Ecco la terza ed ultima parte (giuro) di questa immane fatica letteraria (per leggere la prima e la seconda parte clicca qui e qui). Ovviamente non parlo del ciclo di romanzi di George R.R. Martin, ma delle mie valutazioni della quarta stagione de Il Trono di Spade.
Certo, chi non ama la serie potrebbe anche dirmi: “hai frantumato gli zebedei con ‘sta storia”. Però vi assicuro che non era minimamente possibile riassumere tutto in un solo post. Anzi, per fare una cosa più umana, ho anche scartato alcuni personaggi e alcuni avvenimenti, che magari a qualcuno sembrano più rilevanti di altri. Ma una selezione andava pur fatta e quindi…
Riprendo, dunque, l’analisi, partendo dall’amico paffuto di Jon Snow, il giovane Sam.
Sam: anche John Bradley, come Natalie Dormer, si trova a recitare spesso la stessa parte. Infatti è Giovanni De’ Medici, futuro Papa Lone X, ne I Borgia (la versione bella, non quella tarocca di La7, per leggere clicca qui), timido ed impacciato amico del più scaltro e fascinoso Cesare Borgia.
Esattamente come Samwell Tarly e Jon Snow. Il ragazzo, però, in questa stagione ha un’evoluzione che potremmo definire “ormonale”.
Da quando conosce la brutina Gilly è diventato coraggioso, deciso e perfino brillante. Ma, soprattutto, ha il merito fondamentale di scoprire che nel giuramento dei Guardiani della Notte non c’è alcun divieto di avere rapporti carnali. “Diciamo: io non avrò mogli, non sarò padre di figli. Mica parliamo di altre cose da fare con le donne”.
Voti: 6 per le troppe smancerie verso Jon Snow, 8 per la versione playboy, 10 e lode per il rovesciamento della morale cattolica.
Bronn: in questa stagione allaccia un rapporto con Jaime facendogli da sparring partner, mentre è protagonista, insieme a Tyrion, di una scena assolutamente memorabile.
E’ una sequenza che ribalta il concetto stesso di amicizia per come viene comunemente intesa. Bronn non tradisce Tyrion, anche se lo lascia da solo nel momento in cui rischia la vita. Tyrion accetta il discorso franco del compagno d’avventure e, invece di maledirlo, gli dice addio con rispetto.
Perché gli amici, come gli amanti, dovrebbero accettarsi per quello che sono, anche nelle debolezze, senza pretendere nulla l’uno dall’altro, se non quello che l’altro vuole offrire. Questo Tyrion lo sa e lo accetta.
Io ho apprezzato molto la scena ma ho odiato Bronn.
Voti: 7 per come frega il povero Jaime in allenamento, 9 per la scena con Tyrion, 2 perché nonostante sia un pezzo di pregevole scrittura, non si abbandona Il Folletto!
Shae: se c’è qualcuno che andava davvero odiato in questa quarta stagione, quella è sicuramente l’affascinante Shae.
Tyrion ha fatto di tutto per lei. Ha rischiato, ha lottato, ha ingannato, ha sofferto. Le ha detto anche parole orribili solo per salvarle la vita. E lei, che per quattro intere stagioni è sembrata amarlo, non solo lo tradisce col padre e lo inchioda al processo con false accuse, ma, nel farlo, ridicolizza in pubblico il loro amore.
Insomma, è perfino peggio di Joffrey, che comunque aveva l’attenuante di essere un pazzo, un malato di mente quasi in buona fede. Quando Tyrion la uccide sul letto di Tywin, si prova un grande senso di giustizia.
Voti: 10 e lode per la crudeltà. Perché, anche se in contraddizione con la valutazione di Bronn, l’idea di questo tradimento così meschino è davvero sublime.
Tywin: il vecchio Lannister è più o meno sempre lo stesso: pianifica, inganna, intreccia, e muove i fili dei suoi burattini.
