Per amore vostro, miei primi adorabili lettori (mi ricorderò di voi quando sarò sommerso da migliaia di follower, e vi dedicherò dei post appositi, inventerò premi, regalerò gadgets), oggi, dopo aver sostenuto un esame, invece di divertirmi e rilassarmi, ho fatto qualcosa che mai in vita mia: mi sono sorbito “La Vita in Diretta”.
D’altra parte non posso recensire solo le cose che mi piacciono. Da un lato perché sarebbe un continuo incensare, dall’altro perché rischierei di finire gli argomenti troppo presto
Come avvio, assolutamente niente male, le celebrazioni in studio dei 101 anni (con 11 giorni di anticipo, forse temevano che non ci arrivasse viva) di una certa nonna Alfonsina.
La povera vegliarda sta seduta di fronte ad una sempre gnoccolona Paola Perego, con tanto di coscia di fuori e stivale, per solleticare un po’ di feticismo nei mariti davanti alla tv, così che non chiedano alle mogli di cambiare canale e porre fine allo strazio.
La migliore domanda è: come vuole festeggiare i 101 anni?
E lei, la saggia nonna Alfonsina: “con la saluti, la paci…” ( l’Alfonsina ha degli evidenti problemi con le “e”)
Ma la Perego, che ha deciso davvero di farla fuori, temendo che gli autori la invitino di nuovo per i 102 anni, aggiunge: “che bello, e due peperoni fritti che male non fanno!”
Abbracci, baci, fiori, e la vecchia ce la siamo tolti dalle scatole. Ora passiamo a Priebke.
Infatti la linea passa a Franco Di Mare e tutto si fa improvvisamente serio: si parla di antifascismo e di partigiani. La cosa potrebbe anche essere interessante. Un’ospite, superstite del rastrellamento al ghetto di Roma, nel raccontare di come ha perso la famiglia si alza in piedi e grida: “come si può esser fascisti in questo Paese dopo quello che hanno fatto?”. Ma Di Mare, temendo che il ricordo e la rabbia non rientrino nei suoi tempi televisivi cerca più volte di interromperla e di farla sedere. Lei però, eroicamente, non demorde. La deportazione nel suo cuore è più forte delle esigenze comunicative della trasmissione. Di Mare non si dà pace e insiste, piazzando di continuo i suoi “certo certo, capisco, però, sìsì, va bene”, cercando di zittire gli ospiti. Che tu stai lì in attesa che si arrabbi sul serio e gli urli un “Achtung”, per terrorizzarli e zittirli.
Nel frattempo arrivano in diretta gli scontri tra la polizia ed i manifestanti durante il funerale ad Albano Laziale.
La parola a Don Mazzi, che vorrebbe dire la sua: “noi siamo civili, siamo diversi, non siamo i nazisti, lo si poteva seppellire senza troppe storie”.Ma la signora ebrea, che ha capito male e invece di Don Mazzi lo chiama “il sig. Tommaso”, si alza di nuovo in piedi e invoca la vendetta: “Quell’uomo dovevano farlo filare in forno come la mozzarella!”. Immagine suggestiva: mozzarella Priebke, fonde e fila dentro al forno. E forse Don Mazzi pensa che non siamo poi tanto diversi dai nazisti.
Così la parola torna alla nostra Paolona Perego, che ha 10 anni più di me ma sembra averne 10 meno, e si passa alla cronaca becera. Una bella storia stile Cogne tra il Portogallo e la Gran Bretagna. Bimba scomparsa da sei anni, e via con gli interessantissimi sviluppi. E poi la ragazzetta abbordata su Fb e rapita, ma anche già rilasciata. Il tutto con una musica tragica di sottofondo. Slurp, che entusiasmo! Infine di nuovo Liorni per qualche notizia da Lampedusa.
Insomma, vorrebbe essere un format dinamico e giovane, ma i centenari, vivi o morti che siano, la fanno da padrone, e gli unici giovani citati o sono morti o sono stati rapiti.
La trasmissione affronta troppi argomenti, alcuni davvero del tutto inutili, senza approfondirne nessuno, e senza un filo logico. Il tutto di fretta, ché se no gliene salta uno. Non è giornalismo, non è intrattenimento, non è approfondimento, non è talk. E’ una discarica di fatti da frullare e bere così come te li servono. Ma i due conduttori sembrano comunque molto contenti.
Finalmente, tra i titoli di coda, Perego e Di Mare appaiono insieme sullo schermo, e tu capisci che nonostante si passino la parola come se fossero a migliaia di km di distanza, sono l’una accanto all’altro.
La tv pomeridiana in Italia è un’inutile cattiveria nei confronti dei telespettatori. Se non avete proprio niente da fare nel pomeriggio leggete un libro, chiamate la fidanzata, andate allo zoo, fate prove di meditazione zen, drogatevi. Ma non guardate Rai1. Rischiate di fare una strage in famiglia prima che la trasmissione sia finita. In un articolo di un paio settimane fa Fabio Giuffrida ci avvisava del crollo di ascolti della trasmissione. Adesso è chiaro che non calano gli spettatori, è che li arrestano con la zappa in mano mentre scavano la fossa.
Otello Piccoli
rido troppo, finalmente una “critica” schietta … Trovo molto più interessante questa recensione, scritta sulla cose che “non ti piacciono”, perchè la sento vera, spontanea, sarcastica, e secondo me ti sei anche divertito di più a scriverla. Leggendola non posso fare a meno di sentirmi sollevata: un tipo di trasmissione che avrebbe la presunzione di affrontare i più svariati argomenti, senza approfondirne nessuno, che vorrebbe dare voce al pubblico ma poi lo zittisce… in poche parole un’insulto all’intelligenza dello spettatore, è quello che ho sempre pensato, e sono contenta di non essere l’unica
Ma sai quanto ho sofferto? Non posso fare tutti i giorni questa vita!
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