Mea vulva, mea maxima vulva: Nymph()maniac il capolavoro finto porno di Lars Von Trier

Il "club delle ninfomani"

Il “club delle ninfomani”

E’ vero, su questo blog si fa critica televisiva, quindi i miei pensieri su Nynph()maniac, che ieri sono corso a vedere al cinema, li avevo relegati sulla mia pagina fb.
Ma poi, una persona a cui voglio molto bene (stavo per scrivere “una persona che stimo tanto”, ma la cosa sembrava lievemente fantozziana) mi ha detto: “scrivilo sul blog, perché quello è il tuo blog, mica la democrazia, quindi se hai voglia di farlo, ‘sti cazzi la televisione!”.
Vi sembra convincente? A me sì, quindi beccatevi questa mini recensione dell’ultimo capolavoro di Lars Von Trier.

Ieri sono andato a vedere Nymph()maniac, il nuovo lavoro del regista più cattivo del mondo.
Innanzitutto un avvertimento: se avete fatto interminabili file per Checco Zalone,o se vi sentiti raffinati intellettuali perché guardate i film di Ozptek, vi sconsiglio la visione
Per quanto mi riguarda ho visto un’opera sconvolgente e complessa, filosofica ed introspettiva, in cui il sesso, la ninfomania, è un pretesto per uno scontro intellettuale tra l’arte, la musica, la letteratura, il cinema ed il retaggio cattolico del peccato, della colpa.
Quel geniaccio di Von Trier ha creato l’attesa di un porno, sapendo bene che, almeno nella versione corta (di “sole” 4 ore, divise in due parti) le scene di sesso esplicito ci sono, ma non sono il perno della narrazione visiva.

Joe (Charlotte

Joe (Charlotte Gainsbourg)

Se devo essere onesto, ero così preso da questo gioco delle parti tra l’intellettuale Selingam e la ninfomane Joe, dove ad ogni racconto di “sensazioni” clitoridee infantili ed adolescenziali, ad ogni pompino sul treno, corrispondono le sequenze numeriche di Fibonacci, dove i suoi amanti numero uno, due e tre (i nomi spariscono, arrivano solo numeri e sigle a rappresentare corpi ed anime) diventano il piede, la mano destra e la mano sinistra che reinterpretano la perfezione polifonica dell’organo di Bach, dalle interpretazioni strepitose di Charlotte Gainsbourg, di Uma Thurman, di Shia LaBeouf e di tutto il cast, dall’incredibile numero di sequenze ironiche (Lars Von Trier che fa ridere? Beh è evidente che sta uscendo dalla depressione, e poi lo aveva già fatto ne Il Grande Capo e nelle prime sequenze di Melancholia) che entrambi i tempi sono volati via senza che nemmeno me ne accorgessi.

Mrs H (Uma Thurman)

Mrs H (Uma Thurman)

Insomma, il sesso come metafora di solitudine, di incapacità nel gestire le proprie emozioni, e la cultura (prettamente europea, ogni tanto ci vuole) con la quale Selingam, nemmeno fosse il padre di Bruce Wayne, aiuta Joe a rialzarsi ogni volta che cade.
Selingam non è solo uno dei protagonisti di quest’opera visionaria e cinematograficamente quasi perfetta, costruita con mano sapiente, pensiero profondo e quel nero dell’anima che consente all’artista maledetto di disintegrare i tabù.
Selingam è lo spettatore Vontrieriano, che si lascia colpire dalle sue immagini ma non se ne lascia scandalizzare. Anzi le giustifica una ad una in nome di un approccio intellettuale che non vuole perdonare i peccati, vuole solo ascoltarli perché il bene e il male non esistono. 
Esiste l’essere umano, le sue debolezze e le sue voglie, che sono l’unico vero motore del mondo.

I tre amanti che diventano la polifonia di Bach

I tre amanti che diventano la polifonia di Bach

Von Trier s’è anche tolto il sassolino dalla scarpa in modo che più plateale non si può, facendo dire a Selingam: “io sono di origine ebraica, ma sono antisionista. Che non vuol dire antisemita, come qualche politico ama far credere”.
Certo i tempi del Dogma 95, dell’intransigenza verso le luci e le musiche non diegetiche sono ben lontani, ma questa modernizzazione del genio danese,iniziata con AntiChrist, non è certo una fuga dai propri valori estetici, semmai è la scoperta di come anche l’effetto speciale può essere messo a disposizione dell’arte.
E ora aspettiamo la seconda parte.

Otello Piccoli

8 pensieri su “Mea vulva, mea maxima vulva: Nymph()maniac il capolavoro finto porno di Lars Von Trier

  1. Ti ho letto e fino all’ultimo pensavo che avessi visto sia la prima che la seconda parte. Se ti è piaciuto fino a qui, vedrai con la seconda parte.
    Io ho provato una sensazione di “orgasmo intellettuale” per i tre giorni successivi la visione di tutto il film (in streaming lo ammetto).
    Un gioco intellettuale stupendo. E per quelli che vedono solo il sesso valgono le stesse considerazioni de “La vita di Adele”, i maniaci sono loro.
    Non ti svelo nulla 😉

    • Tra l’altro è un sesso completamente differente: manierista e carnale quello di Adele, intellettuale e triste quello di Joe.
      Quando ho finito di vederlo ho subito avuto in mente questo parallelo tra i due film “scandalosi” della stagione.
      Non vedo l’ora che arrivi la seconda parte, mancano meno di 20 giorni.

  2. Sono molto affezionato ad uno degli attori di questo film, Stellan Skarsgård. Questo attaccamento mi deriva dalla sua presenza in uno dei film più belli della storia del cinema, Will Hunting – Genio ribelle: ti straconsiglio di guardarlo se non l’hai già visto.

  3. Pingback: Il Trono di Spade: L’Alto Passero e la Grande Passera | Se Telecomando

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