Infine Crozza saluta il Pd facendo cantare a Renzi e Berlusconi “Father and Son” di Cat Steven.
Intervenendo sulla crisi Ucraina, Crozza riflette: “Putin vai con Berlusconi, tromba e rilassati. Quando c’era Berlusconi c’era meno tensione. Putin aveva le occhiaie, ma meno tensione

Grillo, Game of Streaming
Nella seconda parte della trasmissione Crozza propone una spettacolare produzione televisiva: Game of Streaming, una parodia de Il Trono di Spade, in cui Grillo è in guerra per la conquista dei sette regni, fa le primarie per il lord ciambellano (le ciambellarie), caccia i dissidenti con la rete, nel senso che li intrappola, chiacchiera col mago Casaleggius e mostra “il castigatore” Di Battista intento a “castigare” una damigella sotto le lenzuola.
Per Crozza, che lo imita divinamente, non tanto nella voce quanto nel modo di esprimersi e nella gestualità, il vero problema di Grillo è avere orizzonti futuristici, ma sistemi da medioevo.
Anche sull’abolizione del Senato, Crozza non risparmia nessuno. Vittorio Emanuele II diventa Briatore e caccia i senatori: sei fuori!.E, nel paragone tra Manzoni e Formigoni, “I Promessi Sposi” diventano le omesse spese.

Formigoni diventa Jep Gambardella
E, a proposito di Formigoni, Crozza usa il Celeste per far un bellissimo omaggio a La Grand Bellezza, il film premio Oscar del geniale Paolo Sorrentino. Prima lo mostra mentre difende a spada tratta la moda italiana esibendo un capo di uno stilista…britannico, John Richmond!
Poi Formigoni diventa Jep Gambardella e, sulle note di Raffaella Carrà, riceve i suoi ospiti che lo ringraziano di gesti generosi come aver inserito la ‘nduja calabrese nel menu dell’ospedale San Raffaele.

Antonio Razzi visto da Crozza
Tutti eravamo, però, in attesa del grande ritorno di Antonio Razzi e Crozza non ci ha delusi. Il suo Razzi è strepitoso in ogni parola, in ogni tic, e in ogni risata che si fa quando la battuta gli piace troppo (è uno di pregi/difetti del comico genovse).
Delude, invece, la chiusura: uno strambo Alan Friedman cerca di dipanare il mistero dei due Papi. Ma non fa ridere, né riflettere. Peccato, perché la puntata è stata come sempre brillante, dissacrante e, al tempo stesso, piena di spunti di riflessione.

Crozza è Alan Friedman
Nonostante qualche scivolone, Crozza oggi è il top che la satira televisiva offre. E’ completo, recita, imita, canta, e sferza il potere ridicolizzandolo. Mostra il re nudo al popolo, e questo è il suo mestiere.
Otello Piccoli
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