Partiamo da un punto: Temptation Island è una roba falsa perfino nel nome, infatti è girata a Gaeta che è un’isola quanto io sono Britney Spears. Ma la regia inquadra ogni due minuti la spiaggia, tanto per restituirci l’atmosfera alla Robinson Crosue e farci dimenticare il dettaglio.
In compenso è un vero gioiello televisivo sfornato da menti raffinatissime (e, ovviamente, copiato dagli Usa): 5 coppie, magari di frequentatori abituali di reality e di programmi della De Filippi, quindi già esperti di pianti e litigi davanti alle telecamere, separate e “tentate” da 12 uomini e 12 donne (mancano solo le 12 scimmie!) che vengono chiamati con l’appellativo “single”. Cioè non sono Giuseppe o Francesca, per dire. No, sono il “single Giuseppe” e la “single Francesca“.
Ovviamente tutti i partecipanti sono bellocci, giovani, e aitanti, altrimenti chi lo guarda? Ma, soprattutto, chi li abborda?
Insomma un reality in cui si tenta di distruggere le coppie. Ma che bella idea! La tv italiana ringrazia! Come avremmo superato l’estate, altrimenti?
Lo scopo dei single, infatti, è rovinare la vita ai concorrenti, oppure migliorargliela visto il livello intellettuale delle coppie.
Il programma è condotto, si fa per dire, da tale Filippo Bisciglia direttamente da “Il Grande Fratello“, uno che non solo non ha idea di come si faccia il conduttore, ma che speriamo non l’abbia mai e se ne torni a fare il ragazzotto di borgata con quella faccetta assolutamente inespressiva e fintamente coinvolta.
Fatto sta che questa versione maschile di Valeria Marini si ritrova incredibilmente lì a spiegarci le regole del gioco: “i concorrenti sono qui per testare il loro amore, alla fine ci diranno se restano insieme o no!”
Ah beh, se lo dicono a voi…e se poi a casa ci ripensano e fanno il contrario? Che fate? Li multate? “Avevate detto che non stavate più insieme, bugiardi e cattivi!”.
Già me li immagino, questi che si vedono di nascosto per non fare arrabbiare la De Filippi (il programma è roba sua, come i concorrenti, d’altra parte) e Bisciglia.
Intanto, come dicevo, le coppie vengono separate in due villaggi denominati, senza alcuna vergogna, villaggio fidanzati e villaggio fidanzate.
Ora, fondamentalmente (anche se non vale proprio per tutti), le cose vanno così: le ragazze piangono, mentre i maschi, sommersi da glutei e seni, non credono ai loro occhi. Ma visto che stanno in tv, mica possono dire “ora ti do una botta e non se ne parli più”, quindi stanno lì a fare i piacioni con frasi fatte e risate finte, praticamente il festival italiano della banalità.
A cui però le Hannah Arendt di turno abboccano come sogliole. Anche perché pare sia vietato dire a una “mi piaci, divertiamoci e poi chi s’è visto s’è visto”. No! Bisogna proprio innamorarsi nel giro di una settimana, discutere del fatto che ci si possa frequentare anche a fine riprese, ecc ecc. Insomma il reality dall’aria trasgressiva è un realtà un inno al bigottismo, dove le dinamiche più naturali tra maschio e femmina vengono edulcorate fino a diventare una replica, nemmeno troppo attuale, de Il Tempo delle Mele.
La frase più gettonata (banale e ipocrita) in assoluto è “mi faccio delle domande” che fondamentalmente significa “ti porterei a letto ma poi mi filmano e la mia fidanzata mi fa un mazzo così, quindi provaci tu così almeno ho una scusa”, mentre le pericolosissime “tentazioni” sono un massaggio, una partita a tennis, un giro in macchina.
Qualcuno, ovviamente, si spinge fino in fondo (altrimenti lo show dove sarebbe?), ma lì, dopo aver solleticato in tutti i modi l’istinto voyeuristico dei telespettatori, ecco che censurano le scene, precisando: abbiamo deciso di escludere l’audio di conversazioni intime e il video di abbracci molto affettuosi (No, dico! Abbracci molto affettuosi?! Che bell’eufemismo, complimenti!).
