Elio e le Storie Tese erano, per lo più, un prodotto di nicchia: indiscussi musicisti con la capacità, pressoché unica, di non prendersi mai sul serio.
Mostri sacri di una controcultura che rifiutava l’impegno politico propriamente detto per articolare, invece, una satira sociale graffiante e fuori da ogni possibile schema. Talmente geniali da potersi permettere di passare sempre per cazzari.
Ma questo modo di fare selezionava comunque un pubblico ben preciso: per quanto ampio, comunque selezionato.
Ora, tra X Factor, pubblicità e comparsate un po’ dappertutto, il bacino del pubblico sì è notevolmente allargato, ma i fan della prima ora hanno iniziato a storcere il naso. .
Ma ecco che gli Elii, a sorpresa, tornano a fare gli Elii. E lo fanno nel modo che meno ti aspetti: un programma tv in sei appuntamenti su Raidue.
Ogni giovedì infatti, alle 23:20 circa, va in onda “Il Musichione“.
Ogni riferimento a “Il Musichiere“, trasmissione degli anni ’50 condotta da Mario Riva è, ovviamente, voluto.
Il programma, kitsch, esagerato e nonsense come solo loro potrebbero immaginarlo, è difficilissimo da descrivere. D’altra parte, voi sapreste raccontare un album degli Elii ad una persona che non li ha mai ascoltati?
Ad ogni modo ci provo.
Il Musichione è un finto quiz con domande improponibili, utilizzato come pretesto per fare della buona musica in Rai. E solo questo meriterebbe il premio Nobel.
La puntata si apre con Largo al Factotum, ma parte subito il collegamento con Don Vittorino (Vittorio Cosma) e i suoi boy scout, al secolo Riccardo Sinigallia e i Subsonica. Il simpatico prete li esorta a mettere più Cristo nella loro musica e trasforma “Liberi Tutti” in “Cristo per Tutti“!
In assenza di Rocco Tanica, inviato speciale per l’intervista della serata, viene estratta a sorte una persona dal pubblico che possa sostituirlo e vince Sergio Antibiotice, ovvero Rocco Tanica con la parrucca.
La sigla, con tutti i riferimenti alla durata del programma, ai pochi soldi di budget e alla speranza che ne facciano una seconda edizione, è a dir poco strepitosa, così come la finta retorica sugli artisti italiani e l’importanza dell’italianità, e la ruota della fortuna in moto perpetuo con il tecnico Rai rimasto spiaccicato nel tentativo di aggiustarla.
I concorrenti, dice Elio, sono selezionati in base all’abbinamento estetico, e stasera sono Raphael Gualazzi e Irene Grandi, che vengono piazzati in una cabina stile “Portobello“, il programma condotto da Enzo Tortora a cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80.
Intanto Tanica fa, a più riprese una surreale intervista a Valentino Rossi (riuscendo perfino nell’improbabile impresa di rendermelo quasi simpatico), in cui spiccano i “titoli ad effetto” sparati in sovraimpressione storpiando le affermazioni del campione di motociclismo, che ad un certo punto si vede costretto ad ammettere che a breve diventerà anche maggiorenne.
Tra un’idiozia e l’altra, ovviamente, Elio e le Storie Tese ci deliziano con quello che sanno fare meglio: suonare. Allora ecco Across the Universe ed Heavy Samba con Irene Grandi alla voce, mentre Raphal Gualazzi è costretto ad ammettere il suo amore per Supergiovane così anche Mangoni riesce a fare il suo ingresso in scena per cantare la hit sanremse del giovane bluesman.
Elio ci tiene a sottolineare che Il Musichione è una trasmissione “asocial” e “Celentano Friendly“. Infatti vogliono sollo lettere scritte a mano e ogni tanto appaiono in studio gruppi di sosia di Adriano Celentano.
Le follie proseguono con Musica dagli Abissi (fondamentalmente c’è Mangoni che canta Yellow Submarine sott’acqua) e con il “quizzone” finale, che però è riservato agli abbonati di Eurosat 24 Sat.
Per tutti noi c’è, in compenso, l’episodio della fiction “Zombie Forever“, con gli Elii nella parte dei non-morti, seduti al tavolo, che non capiscono di chi sia il cellulare che squilla, evidente parodia di The Walking Dead.
Il ritmo della trasmissione è buono, la musica è pazzesca (il medley finale che passa da Pino Daniele a Fischia il vento, dai King Crimson ai Deep Purple è un piccolo gioiello), e Raul Cremona che fa il cittadino indignato che protesta come nei talk “moderni”, e poi dice a Cesareo “sono stato zitto ad ascoltare, tu son due ore che suoni” è una chicca per intenditori.
La grafica retrò, la satira nei confronti della tv di oggi, questo guardare indietro ma senza nostalgia, solo per sbeffeggiare, praticamente, tutto il resto del palinsesto è il marchio indistinguibile di chi, invece, è sempre un passo avanti agli altri.
D’altra parte, ne sono convinto, se Gioacchino Rossini uscisse dalla tomba e li sentisse eseguire il loro “figa qua, figa là, figa qua, figa là, figa su, figa giù, figa su, figa giù”, batterebbe le mani e non chiederebbe i diritti.
Otello Piccoli
Per favore mi elencheresti le canzoni che compongono il medley? in particolare le due prima di Strange Kind of Woman non riesco a ricordarmi il titolo.. grazie!
L’ho ricordata: “E’ festa” della PFM 🙂