Da un paio di settimane, il canale Fox ha iniziato a trasmettere la terza stagione di American Horror Story. Se qualcuno non l’avesse mai vista, la consiglio caldamente.
Una delle sue principali caratteristiche è quella di essere concepita in modo da avere storie, trame e ambientazioni diverse nelle varie stagioni che sono, quindi, del tutto sconnesse tra loro. L’unico collegamento tra esse, oltre ovviamente al filone horror, è il cast, che infatti, in linea di massima, è sempre lo stesso.
La prima stagione, intitolata “American Horror Story: Murder House” narra le vicende di una famiglia in preda a dispute interne, trasferitasi in una nuova casa a Los Angeles.
Oltre agli screzi personali, la coppia in crisi (Vivien e Ben Harmon interpretati da Connie Britton e Dylan McDermott) e la loro figlia adolescente (Violet interpretata da Taissa Farmiga) si trovano alle prese prima con una vicina molto invadente e non del tutto onesta (interpretata dalla meravigliosa Jessica Lange), poi con delle strane presenze in casa.
La storia avrà tantissimi risvolti decisamente imprevedibili.
Per quanto mi riguarda, “Murder House” è stato un discreto successo, una serie alquanto innovativa data la sua trama horror e, anche se la scelta dei fantasmi poteva risultare scontata, se l’è cavata bene.
Con la seconda stagione, “American Horror Story: Asylum”, invece mi è stato più difficile farmi un’idea. Mi è piaciuta molto l’ambientazione, un ospedale psichiatrico, che ha reso la serie molto più cupa e particolare come genere horror, ma personalmente credo che la “presenza del terzo tipo” l’abbia un po’ rovinata.
La storia si svolge all’interno di Briarcliff, un istituto psichiatrico gestito dalla Chiesa (e già questo fa paura!).
Anche nella seconda stagione Jessica Lange ci regala una stupenda interpretazione, nei panni di Suor Jude, incaricata dell’amministrazione del manicomio, che gestisce col pugno di ferro.
La trama si infittisce di puntata in puntata: dalla storia della giornalista lesbica Lana “Banana” (interpretata da Sarah Paulson) rinchiusa contro il suo volere, agli esperimenti sui pazienti, passando per la minaccia dello spietato assassino “Bloody Face” per l’entrata in scena degli alieni e tanto altro. I tutto coronato dall’atmosfera terrificante di un ospedale psichiatrico e dei soprusi che i suoi pazienti devono subire.
Nessuno che l’abbia vista almeno una volta può aver dimenticato questo ritornello:
Insomma fin qui, a parte gli alieni davvero fuori luogo, la serie si è dimostrata un buon prodotto horror, nei limiti di un lavoro fatto per la tv.
Finalmente quest’anno è uscita la terza stagione, “American Horror Story: Coven” di cui ieri è andata in onda la terza puntata.
Questa volta la storia si svolge a New Orleans, città che si inserisce perfettamente nell’ottica della magia, e la terza stagione di American Horror Story questa volta narra proprio le vicende delle streghe di oggi.
Sono passati secoli dal processo alle streghe di Salem, ma esse non sono scomparse, sono solo nascoste e per lo più deboli. Esiste però una scuola, guidata da Cordelia (Sarah Paulson), il cui compito è di educare le giovani adepte. Ma oltre alle pressioni del mondo esterno, le streghe si trovano a dover affrontare liti interne al gruppo, e non solo.
Sebbene la storia sia incentrata soprattutto sulla scuola, o il covo, delle streghe, non mancano trame parallele, tra cui l’esperimento di due novelle streghe per riportare in vita un ragazzo morto dopo un incidente d’auto. Inoltre si sviluppa la rivalità tra discendenti di Salem e streghe del vudù, anche attraverso il personaggio di Delphine Lalaurie (Kathy Bates), rimasta in vita grazie ad una maledizione, la quale praticava la tortura sui neri nei primi anni dell’ottocento. Questa stagione promette già bene e riserverà ancora parecchie sorprese!
Ammetto, infatti, di aver sbirciato un po’ la versione originale (fino all’ottava puntata per essere onesti!) ma non vi dirò nulla, tranne che vale davvero la pena!
Ancora una volta avremo una stupenda Jessica Lange nei panni della “Suprema” (ruolo che le si addice molto!) e già dai primi episodi abbiamo ritrovato Taissa Farmiga, che nella prima stagione interpretava Violet Harmon, nonché Jamie Brewer che nella prima stagione interpretava Adelaide (e questa volta interpreta Nan), e molti altri.
Intanto, proprio come per le altre due stagioni, sia la colonna sonora che la sigla sono degne di nota, nonché l’essersi rifatti alla figura di Marie Laveau, nella serie interpretata da Angela Bassett, la regina del vudù, figura realmente esistita e che ebbe migliaia di seguaci.
Prima di chiudere, dedico a chi ha visto la seconda stagione questa chicca che ho trovato cercando la canzone di Dominique.
Johanne Inglesi
Stupenda trilogia. Sto seguendo la terza stagione su Fox e devo dire che l’inizio è molto promettente.
Ne riparliamo a stagione conclusa.
Russ
Concordo con te! Fin dove sono arrivata io non delude, ora aspetto con ansia le ultime 5 puntate! E poi Jessica Lange(per chi, si capisce dall’articolo, ho un debole) e Sarah Paulson sono veramente brave.
Oh Dominique! Quando sono sclerata mi metto a sentirla in loop!
Devo dirti, però, che ho seguito la 3′ stagione in tempo reale e non è assolutamente all’altezza delle precedenti, purtroppo. 😦
Io mi sono fermata all’ottava (quando c’è stata la pausa di metà stagione in america) e non ho ancora terminato in effetti, ma fin li mi era piaciuta, vediamo a fin stagione.
Dominique è stato un tormentone per chi lo seguiva!!
Io trovo questa stagione un po’ plateale, tutto fumo e niente arrosto. Gli attori restano bravi, ma non mi sembra trattata in modo originale la tematica e onestamente alcuni avanti-indietro nella trama (gente che muore e ritorna in vita) mi appaiono scelte poco coraggiose con espedienti scontati.
Ho apprezzato la prima stagione, ho amato la seconda, ma la terza… Meh.
Concordo con te su la questione delle scelte poco coraggiose e del voler ammazzare i personaggi, invece io ho apprezzato molto la trama di fondo (che non svelo per chi la sta seguendo ora) anche se aspetto gli ultimi 5 episodi, devo dire che per il momento la seconda stagione rimane quella che ho amato meno.
del non* voler ammazzare i personaggi
Questione di gusti. Ho appena finito la stagione. Ovviamente taccio. Mi dirai che ne pensi più avanti. 🙂
Unico per quanto vale il mio appoggio alla serie 😉 godibilissima.
sherazadedavantialvideoquandoècosa
Pingback: Freak Show: ritorna American Horror Story | Se Telecomando