In più, per farli incazzare per bene, cosa organizzano? I falò! Solo che invece di cantarsi le canzoni con la chitarra, o di raccontarsi fiabe, si beccano i filmati con le corna dall’Ipad.
Ma la cosa più bella sono le reazioni: prima partecipano ad un reality che ha come scopo quello di farli ingelosire, litigare e lasciare davanti al pubblico, e poi quando succede si indispettiscono!
“Io non me l’aspettavo proprio!”, dice la concorrente tra le lacrime. Ma allora perché non te ne stavi a casa come tutte le persone con un cervello?!
E allora ecco le lacrime di Tara (complimenti per il nome, dà subito l’idea di una intelligente) e Cristian, che poi, per la felicità dei fan, pare facciano pace, così Tara può smettere di piangere per la gelosia iniziare a piangere per la felicità.
No, perché loro ci credono veramente che lo scopo sia testare il loro amore, e non inchiodare milioni di italiani alla tv a seguire questo scempio.
Poi c’è quell’altra tutta felice anche se dal video viene fuori che lui non la sposerebbe mai, ma visto cosa capita alle altre meglio accontentarsi.
C’è anche Vittoria, che vuole mamma e papà perché il suo fidanzato ha buttato una ragazza in piscina, ma soprattutto c’è il solito Bisciglie che, inutile per com’è, riesce sempre a chiosare meravigliosamente: “mi dispiace, Sonia, vederti così”. Già ti dispiace, infatti conduci il musichiere, mica un gioco in cui se non li fai piangere fallisci il tuo compito!
Ma riesce a fare anche di meglio! Tara se ne esce con un “io sua, lui mio, basta!”, che tra l’altro è un bel concetto di coppia da anni 50, e Bisciglie coglie la palla al balzo: “bellissima frase! Stupenda!” Già, come no, Leopardi non avrebbe saputo fare di meglio, direi!
Ma siccome lui probabilmente è abituato ai grugniti, sentire una frase, è vero senza predicati, è vero un po’ da aborigeno nei film in bianco e nero , ma con ben due pronomi, lo lascia estasiato.
Tra i ralenti sulle lacrime e le musichette malinconiche di sottofondo, il programma non è solo brutto, scritto male, diretto peggio, presentato in modo dilettantistico e anonimo, ma è noioso all’inverosimile! In due ore e passa di puntata non c’è un momento da salvare, con questi protagonisti riciclati da altri format giusto per tirarsi un pubblico di affezionati, gente che si prende e si molla a favore di telecamera per mestiere, per conquistare copertine di giornali scandalistici e far parlare di sé le ragazzine esaltate.
La verità è che pur di avere un po’ di celebrità, ormai ci si sputtana senza problemi, quindi va pure bene buttare il partner in pasto a un gruppo di assatanate e/o assatanati, vogliosi di dimostrare al Paese intero che loro ci sanno fare di più.
Al d là della follia del concept, si tratta dell’ennesimo prodotto che punta ai bassi istinti del telespettatore, che non sa nemmeno come fa di nome il suo vicino di casa, ma vuole sapere tutto di 22 perfetti sconosciuti, meno interessanti di un documentario sull’acne di mio fratello a 15 anni, e incapaci di uno spunto, di un guizzo, anche solo di una battuta che possa renderli in qualche modo intriganti. Involucri di carne senz’anima, perfetti abitanti di un mondo ormai impazzito che ti chiede di disinteressarti di tutto ciò che non riguarda la tua immagine e il tuo portafogli.
Uno squallore deprimente, che però ci apre una finestra sulla realtà, Non solo sono tanti i giovani che sognano quella vita fatta di comparsate in tv, di celebrità effimera, senza avere alcuna capacità o alcun talento, ma ci accorgiamo di come questi siano rappresentativi di generazioni che hanno ormai perso ogni contatto con la realtà. Altro che Generazione Telemaco, caro Renzi, siamo la Generazione Edipo, ma senza dilemmi morali: “mettetemi una telecamera davanti e, se serve, mi trombo anche la mamma”.
Per i più coraggiosi “Temptation Island” va in onda il giovedì alle 21:10 su Canale 5.
Otello Piccoli