Ti lascio una canzone. No, per pietà, tienila tu!

Antonella Clerici versione bomboniera

Antonella Clerici versione bomboniera

Armato della pazienza di Giobbe e della buona volontà di Stakanov, mi sono messo a guardare “Ti lascio una canzone“, ma ammetto che sono bastati i primi 2 minuti per scatenare in me l’irrefrenabile impulso di cambiare canale. Poi, però ho resistito. Stoico.
Voglio fare una premessa: i bambini che cantano con voce da adulti mi fanno una paura fottuta, un po’come quelli dei film horror.

La Clerici è subito ridicola, entra zompettando con la grazia di un ornitorinco, ed è vestita da confetto rosso, anzi da bomboniera.
La trasmissione consiste in una gara tra canzoni noiosissime che vengono giudicate al 50% dalla giuria, e al 50% dall’immancabile televoto.
Si inizia subito col meglio che la musica italiana abbia mai offerto. Fabrizio De Andrè? Francesco Guccini? Gli Area? Paolo Conte? No, le canzoni di Marcella Bella! Che culo!
I bambini, poi, sono anche meglio delle canzoni. Le due gemelle intervistate riescono a dire una roba tipo: “mia sorella è più tecnologica di me, perché sa usare il telefono!” Certo tu stai ancora provando a capire come funziona il pollice opponibile…

Antonella Clerici e le gemelle Scarpari

Antonella Clerici e le gemelle Scarpari

Quando arriva il momento del primo voto ecco che viene inquadrata la giuria.
La prima a parlare  è Cecilia Gasdia, che di mestiere fa il soprano e nel tempo libero la burina vestita da fata turchina con due lampadari stile mille e una notte appesi alle orecchie. Ma non faccio in tempo a ridere perché scopro che, tra i giurati, c’è anche Enzo Ghinazzi, in arte Pupo! Come sappiamo tutti è un noto musicologo, tanto che arriva anche a fare un’analisi sulle concorrenti riuscendo perfino a prendersi sul serio.
Il terzo giurato, Massimiliano Pani, che di mestiere fa il figlio di Mina, dice: “abbiamo scoperto nelle due gemelle  una nuova coppia di campione” (ehm…a’ Massimilià, il femminile di “campioni” è “campionesse”, ma vabbè!). L’altro grande musicologo che chiude il cerchio dei quattro cavalieri dell’apocalisse è…tenetevi: Fabrizio Frizzi!

Frizzi

Massimiliano Pani, Cecilia Gasdia, Pupo e Fabrizio Frizzi

Ho appena superato il trauma della giuria, quand’ecco che, a un certo punto, parte un pistolotto della Clerici sull’orgoglio di essere italiani, con  annessa ovazione dal pubblico. Mentre lei ancora parla, la ragazzina dai  tratti orientali intona “Italiano” di Toto Cutugno e poi…  poi appare Toto Cutugno!
Il pubblico è in delirio e urla a squarciagola: To-to To-to To-to! Non potevano chiedere di meglio! E pensare che c’è ancora gente che va appresso, che so, a Mick Jagger, quando noi abbiamo Toto!
La Clerici va in brodo di giuggiole: “tu hai cantato tanto ma la cosa più importante per noi è la famiglia…sono le mamme!”. La retorica sdolcinata sulle mamme mi sta uccidendo, poi però canta ancora Cutugno e io decido di preparare il cappio.

Toto Cutugno

Toto Cutugno

La gara riprende con le canzoni di Claudio Villa e Gianni Togni.
I poveri bambini sono costretti a vestirsi con giacca, papillon e pochette, e quando cantano in coppia fanno la parte degli innamorati! Uno spettacolo indecente che al confronto i figli di Apu allo zoo nella mitica puntata de I Simpson avevano più dignità!
Dopodiché mi tocca sorbirmi mezz’ora di intervista al campione di pallanuoto, sulla sua felicità familiare e sugli affari suoi, che per gli spettatori sono informazioni fondamentali.
La Clerici, che ha gli ormoni a mille, pretende di ballare con lui, dove per lei ballare significa muovere i lembi del vestito ogni 40 secondi circa.

Antonella Clerici finge di ballare con Amaryus Pèrez

Antonella Clerici finge di ballare con Amaryus Pèrez

Ma non ho ancora visto niente: c’è la lettera della mamma alla figlia tanto perché di retorica sulla mamma ce n’era stata troppo poca, c’è la Clerici che dice “guardalo The Bodyguard, è troppo bello!” (già, da palma d’oro a Cannes!) e poi c’è lo sketch della giuria.
Antonella Clerici inizia: “domani ci riproviamo?” e gli altri fanno finta di starci “sìsì ci riproviamo” e dopo due minuti di questa cretinata ci dicono che avevano organizzato il picnic, ma è una scusa per far cantare la giuria…aiuto! Inoltre ballano tutti fuori tempo.

