The Tomorrow People: copia tanto e spiega troppo

Stephen si trasforma in Neo

Stephen si trasforma in Neo

A metà strada tra Matrix ed X Men, la nuova serie tv trasmessa da Italia1The Tomorow People” lascia un po’ perplessi.
In alcuni tratti, è vero, la storia ti prende. E bisogna ammettere che, per quanto riguarda gli effetti speciali, la produzione è decisamente migliore di tante altre. Ma poi tutto pare fermarsi qui.
Proprio perché sembra un po’ troppo scopiazzato, come dicevo prima.

Stephen (Robbie Amell) è una ragazzo con apparenti  problemi di sonnambulismo. Insomma si sveglia un po’ dappertutto, soprattutto tra le lenzuola della coppia di vicini che, come potete immaginare, la prende benissimo. La madre e la sua migliore amica Astrid sono preoccupatissime: potrebbe finire come suo padre, che era strano assai.
Improvvisamente però, proprio come Neo, viene rintracciato da una tizia (Cara, al secolo Peyton List) che lo porta in un sotterraneo dove scopre l’esistenza di tanta gente come lui. Scopre anche di avere il potere del teletrasporto, e che quindi il suo non era sonnambulismo. Allora può buttare le medicine ed iniziare una nuova vita.
Anche perché questi strani tizi hanno anche il potere della telecinesi e della telepatia.
Si chiamano The Tomorrow People, nome scientifico Homo Superior, e sono, nientepopodimenoché, un’evoluzione della razza umana. Solo che, a differenza degli X Men, le mutazioni genetiche non sono visibili. Quindi la domanda spontanea è: ma che cavolo si nascondono a fare?
In più, ed ecco l’aspetto forse meno scontato, l’evoluzione rende la nuova razza incapace di uccidere.
Comunque questi nuovi esseri hanno dei nemici. Si tratta degli Ultra, un’organizzazione che recluta alcuni di loro e li costringe a combattere i propri simili.

Stephen scopre, inoltre, che suo padre non era un pazzo scappato di casa, ma una specie di messia, una roba a metà tra Gesù e Mosè, che deve condurre i Tomorrow People verso la terra della libertà. E lui deve condurre loro dal padre, che non si sa che fine abbia fatto.
Con un escamotage davvero originale e mai visto prima, Stephen ascolta le ultime parole del padre tramite un video di quelli “se stai ascoltando queste parole vuol dire che…gli autori non sapevano che cacchio fare qui!”.
Ok, lo ammetto, le parole dopo i puntini sono mie, ma penso rendano l’idea.

Insomma il ragazzo affronta tutto il percorso tipico dell’eroe nel tempo record di due puntate: scoperta, negazione, manipolazione, accettazione, addestramento.
In più, prima viene arrestato da Ultra, poi scopre che Jedikiah, il capo degli ultra interpretato da Mark Pellegrino, non ha solo un nome complicatissimo ed improbabile, ma è anche suo zio. Il quale, evidentemente frustrato dai poteri del fratello, s’è messo a fare il cattivo.
Jedikiah vuole convincerlo che il padre è morto e gli fa vedere il video di un tizio, di cui non si vede la faccia, che salta in aria. Che prova convincente!

Quando viene liberato Stephen si accorge di essere come Neo: più poteri rispetto agli altri, ferma addirittura il tempo! Praticamente uno Skyondemandpeople.
La soluzione al conflitto famiglia vs propri simili è rischiosa ma interessante: fare il doppio gioco e farsi assumere dallo zio. Il quale però non ci casca nemmeno per scherzo e lo vuole usare come esca.

Due delle cose peggiori della serie sono senza dubbio gli spiegoni e il triangolo.
I protagonisti non fanno altro che spiegare tutto il tempo una situazione che è ben chiara dopo la prima necessaria spiegazione. Ma no, loro insistono, ed i dialoghi diventano noiosissimi.
Il triangolo è un must, anche perché se no devi davvero dare una trama e caratterizzare i personaggi. Quindi è quasi certo che ci frantumeranno gli zebedei con le storie, le gelosie e le ripicche tra Stephen, Cara e John (il capo dei Tomorrow People), il quale si sbatte Cara, che però di lui dice: il mio ragazzo? Ma quando mai!

Io proverò a dargli un’altra possibilità, ma con tantissime riserve. Se volete, la serie va in onda il venerdì su Italia 1 alle 22 con due episodi per serata.

Otello Piccoli

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