E’ perfino pronto a sacrificare suo figlio per i suoi progetti e ad usare i mezzi più subdoli per farlo condannare nonostante l’innocenza. Ha un lampo di umanità solo quando Cersei lo mette davanti all’evidenza del suo incesto col fratello. Ma quasi non ci si fa caso. Quando muore, seduto sulla tazza, trafitto dai dardi di Tyrion, ha appena finito di fare il gradasso col figlio che lo sta minacciando.
Voti: 7 per lo stile politico, 8 per la fine gloriosa, 2 per l’amore paterno, 10 per l’inconfutabile capacità di gestione del nucleo familiare.
Oberyn Martell: amato e osannato dai fan, che ne hanno pianto disperatamente la prematura dipartita, è la new entry della stagione.
La Vipera Rossa è un libertino con tendenze bisessuali, interpretato da uno strepitoso Pedro Pascal.
Durante la sua giornata fa praticamente solo tre cose: si ubriaca, organizza cene eleganti in Brianza e parla male dei Lannister. Il suo scontro con La Montagna entra di diritto nelle tre sequenze più emozionanti di tutte e quattro le stagioni, insieme alle Nozze Rosse e al monologo difensivo di Tyrion.
Voti: 8 per i costumi morigerati, 9 per il combattimento, 2 per non aver visto “Gli Incredibili“, dove spiegano chiaramente che se fai il monologo muori, 10 e lode per lo stile e l’eleganza. Come porta la testa schiacciata sull’armatura lui, nessun’altro.
Tyrion: Il Trono di Spade è Tyrion Lannister, e Tyrion Lannistr è Peter Dinklage.
Il Folletto continua ad essere umiliato da Joffrey fino a 10 secondi prima della morte del re bambino. 10 secondi dopo è accusato del suo omicidio. Insomma, questo nipotino da manicomio non lo lascia proprio in pace.
Vederlo rinchiuso in una cella per 7/10 di stagione è un dolore indicibile per tutti i fan, anche se questo ha dato, però, l’occasione a Jaime di emanciparsi per sempre dal ruolo dl cattivo, per assurgere a quello di eroe. Magari contraddittorio, ma sempre eroe.
Il fratello maggiore, infatti, è l’unica consolazione di Tyrion, l’unico che gli tiene compagnia in cella.
Il folletto dà il meglio di sé in questa stagione, seppure in una condizione che gli permette molta meno ironia rispetto alle passate stagioni, e molte meno interazioni con gli altri personaggi. E tutti soffriamo con lui.
I due momenti epici della sua stagione sono, certamente, il discorso al processo, un pezzo di scrittura e un’interpretazione degni di un Emmy, e la sua vendetta.
Se Martin uccide tutti gli eroi prediletti dei fan, con lui non ce l’ha fatta proprio. Così lo vediamo, proprio negli ultimi minuti del finale di stagione, fuggire da Approdo del Re verso la libertà. Ma, soprattutto, verso nuove stagioni in cui ci potrà regalare ancora sorrisi, emozioni, e amara saggezza.
Voti: 10 per la mancanza di ipocrisia, 10 per l’intensità del personaggio, 10 per l’uccisione di Shae tra le lacrime, 10 e lode per la vendetta sul padre, 12 per il discorso al processo.
Un’ultima considerazione per gli sceneggiatori e per Martin. Questa serie non è solo girata bene e interpretata bene. E’ soprattutto scritta benissimo, e questa è una cosa che capita raramente. Ogni singolo episodio, ogni minimo dettaglio, ogni dialogo, è un piccolo capolavoro di scrittura.
E questa quarta stagione lo è più di ogni altra. Un 10 va anche a loro.
Con questo terzo “capitolo” ho concluso. Domani, giuro, si parla di altro. Si parla di poker.
Otello Piccoli
Grandee! Aspettavo questa parte da giorni 🙂 10 anche a te per il 12 al Folletto!
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