Arriva la seconda  videolettera ed è ormai chiaro che la trasmissione è diventata C’è posta per te!
Infatti il concorrente sfigato, che da sempre vorrebbe l’amica ma lei gli parla sempre di un altro, riceve il seguente messaggio: “ahò datte ‘na mossa, io sono qua che aspetto!”.
Mentre la gara va avanti ecco che torna Toto Cutugno, che prima di proporci in tutte le versioni, dalla tarantella al “rock duro! Spietato!”(sic) la sua “Voglio andare a vivere in campagna” (Toto noi c’avevamo pure creduto, invece tu continui a stare in mezzo ai piedi in tutte le peggiori trasmissioni tv), sentenzia: “il personaggio più importante che l’Italia ha avuto, da sempre, è Adriano Celentano!”.
Ovvio! Chi sono in confronto Giulio Cesare, Leonardo Da VinciGiacomo Leopardi, Cristoforo Colombo, Camillo Benso di Cavour, Salvatore Quasimodo? Sciacquette!
Ma ricoverarlo no? Già era noioso 30 anni fa, adesso è proprio deleterio!

Il piccolo sosia di Enrico Ruggeri

Il piccolo sosia di Enrico Ruggeri

In tutto questo la canzone più moderna che la serata di RaiUno ci propone è il capolavoro di Morandi, Tozzi e RuggeriSi può dare di più“, del 1987, un penoso inno all’impegno sul nulla (“come fare non so, non lo sai neanche tu, ma di certo si può dare di più”. Ecco quando scopri come fare scrivi un’altra canzone e ci avvisi. Della serie: aspetta e spera).
Ma io dico: ok, non volete cantare buona musica perché siete allergici. Non pretendo tanto. Ma almeno della cattiva musica moderna? Tipo di quella che questi bambini ascoltano veramente? O volte farci credere che al parco questi pargoli cantano Claudio Villa, Marcella Bella e Umberto Tozzi?

Non commento nemmeno i sei gemelli costretti a fingersi le Kessler, e volo al finale scoppiettante.
Prima se ne va la luce in studio e alla Clerici piglia un colpo.
Poi, per prendere tempo in attesa del verdetto finale, annuncia “vi dico le canzoni che hanno vinto le scorse puntate, anzi no ho perso l’elenco” (sono 5 cavolo, ricordarle a memoria è troppo? Non la pagano abbastanza?).
Poi ecco l’annuncio: nel memorabile scontro tra “Eternità” e “I will always love you“, che l’Antonellona nazionale pronuncia “laviù”, vince la prima, ovvero le gemelle, ovvero le prime ad esibirsi. Ma allora potevano risparmiarci quasi 3 ore di tv!
Tutti i bimbi saltano addosso alle due vincitrici e Antonella Clerici entra nel panico e inizia a urlare: “attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione, attenzione!” per ben 11 volte, per paura che i bambini distruggano quelli che lei chiama gli “autoparlanti”, che non si sa che siano.

Il panico e la Clerici che cerca di salvare gli "autoparlanti"

Il panico e la Clerici che cerca di salvare gli “autoparlanti”

Poi siccome la tortura non è sufficiente, ecco che annuncia mezz’ora di “Ti lascio una canzone smile” che dovrebbe essere, nelle intenzioni, un divertente dietro le quinte, e invece è una roba più pallosa ancora del programma.
Però mi dà l’occasione di scoprire due cose.
La prima è la preparazione dello spassosissimo sketch del picnic, con l’autore che precisa più volte: “mi raccomando fate i misteriosi, non svelate di che si tratta”, certo il terzo mistero di Fatima!
Il secondo, udite udite, è che la Clerici, quel ballo vergognoso in cui sta sempre ferma, l’ha anche provato e riprovato! Voglio morire.

Sto lì a chiedermi cosa fa sì che la televisione italiana non sia proprio in grado di andare oltre la continua esaltazione della mediocrità, del buonismo insulso, della retorica becera. E mi torna in mente il finale di Boris: se qualcuno iniziasse a fare prodotti decenti, entrerebbe in crisi un intero sistema economico che si basa su prodotti infimi. E questo nessuno se lo può permettere.

Carlo Pistarino ai tempi di Drive In

Carlo Pistarino ai tempi di Drive In

Infatti, per scrivere programmi come questo, chiamano Carlo Pistarino, uno che faceva il comico di serie “Z” a Drive In negli anni 80. Proprio quando Cutugno cantava le stesse identiche cose che canta adesso. Ce lo meritiamo Toto Cutugno.

Otello Piccoli

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