La puntata di ieri sera, ospite il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, si apre con Michele Santoro che parla dell’argomento della settimana, ovvero la performance di Grillo da Vespa, affermando, tra l’altro, che “Vespa faceva come Fazio con la Littizzetto” e facendomi mangiare le mani per non averla pensata io questa battuta.
Il primo servizio è ancora una volta sul tema immigrazione, ma stavolta il punto di vista è completamente ribaltato: in Inghilterra non vogliono noi (vaffanculo europei, gridano alle telecamere di Announo). Insomma, oltremanica non sono gli extracomunitari il problema, ma i comunitari, e visto che tutto il mondo è paese, la guerra è sempre del povero contro il povero, mai dei poveri contro i ricchi.
Tornati in studio ecco la “domanda” che dà il titolo alla puntata: “Valgono un Voto?
Mariano fa il venditore ambulante di calzini, ha il padre ricoverato in ospedale e la Asl gli chiede praticamente il pizzo per concedergli un busto e annuncia che non andrà a votare.
La trasmissione rinuncia di nuovo al confronto iniziale tra i ragazzi prima della discussione con l’esponente politico di turno, e mi sorge il dubbio che alla prima puntata abbia funzionato solo per l’assenza di Renzi nella prima ora, anche se poi, a trasmissione in corso, un po’ si recupera.
Il Ministro Lorenzin non è male in tv, è anche lei parecchio alla mano e sembra saperci fare: sull’importanza del voto risponde perfettamente a Mariano, e fa lo stesso sul diritto al busto per il padre. Decisa, comprensiva, precisa. Nulla da dire.
Dopo il censuratissimo video su Voteman, altro servizio dall’Inghilterra e parola a Dario che è emigrato a Londra.
Dario fa un’affermazione forte con una nonchalance invidiabile: “all’inizio a Londra ho fatto il lavapiatti, che lì non è un lavoro da inglesi, è un lavoro da spagnoli o da italiani”, cioè a Londra noi siamo come i Tamil qui in Italia, e questo dovrebbe almeno un po’ farci riflettere. Purtroppo parla poco, e questo punto era decisamente da approfondire, ma in effetti non è il tema centrale della puntata.
A metà puntata Giulia Innocenzi annuncia una sorpresona ed esagera pure un po’ con la presentazione: alla fine è solo Di Pietro, che tra l’altro era stato già annunciato dai lanci di agenzia. Ora Di Pietro, ormai, è un ospite decisamente di serie B (e onestamente è di serie B anche il suo contributo alla trasmissione) ma è evidente, e di questo bisogna dargli atto, che solo due leader di partito, Renzi e Salvini, hanno avuto il coraggio di confrontarsi con quella platea, gli altri hanno preferito, evidentemente, un pubblico più addomesticato.
Intanto continuano i servizi, da un lato Bertazzoni a Milano da Grillo, dall’altro il comizio (con contestazioni e spintoni pesanti) di Renzi a Roma, che sembra sempre più nervoso e ha perso quello spirito iniziale che lo faceva apparire sempre magico.
Per rispondere a Grillo che è stato preso in braccio da Di Battista un po’ come Benigni e Berlinguer, Renzi riesce a dire, testualmente: “giù le mani da dei nomi che non appartengono a chi non ha neanche la titolarità di pronunciarli”, che, in italiano, vorrebbe dire che Grillo non è degno di pronunciare il nome di Berlinguer, ma detto così…
I servizi più impressionanti,però, sono quelli sulle condizioni del lavori per l’Expo.
Intanto, in studio, Yassin ha un momento di grande lucidità: la classe dirigente ce la meritiamo, l’abbiamo votata noi, mentre per la prima volta concordo con… che fa la differenza tra due tipi di ladri, e si chiede perché inveiamo contro il ladro di autoradio e non contro chi ruba milioni alla collettività, un po’ il discorso di Montanini sulla differenza tra gli zingari e Valentino Rossi (per leggere clicca qui).
Intanto Di Pietro deve difendersi dalla berlusconiana Silvia (il nome non lascia adito a dubbi) che lo accusa di aver cercato l’immunità, e lo fa con una classica dipietrata: “io non ho mai chiesto immunità, questa è la cattiva disinformazione”…ehm…Tonino…o disinformazione o cattiva informazione! Che roba sarebbe la cattiva disinformazione?
Nel frattempo riprende il confronto con la Lorenzin, che dopo essere andata davvero bene nella prima parte, cade male su Grillo con la solita retorica “protesta non proposta”, ma anche affermando che “la poltrona di Ministro della Salute è davvero scomoda”, un erroraccio che le costa le risate infastidite della platea.
Però l’affermazione ad effetto “sono venuta solo perché c’è il confronto con voi giovani, altrimenti avrei detto di no, io mi annoio in televisione mi sono rotta le balle” è un bel colpo che riapre il dialogo.
Arriva il momento di Travaglio che è in una forma assolutamente strepitosa: tra un “nessuna notizia del Ncd perché è sabato e le procure sono chiuse” ed un “Renzi oltre alla Costituzione sta riformando anche l’Antico Testamento” mi ha fatto morire. Anche quando alla Lorenzin che sostiene sia impossibile, quando candidi qualcuno, sapere se è indagato, risponde “potevate farmi una telefonata, ve l’avrei detto io”, è un portento.
Ora, io ho pensato a lungo a come raccontarvi questo intervento, alla fin ho capito che dovevo postarlo per intero, quindi potrete godervelo cliccando qui.
Sul finale, prima appare Refiela vestita da Malefica, poi Silvia vince il ballottaggio e dialoga con il ministro. Niente di memorabile.
Le vignette di Vauro, come sempre, chiudono in bellezza la trasmissione.
Sempre interessante, sempre ben costruito, sempre con alcuni limiti che affronterò nel commento all’ultima puntata, Announo continua ad essere seguitissimo, 7,6% di share, ma decisamente in calo rispetto alle prime due puntate. Forse la formula va rinvigorita, o forse gli ultimi ospiti sono meno allettanti per il pubblico. Lo capiremo giovedì prossimo.
Otello Piccoli