Gazebo ci accoglie con la splendida “Vanità di Vanità” di Angelo Branduardi, interpretata da Roberto Angelini. Ma, dopo le prime battute di Missouri4 e di Marco Damilano, ecco subito la chicca della serata: Maurizio Gasparri che, in preda a non so quale delirio, decide di ribattere ai tweet di Obama.
Naturalmente non entrando nel merito, non ne è minimamente capace, e probabilmente non capisce l’inglese, ma con un paio di originalissimi slogan che vedete nella foto più sotto.
Non so cosa avrei pagato per poter vedere l’espressione soddisfatta dell’Alvaro Vitali della politica italiana mentre inviava i suoi tweet.
E qui ho qualcosa da ridire: il decimo posto nella classifica di Gazebo è l’evidente complotto di una giuria comunista. Gasparri era da podio! Quasi quanto David Parenzo che fa lo sborone con Khamenei vantando più follower dell’Ayatollah.
Alquanto surreale poi l’ingresso delle telecamere di Gazebo, Zoro in testa, a Palazzo Grazioli, dove Berlusconi spiega i motivi del ritorno a Forza Italia. Tra i principali, il fatto che invece di Popolo delle Libertà viene usato l’acronimo Pdl, che nel sud “diventa addirittura la Pdl“, cosa che, evidentemente, lo infastidisce alquanto. E poi non gli piace nemmeno la parola “pidiellini”. Vuoi mettere la differenza con “gli azzurri”?
Zoro, al secolo Diego Bianchi, è la metacomunicazione fatta persona. E la sua televisione è ipertestualità allo stato puro.
Intanto ci costringe a guardare una tv dentro uno studio televisivo. E dentro la tv ci trovi la rete, ci trovi il social network.
Bianchi conosce bene la comunicazione, è il suo habitat naturale: E’ diventato famoso inventando un format pensato apposta per internet: il dialogo filmato tra i due alter ego del militante Pd. L’uno legato ai vecchi valori e un po’ facilone. L’altro cinico e figlio della real politik. Le pose, le inquadrature e la mimica di Zoro fanno il resto. Serena Dandini lo scopre e ne fa una star.
Di cosa ci parla Zoro in tv? Di politica, di attualità, di comunicazione. E lo fa con un programma fresco, dinamico, moderno che, elemento non secondario, costa poco o niente. Insomma un programma come dovrebbero essere quelli della tv di Stato.
E a tutto questo aggiunge tanta fisicità. Zoro registra le puntate a distanza molto ridotta dal pubblico, quasi in mezzo agli spettatori. E i servizi li realizza di persona. Sempre col suo personalissimo stile, e col viso puntato contro la telecamera. Insomma il suo corpo è protagonista assoluto della trasmissione e del suo stile comunicativo.
L’interazione continua dei diversi media è la costante del programma. La classifica dei tweet, citata in precedenza, ne costituisce la spina dorsale, e le splendide strisce di Makkox ne sono il midollo.
Gazebo fa sorridere e riflettere, ti avvolge con la musica live costante in sottofondo, ti spiazza, ti parla come farebbe un amico complice che guarda di nascosto, con te, qualcosa di proibito.
E ci dimostra che con due cavi, l’aiuto di qualche buon amico ed un’idea originale puoi realizzare un ottimo prodotto senza ospiti straordinari, mezzi tecnici costosi o conduttori da 5 milioni di euro.
Gazebo va in onda su Rai3 il martedì, il mercoledì e il giovedì, a orari variabili, in seconda serata.
Otello Piccoli