Con i mondiali in corso poteva mancare un post sul calcio? Certo che no! Anzi, potrebbe arrivarne anche qualche altro.
Il tifo calcistico è uno strano fenomeno che, lo ammetto, coinvolge anche me. Ma perché mai ci si possa ritrovare a tifare per una multinazionale, magari quotata in borsa, che assume professionisti a decine di milioni di euro, pagati praticamente da noi, tra biglietti dello stadio, pay tv e pubblicità, resta davvero un mistero inspiegabile. Eppure funziona.
Sarà il gioco di squadra, sarà lo spettacolo, sarà un ancestrale istinto predatorio che ci spinge a desiderare vittorie e trofei, fatto sta che ci si ritrova a litigare tra tifosi avversari, come se noi ci entrassimo anche solo un minimo coi risultati della “nostra” squadra.
Ma di calcio si può parlare senza dire banalità, senza urlare e, magari, azzeccando i congiuntivi? Qualche volta sì.
Se poi sei bravo come Federico Buffa, puoi trasformare una partita di calcio in un racconto epico.
Preciso, attento, elegante, dotato di una raffinatissima ars oratoria, Buffa (diventato famoso come telecronista di basket) è un affabulatore che non teme confronti, e ti trascina dentro le sue storie sballottandoti a destra e a manca come un fiume in piena, mettendo insieme immagini e parole, riferimenti storici e citazioni, contesti sociali e biografie come nessun altro nel mondo dello sport italiano.
Le immagini e la regia, poi, sono curatissime.
L’altra sera, su Sky Sport, ha narrato la storia del mondiale Messico ’70, e in particolare la leggendaria semifinale Italia-Germania 4-3 e la sconfitta in finale col Brasile che conquistò definitivamente la Coppa Rimet.
Rivivere (o vivere per la prima volta) le emozioni di una delle partite più famose della storia del calcio (tanto essere definita “la partita del secolo” con una targa allo stadio Atzeca di Città del Messico) tramite i suoi racconti è un’esperienza notevole, forse la migliore versione mai narrata nella tv italiana. Una partita finita 1-1 al 90°, con ben 5 goal nei tempi supplementari.
Che piacere ascoltarlo, con i suoi dischi o con i musicisti che lo accompagnano dal vivo, mentre racconta le incredibili gesta di Gigi Riva e di Roberto Boninsegna, di Karl-Heinz Schnellinger e di Franz Beckenbauer.
Con la grafica tridimensionale, le musiche curatissime (da “Bridge Over Troubled Water” di Simon & Garfunkel a “Have You Ever Seen The Rain?” dei Creedence Clearwater Revival), i riferimenti a Jimi Hendrix e Janis Joplin, gli accenni alla guerra tra El Salvador e Honduras, o alla qualifica di Israele grazie al rifiuto della Corea del Nord di disputare l’incontro, e all’arresto dell’inglese Bobby Moore per il furto di un braccialetto.
E poi parla di Pelè. Ma per Pelè possono parlare solo le immagini delle sue imprese ineguagliabili.
Vi regalo, quindi, la “moviola” di una spettacolare azione della Perla Nera contro l’Uruguay (la palla uscì di pochissimo, e, dice Buffa, “meno male, altrimenti sarebbe crollata la tribuna dello stadio”).
Scritto da Buffa insieme a Federico Ferri, Christian Giordano e Carlo Pizzigoni, “Buffa Racconta: Storie Mondiali” è, al momento, uno di più bei programmi sullo sport che si possa seguire.
Se avete Sky o Sky Go, ne trovate tutte le puntate nella sezione On Demand.
Otello Piccoli